Da alcuni anni a questa parte la Calabria è diventata terreno fertile per le produzioni cinematografiche. Tra le ultime produzioni di spicco che hanno visto le location calabresi protagoniste c’è anche il film “Hey Joe” con James Franco. Ma, diversi decenni fa, la Calabria e la provincia di Vibo furono, addirittura, protagoniste di un film di fantascienza. Si tratta di “Starcrash” di Luigi Cozzi.
Uscito nel 1978, sull’onda del successo di “Star Wars”, il titolo “Starcrash” si è guadagnato lo status di film di culto. Lo stesso regista Luigi Cozzi ha raccontato che, tutt’ora, il lungometraggio è protagonista di proiezioni speciali all’estero durante festival cinematografici e di genere. Alcune scene di “Starcrash – Scontri stellari oltre la terza dimensione” vennero girate a Tropea. Abbiamo intervistato il regista Luigi Cozzi per rievocare e approfondire il contesto di quelle storiche riprese.
Com’è nata l’idea di girare una parte di “Starcrash – Scontri stellari oltre la terza dimensione” in Calabria?
«Volevo girare tutto il film in Italia, che è un Paese che offre tanti paesaggi differenti. In “Starcrash” avevo previsto la presenza di un pianeta paludoso, un pianeta vulcanico e di uno roccioso. Perciò abbiamo scelto come location il Delta del Po, l’Etna e la Calabria. Quest’ultima avrebbe rappresentato il pianeta roccioso».
Dove si sono svolte esattamente le riprese?
«Abbiamo girato in una zona di Tropea in cui, all’epoca, d’estate c’era un campeggio, mentre d’inverno era tutto libero».
Ha un ricordo particolare delle scene girate sulle spiaggia?
«Abbiamo lavorato lì una settimana ed è stato piacevolissimo. Per noi sembrava quasi una vacanza. Avevamo l’albergo a Tropea. La domenica abbiamo giocato a pallone sulla spiaggia. Era la fine di ottobre, ma abbiamo deciso di fare il bagno perché l’acqua era ancora ottima. Posso dire che è stata un’esperienza di lavoro, ma anche divertente».
Proprio in quelle scene si possono notare elementi molto particolari: i protagonisti lottano contro un robot gigante che si muove sulla spiaggia.
«In effetti si è trattato di una scena molto peculiare. Era stata costruita a Roma a Cinecittà una grossa scialuppa fantascientifica che ci occorreva per girare proprio quella parte del film. L’abbiamo trasportata con un camion fin quasi alla spiaggia. Avevamo anche una spada gigantesca che veniva lanciata dal mostro robotico. Era un oggetto molto consistente, considerando che aveva una lunghezza di ben otto metri».
La Calabria negli ultimi è stata protagonista di diverse produzioni seriali e cinematografiche. Per quella che è la sua esperienza vede il nostro territorio abbastanza fertile a livello cinematografico? Che tipo di film si possono girare in queste zone?
«Intorno a Tropea c’è un paesaggio molto brullo, particolare. A me ha fatto un grande effetto, era qualcosa di spettacolare, al punto che nel film “Starcrash” lo abbiamo spacciato per un pianeta alieno».