«Non sono nato a Gaza, né ho vegliato le sue notti lacerate dai bombardamenti, ma ogni volta che le immagini di quella terra ferita mi raggiungevano, vedevo i volti dei bambini segnati dalla fame, gli occhi troppo grandi per la loro età, le mani tese verso un pane che non arriva. Allora mi domandavo: cosa resta del dolore, se nessuno lo raccoglie e lo trasforma in voce?». Con questa accorata riflessione, che è anche una domanda rivolta al mondo, il poeta e scrittore Domenico Muratore parla del suo nuovo e sensibile libro “Gaza non dorme mai”. Diffusa dalla casa editrice “Domur Edizioni”, l’opera sarà presentata alle ore 18:00 del 20 settembre e presso la Biblioteca Comunale di Vibo Valentia.
Gli interventi previsti
Introdurrà l’incontro l’autore Domenico Muratore, anche nella veste di presidente del “Caffè Artistico Letterario”. A prendere la parola, inoltre, sarà la docente e già dirigente scolastica Caterina Calabrese, la quale darà vita ad un’appassionata descrizione del libro. Seguiranno gli interventi di Vincenzo Neri, presidente di Clapper Meeting Point – web tv, e anche di don Giuseppe Fiorillo.
Quest’ultimo, offrirà una riflessione sull’aspetto umano e religioso della realtà dolorosa di Gaza. Caratterizzato da una selezione di speciali ed empatiche poesie, il libro nasce dal dolore innocente di chi subisce la tragedia senza comprenderla. Quello stesso dolore che, attraverso l’estetica poetica, trova voce e memoria. Non è un libro politico, come sottolinea anche l’autore, ma un’opera che racconta la sofferenza dei bambini di Gaza e lo fa con forza e delicatezza poetica.
L’evento, in particolare, sarà promosso anche dal Comune di Vibo Valentia, dalla Provincia di Vibo Valentia e dal circolo Arci Teatro Popolare.
Una raccolta di poesie per abbracciare le vittime di Gaza
Descrivendo il proprio libro, l’autore dichiara: «Questo libro è un canto fragile, è un canto dignitoso che è rivolto al volto sfigurato dell’uomo sotto le bombe, all’innocenza dei bambini che non sanno perché muoiono, al respiro che resiste tra le rovine. La mia voce è umana prima che poetica e poetica perchè profondamente umana. Gaza non dorme mai è allora un atto di presenza, non di giudizio. È un modo per dire che non possiamo stare indifferenti, anche quando non abbiamo risposte. La voce espressa in questo mio libro, è quella di chi non cerca colpevoli, ma abbraccia le vittime, di chi non cerca ragioni, ma onora il dolore. Nella notte che non dorme la poesia veglia».