Tanto rumore si è trasformato in una cortina di silenzio. E di tutto quel cicaleggio vigoroso, tra proposte e controproposte, non è rimasto neanche un labile ricordo. Eppure, sembrava dover essere una questione di vita o di morte a Vibo Valentia: Quando inizieranno i lavori? Dove collocheranno i reparti di chirurgia, oculistica e ortopedia? A Tropea? A Serra? In tenda? All’interno dello stesso nosocomio? Un susseguirsi compulsivo di ipotesi, tanto che, ad un certo punto, sembrava dovesse intervenire un oracolo. Inquietudine, concitazione, discussioni politiche, polverizzate dal primo sole di marzo. Febbraio e il gelo invernale si sono portati via quel “Grande Pasticciaccio dei lavori allo Jazzolino”. Ad oggi nessun reparto è stato spostato e il 26 febbraio, giorno in cui sarebbero dovuti iniziare i lavori, è una data remota, come menzionare la presa di Roma.
La ricostruzione dei fatti
Appena trascorse le festività natalizie, con l’arrivo del nuovo anno, a Vibo Valentia è esplosa una questione, che ha tenuto banco per un paio di mesi: entro la fine di febbraio, infatti, sarebbero dovuti iniziare i lavori di adeguamento sismico all’ospedale Jazzolino, con una dotazione di 25 milioni, soldi provenienti dal Pnrr. I reparti destinati ad essere sgombrati, per consentire i lavori, dovevano essere: oculistica, ortopedia e chirurgia. Panico totale, tutti a chiedersi: dove verremo operati? In tenda? A Tropea? A Villa dei Gerani?. Un toto luoghi infinito, per cui ogni mattina usciva una possibile soluzione. C’era persino chi sosteneva esistesse un “Piano Battistini” nel cassetto, stipato segretamente.
Sulle barricate il sindaco di Vibo Enzo Romeo, il quale non faceva che ripetere: «Lo spostamento dei reparti oltre Vibo, sarebbe la morte dello Jazzolino, che verrebbe depotenziato irreversibilmente». Il 5 febbraio a palazzo Gagliardi in una sala gremita di gente, si è tenuta una mobilitazione generale delle forze progressiste, con l’approvazione di un documento. In tale occasione, i politici di sinistra, con in testa sempre il sindaco di Vibo, avevano rimarcato come nessun reparto dello Jazzolino potesse chiudere «neppure per una ora». Una delegazione di democratici, a metà febbraio, aveva fatto un sopralluogo all’ospedale. In seguito il dimenticatoio: sono trascorsi marzo e aprile, i lavori non sono iniziati, come era immaginabile. I reparti sono operativi e tutto tace.
Mancano tre milioni e i fondi sono stati convertiti
Notizia di pochi giorni fa: mancano più di tre milioni per avviare i lavori e i 25 milioni destinati è stato annunciato che sarebbero stati convertiti in risorse Fsc (il presidente della Regione e commissario ad acta alla Sanità Roberto Occhiuto ha avuto, a suo tempo, l’ok dal Governo), fondo che prevede tempi più diluiti. Molti sostengono che quando inizieranno i lavori, siamo in un futuro imprecisato, i reparti verranno spostati all’interno dello stesso nosocomio. Ad ogni modo, il decisionismo è un miraggio e milioni a parte, presenti e mancanti, si rimane con pagine di letteratura giornalistica in mano.