«Registriamo con soddisfazione le prime dichiarazioni del sindaco Romeo sulle recenti novità che riguardano la delocalizzazione dei depositi costieri insistenti nell’area portuale di Vibo Marina, di cui apprezziamo la determinazione. Siamo completamente d’accordo, come del resto già manifestato nella pertinente delibera di consiglio comunale, che la più grande infrastruttura portuale del basso Tirreno abbandoni la destinazione industriale per dar corso ad una sua complessiva riconversione turistico-commerciale».
Ad affermarlo è Alessandra Grimaldi, capogruppo di Democratici e riformisti Vibo Valentia.
«Come da tempo chiarito e in più occasioni ribadito dal nostro consigliere Console in diversi incontri pubblici, la programmazione dello sviluppo territoriale della frazione Marina non può essere condizionata dalla presenza di aree industriali a forte rischio per l’ambiente e per le persone».

«Benefici economici» e «sviluppo del territorio»
Lo spostamento dei depositi, per la capogruppo, «inciderà direttamente anche sulle casse dell’ente, favorendo il successivo processo di declassificazione del porto, consentendo così quantomeno la partecipazione del Comune alle entrate che esso produce in termini di concessioni; e favorendo inoltre un maggior gettito per un ente che ha forte bisogno di costanti entrate per affrontare con serenità spese e investimenti che fino a oggi sono fortemente dipendenti da sole fonti di finanziamento extra comunali».
Democratici e riformisti sosterrà «in questo percorso, con la necessaria determinazione, il sindaco, condividendo anche la necessità di chiamare a responsabilità la Regione Calabria, grande assente sul tema in tutti questi anni, e se il caso anche il competente Ministero, convinti che la volontà unanime dell’articolazione periferica dello Stato non possa essere trascurata da alcuni degli enti sovraordinati, e nella certezza che il raggiungimento dell’obiettivo sia la vera speranza di sviluppo possibile dell’intero territorio, con effetti favorevoli anche sui livelli occupazionali che il settore turistico può produrre con una seria programmazione».