La poesia non conosce confini, e a testimoniarlo è ancora una volta Michele Petullà (poeta, scrittore e giornalista vibonese), che nelle ultime settimane ha intrecciato la propria voce a quella di un pubblico sempre più vasto e attento. Dopo la recente pubblicazione del suo ultimo volume di versi, “Cenere e Mandorli. Poesie per Gaza e per la Pace“ (Libritalia Edizioni), giungono ora per lui nuovi, prestigiosi riconoscimenti in ambito letterario. La voce dell’autore, sospesa tra la memoria e la speranza, tra la cenere e i mandorli, continua così a portare nel panorama nazionale la testimonianza di una poesia che sa farsi dialogo, ponte vivo tra gli uomini e strumento di pace.
Lo scorso 6 settembre, infatti, Petullà è stato protagonista al Premio Letterario nazionale di Poesia e Narrativa Città di Arcore (Monza), dove è giunto come finalista della sezione “Poesia inedita” e si è aggiudicato la vittoria con il primo posto. La cerimonia di proclamazione dei vincitori si è tenuta nella suggestiva cornice di Villa Borromeo D’Adda, alla presenza del presidente e ideatore del premio, Cheikh Tidiane Gaye, poeta e scrittore senegalese (naturalizzato italiano) di fama internazionale, insieme al sindaco, all’assessore alla Cultura, a giornalisti e rappresentanti del mondo letterario. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Arcore e dall’Accademia Internazionale Leopold Sédar Senghor, istituzione che da anni valorizza il dialogo interculturale attraverso l’arte e la parola.
Petullà alla conquista del panorama culturale
Ma gli appuntamenti non si fermano qui. Il prossimo 20 settembre, infatti, Petullà volerà a Firenze per il Premio nazionale di Letteratura “Ponte Vecchio”, dove ha già conquistato risultati di assoluto rilievo: il 2° posto nella sezione Poesia e il 2° posto nella sezione Giornalismo. La cerimonia di premiazione si svolgerà nello storico Teatro di Cestello, sotto la guida di Marzia Carocci, editrice, ideatrice e presidente del premio, che da anni fa del concorso un crocevia per le migliori voci emergenti e affermate del panorama letterario nazionale.

Il cammino di Michele Petullà, segnato da un linguaggio poetico che intreccia radici calabresi e respiro universale, sembra così farsi sempre più luminoso. Non solo per i premi conquistati, ma per la forza di una scrittura che sa farsi strumento di testimonianza civile e di ricerca della pace. Attraverso i suoi versi, Petullà porta lustro non soltanto alla propria carriera personale, ma anche alla città di Vibo Valentia, di cui diventa ambasciatore culturale in Italia e oltre.
Petullà nella moderna critica letteraria
«Un poeta – ha scritto di Petullà lo scrittore Domenico Sorace – di profonda musicalità, capace di illuminare, con linguaggio nitido e sobrio, gli abissi dell’invisibile e della bellezza». Un giudizio, questo, molto lusinghiero, che va ad aggiungersi a quelli espressi in diverse occasioni da autorevoli personalità, tra cui il più recente in ordine di tempo espresso pochi giorni fa da Giusy Capone (critica letteraria, giornalista e docente di Lingue e Culture classiche), che in una recensione pubblicata sul network specialistico “Alessandria.Today” a proposito di Petullà ha scritto: «La sua parola assume un’etica che ricorda la grande poesia del Novecento, da Paul Celan a Nelly Sachs, da Ungaretti a Pasolini, tutti poeti che hanno saputo trarre dal dolore un canto non consolatorio, ma vigile, profetico, necessario».
Questi nuovi riconoscimenti, che si aggiungono ai numerosi già ottenuti da Petullà nel corso della sua carriera, confermano la qualità di una scrittura capace di unire intensità lirica e impegno etico, radici locali e respiro universale. La sua produzione, fatta di versi e narrazioni che sanno attraversare le contraddizioni del presente, offre un contributo prezioso non soltanto alla letteratura contemporanea, ma anche al tessuto culturale della città di Vibo Valentia, di cui Petullà si conferma ambasciatore di talento.