Il sole calante, l’arietta che si alza, l’erba inizia a bagnarsi, suggello di una primavera grigia e tripudio di colori mediterranei: le mille sfumature di rosso che caratterizzano le belle estati calabresi. L’Acqua degli Dei è anche questo: sinestesia di un angolo di mondo in una boccetta. Si apre e come un vaso di Pandora le meraviglie sfumano gli ambienti, accarezzano le pelli. Servirebbero Teofrasto, Plinio il Vecchio per spiegarci cosa c’è veramente in una tacita bottiglietta di profumo.
Ci sono le virtù dei pionieri: audacia, creatività, resilienza, genio, determinazione, lungimiranza. E, certamente, i soci fondatori del brand Acqua degli Dei, Fabio Muzzupappa e Fabrizio Giuliano, hanno negli occhi il desiderio di solcare il futuro, con visione, innovazione, studio, premura. Lo si è capito sentendoli raccontare, con fervore, la nuova fragranza “10”, che ha una veste visivamente lineare ed elegante. Un profumo «selvaggio, seducente e magnetico», aggettivi icastici e sensuali.
L’evento
Una serata chic e romantica, lo scorso 1 giugno al Giardino degli Dei, parco gestito dall’azienda, come essere tra le note di Matia Bazar, “Stasera… che sera”. Ha presentato l’evento la giornalista de LaC, Francesca Lagoteta; sono intervenuti i soci fondatori, Fabrizio Giuliano e Fabio Muzzupappa, i quali hanno raccontato i dieci anni di appassionato lavoro tra idee, sacrificio e costanza; e il responsabile della comunicazione e del marketing, Francesco Sorelli.
La serata si è conclusa con il “Cocktail 10”, ideato da Gabriele Giuliano.
Una avventura cominciata un decennio fa
Una avventura decennale ricca di entusiasmo, questa di Acqua degli Dei, come ci ha raccontata uno dei soci fondatori, nonché amministratore dell’azienda, Fabio Muzzupappa: «I primi nostri due profumi sono stati Blue e Oro, che evocavano la morfologia del territorio. Il primo negozio è stato a Tropea. Io all’epoca mi trovavo ancora a Firenze, facevo da spola. L’anno successivo abbiamo inaugurato un altro negozio a Pizzo, ed è nata la linea Scilla e Cariddi, un lavoro di associazione con i miti».
Una dialettica empatica e affascinante con gli acquirenti: «Ci sono clienti con i quali abbiamo un rapporto intimo, emotivo, poiché vendiamo un prodotto con un aspetto valoriale, un legame forte con questa terra. L’approccio è sentimentale, io ho un grande entusiasmo».
Sul futuro dell’azienda Fabio ha le idee chiare: «La immagino non mass market, potremmo dire anche di nicchia. Puntiamo a una espansione organica. Il bello di Acqua degli Dei è avere creato un brand da zero, ispirato alla Calabria, che non esisteva». Fabio, da imprenditore fervido e uomo meticoloso nel linguaggio, definisce l’azienda «creativa e attenta all’ambiente e al territorio». Una premura che costituisce una importante virtù.

























