Prosegue l’impegno del sindacato Usb Calabria, nell’ambito del contrasto di ogni episodio di sfruttamento lavorativo. Una problematica, questa, che colpisce fortemente e notoriamente anche i lavoratori stagionali del settore turistico. Perseguendo tale intento, alcuni attivisti del sindacato si sono dati appuntamento a Tropea e hanno organizzato un nuovo presidio, presso Largo San Michele e a pochissima distanza da Corso Vittorio Emanuele.
Il presidio è incluso tra le iniziative della campagna di sensibilizzazione “Cercasi Schiavo”, finalizzata al non far sentire soli i lavoratori stagionali, offrendo loro un punto di riferimento per essere ascoltati. Nel corso del presidio, in particolare, i militanti del sindacato Usb Calabria hanno interagito anche con dei ragazzi di Milano. Questi ultimi, soffermandosi sul tema del lavoro sottopagato, hanno confermato che al nord la situazione non cambia, in quanto anche loro devono restituire parte del salario in contanti. L’iniziativa, inoltre, ha attirato l’attenzione di diversi ragazzini, molto probabilmente sottopagati e pronti a lavorare fino a notte fonda.
Le parole di denuncia del militante Domenico Cortese
Domenico Cortese, militante e attivista del sindacato Usb Calabria,entra nel cuore di questa problematica e dichiara: «La campagna “Cercasi Schiavo” del sindacato di base Usb, che combatte contro lo sfruttamento nel settore del turismo, prosegue facendo tappa nel centro turistico per eccellenza del Tirreno. Quello che i militanti del sindacato hanno constatato, parlando con i lavoratori del luogo, è il continuo esacerbarsi della qualità del trattamento da parte dei datori di lavoro: ragazze e ragazzi adolescenti che lavorano fino a 12 ore al giorno in bar e ristoranti della città, dipendenti di lidi e b&b che sono costretti a fare più ore rispetto a quelle dichiarate nel contratto e che devono rinunciare a giorno libero, tredicesima e quattordicesima, cuochi e operai che lamentano il rifiuto del pagamento del Tfr relativo ai contratti stagionali dello scorso anno».

Domenico Cortese prosegue: «Ma non è il solo settore turistico a praticare un regime di sfruttamento intensificato: nella pagina social gestita dal sindacato “Il pagamento? Poi vediamo – Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria” ci giungono costantemente delle testimonianze (pubblicate sotto anonimato dai militanti) da cui si evince che in molti settori legati al commercio e alla grande distribuzione, nella zona, vengono erogati salari bassissimi e, per giunta, senza la consegna regolare delle buste paga».
Il fenomeno nella realtà turistica e lavorativa di Tropea
Esaminando la problematica e, associandola al caso specifico di Tropea, Domenico Cortese poi afferma: «Lo sfruttamento della forza-lavoro, come il caos estivo che imperversa in città, la mancanza di parcheggi per i residenti, la carenza di acqua potabile, l’assenza di qualsiasi luogo di aggregazione sociale o, anche, di un parco verde per famiglie, l’assenza di servizi di base come un asilo nido comunale e un presidio sanitario completo, riflettono il carattere delle politiche amministrative degli scorsi anni, le quali si sono concentrate soltanto sul rendere Tropea un brand attrattivo per turisti e investitori, ma hanno completamente trascurato il problema della qualità della vita di chi non è un proprietario di un’impresa».
Di fatto, secondo Domenico Cortese, «la mancanza di comodità e servizi, il cosiddetto “salario indiretto”, contribuisce ad abbattere il salario reale dei lavoratori tropeani e delle loro famiglie, in un contesto in cui il carovita, negli ultimi quattro anni, ha già provocato un crollo del 9% del valore reale delle buste paga. L’appello che lancia il sindacato di base è quello di segnalare gli abusi sul posto di lavoro e costruire, insieme ai militanti, una rete tra i lavoratori dell’area, al fine di coordinarsi per pretendere trattamenti più dignitosi. Il turismo, quello che molti indicano come il volano dell’economia locale, in queste condizioni produce sostanzialmente ricchezza per pochi e povertà per tutti gli altri».