In un’estate che molti ricordavamo come difficile per il turismo meridionale, la Calabria emerge con numeri che parlano chiaro: la regione ha registrato un incremento del 10,56% nelle presenze turistiche tra il 21 giugno e il 21 settembre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con questi dati, certificati dalla piattaforma “Alloggiati Web” del Viminale, la regione supera 1,43 milioni di pernottamenti registrati, passando da 1.299.466 nel 2024 a 1.436.697 nel 2025.
Questo risultato non è frutto del caso, ma piuttosto la combinazione di fattori strutturali e scelte strategiche, di una Calabria che “scalda i motori” e osa guardare avanti con ambizione territoriale.
L’evoluzione del profilo turistico
Uno sguardo più attento ai numeri rivela che la crescita non è stata uniforme tra le tipologie ricettive. Le strutture alberghiere hanno segnato un incremento più contenuto, passando da 577.193 a 600.920 presenze (+4,11%), segno che anche l’offerta “tradizionale” ha retto, pur con margini più limitati.
Al contrario, sono state le strutture extra-alberghiere come case vacanza, B&B, agriturismi e piccoli alloggi diffusi a svolgere il ruolo decisivo, con un balzo da 722.273 a 835.777 presenze, pari a +15,71%.
La svolta più significativa si registra guardando alla provenienza degli ospiti. I turisti italiani crescono del 6,56%, tuttavia è il turismo internazionale, con un +27,80% (da 244.779 a 312.825 presenze), che risulta davvero protagonista: è evidente che la Calabria sta guadagnando, o ritrovando, attrattiva oltre i confini nazionali.

Un’estate dentro al trend: continuità e rilancio
L’estate da record non nasce da un salto improvviso, ma appartiene a una traiettoria che, nei mesi precedenti, mostrava già segnali positivi. Nei primi quattro mesi del 2025, la Calabria ha registrato 464.240 presenze, con un +10,1% rispetto al 2024; in quel periodo l’internazionalità era in grande spinta, e il dato sugli arrivi stranieri mostrava cifre rilevanti.
Da queste dinamiche emerge una Calabria che non appare “di recupero” o solo in ritardo rispetto ad altre regioni, ma protagonista nel panorama del Sud Italia: capace di guadagnare terreno anche in una fase in cui molte destinazioni italiane faticano.
Le ragioni del “boom” calabrese
Per interpretare questi dati, bisogna considerare innanzitutto l’offerta diffusa: la crescita del segmento extra-alberghiero indica che la Calabria sta sfruttando la propria geografia interna, utilizzando strutture più flessibili, capaci di penetrare anche nei piccoli centri, nei borghi e nell’entroterra.
Poi, la spinta internazionale: il +27,80% di presenze straniere non è solo un numero bello da mostrare, serve pure a riconoscere il ruolo dell’effetto reputazionale cumulativo. La Calabria non è diventata una meta “di moda” in una stagione: è il risultato di anni di lavoro, visibilità incrementale, presenze crescenti, passaparola che si consolida. Ogni anno che passa aggiunge credibilità.
Detto ciò, le sfide restano: la stagionalità rimane un nodo (essendo l’offerta compressa in pochi mesi, alcune aree restano meno accessibili o con infrastrutture carenti, e la pressione sulle coste va gestita con equilibrio ambientale).

Verso il domani: scenari e scelte strategiche
Se l’estate 2025 rappresenta un punto di partenza, il compito più ambizioso per la Calabria è ora consolidare e superare questo risultato. Per farlo, la regione dovrà affrontare alcune sfide cruciali, a partire dall’allungamento della stagione turistica: trasformare la primavera e l’autunno da periodi di transizione a veri e propri momenti di attrazione può significare rendere il turismo calabrese più stabile, sostenibile e meno dipendente dai picchi estivi. A questo obiettivo si lega la necessità di migliorare i collegamenti interni e l’accessibilità, perché solo una rete efficiente di strade, treni e trasporti locali può rendere attrattive anche le aree oggi meno servite e più fragili.
Ma la crescita non può basarsi soltanto sui numeri: serve diversificare le esperienze e promuovere un’offerta capace di raccontare la Calabria nella sua interezza, dal turismo culturale a quello naturalistico, passando per l’enogastronomia e i percorsi esperienziali che invitano il visitatore a fermarsi più a lungo. In parallelo, sarà decisivo rafforzare il marketing internazionale e lo storytelling territoriale, con campagne mirate che puntino sulla bellezza meno nota e più autentica della regione.
C’è poi la questione della sostenibilità ambientale, che non è più un orizzonte futuro ma una necessità immediata: gestire i flussi, evitare sovraffollamenti, proteggere le aree sensibili e incentivare pratiche green deve diventare una priorità condivisa da istituzioni e operatori. Infine, per accompagnare questa transizione, sarà indispensabile potenziare i sistemi di monitoraggio e l’analisi predittiva dei dati, così da poter intervenire in tempo reale e adattare le politiche alle oscillazioni del mercato.

Non più “l’alternativa” del Sud
La Calabria ha oggi l’occasione di passare da meta emergente a modello di sviluppo turistico integrato: una regione che non rincorre il turismo, ma lo guida con intelligenza, qualità e visione.
I dati del Viminale ci consegnano una Calabria che rilancia il proprio ruolo nel panorama turistico nazionale. Il +10,56% nelle presenze non è solo un exploit estivo, ma un segnale che qualcosa si sta muovendo in profondità, che il territorio e le comunità possono tornare a essere protagonisti. Il commento del ministro Santanchè, congiunto al lavoro delle istituzioni regionali, sugli operatori e sulle comunità locali amplifica il valore simbolico di questo risultato.
Ma non basta applaudire: serve visione, strategia, coordinamento. La Calabria ha un patrimonio unico, fatto di mare, natura, storia e identità, che merita di posizionarsi non più come “l’alternativa” del Sud, bensì come una destinazione matura, capace di offrire esperienze autentiche e diversificate. L’estate 2025 può essere ricordata come l’anno in cui la Calabria si è rimessa in gioco con ambizione. Serve ora continuare a camminare, con consapevolezza e concretezza, verso una stagione turistica sempre più sostenibile, distribuita e qualificata.
