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Home Turismo

Estate 2025, il bilancio di Luca Giuliano: «Ancora nodi irrisolti per la Costa degli Dei»

Il presidente di Confindustria Vibo Turismo analizza la stagione appena conclusa e ne traccia un bilancio, invocando una governance tra pubblico e privato

Di Pasquale Scordamaglia
28 Ottobre 2025
in Turismo
Estate 2025, il bilancio di Luca Giuliano: «Ancora nodi irrisolti per la Costa degli Dei»

Luca Giuliano e un suggestivo scorcio di Capo Vaticano

Il mese di ottobre è ormai quasi concluso e, come ogni anno, appare necessario fare un bilancio dell’esito complessivo della stagione estiva 2025 e di tutti gli aspetti che sono connessi al turismo e che necessitano di incentivi ed investimenti. Tante preziose ed esaustive riflessioni, le ha espresse Luca Giuliano, presidente di Confindustria Vibo Turismo, ma anche Ceo e fondatore di Mediterranean Hospitality Management & Consulting. Con lui abbiamo fatto un focus su tante possibili e necessarie strategie, tutte improntate al futuro turistico del territorio vibonese e della regione Calabria.

In relazione alle presenze turistiche che si sono registrate nella Costa degli Dei, quali differenze si sono registrate tra il periodo di bassa e di alta stagione estiva?

«Come la scorsa volta, purtroppo anche oggi non posso rispondere a questa domanda, e questo ci deve far riflettere sullo stato attuale dell’infrastruttura di raccolta, analisi e distribuzione dati di cui disponiamo in Calabria. Non c’è. Troppo macchinoso, incerto, e lento il dialogo attuale con gli enti comunali. Questo non permette di avere i dati in tempo reale. Approfitto però di questa domanda per farne un’altra a mia volta: cosa intendiamo oggi, nel 2025, per bassa ed alta stagione? Giugno è bassa o alta stagione, ottobre? Questo è un altro tema centrale da smarcare al più presto, in maniera che tutti gli stakeholder siano allineati sulla questione e possano utilizzare lo stesso linguaggio quando dialogano e pianificano».

Quindi, dal suo punto di vista, come va definito il concetto di bassa e di alta stagione?

«Personalmente, penso che la bassa stagione non dovrebbe essere considerata oltre la metà di maggio e non prima che siano trascorsi i 10 giorni iniziali di ottobre. Anzi, andando ad estremizzare il concetto, dovremmo avere la capacità, anche a livello nazionale, di uscire dal paradigma di bassa ed alta stagione, concentrandoci più che altro sul garantire sempre lo stesso livello di attrattività e di servizi sulla destinazione. Ma questo è un tema per il quale sarebbe necessario tutto lo spazio sul giornale».

Sono emersi fattori che hanno favorito una crescita del turismo di tipo esperienziale, rispetto alla stagione estiva 2024?

«Anche su questo tema, sempre per la debolezza dell’infrastruttura dati di cui parlavo prima, non so dare una risposta. Posso esclusivamente parlare del nostro gruppo di Confindustria Turismo Vibo, il quale riscontra un maggiore interesse dei propri ospiti a scoprire la destinazione delle Terre Vibonesi e della Calabria. Ma, anche qui, colgo l’occasione di questa domanda per ribadire un ulteriore concetto fondamentale, ovvero l’assoluta necessità di strutturare una governance solida, che coinvolga pubblico e privato e che possa definire, gestire e promuovere la destinazione Terre Vibonesi e tutti i suoi attrattori al più presto. In tal senso, come Confindustria stiamo cercando di essere elemento trainante».

Quali strategie, dal suo punto di vista, restano da incentivare e da integrare all’offerta turistica già esistente?

«Inizio a rispondere ribadendo il concetto; oggi non esiste “un’offerta turistica”, ma piuttosto una serie di servizi tra loro spesso sconnessi. Manca la rete, ovvero la definizione del nostro prodotto turistico. Banalmente, sapete dirmi qual è sulla Costa degli Dei la percentuale di spiaggia libera? Non in concessione? Io non lo so. Come possiamo affrontare, come destinazione da creare, la regolamentazione europea sulle concessioni che, nolenti o volenti, nel prossimo futuro andrà implementata? Quindi, prima di parlare di strategie innovative, è necessario fare una mappatura certosina e professionale delle debolezze del nostro territorio: rete idrica, rete elettrica, fibra, assenza di piani regolatori comunali, rete depurativa. In parallelo, bisogna avere la capacità di iniziare a definire cosa, da un punto di vista turistico, vogliamo diventare da grandi. Ed ecco che torna, instancabile e centrale, la necessità di una governance efficace e riconoscibile».

Quali località della Costa degli Dei rimangono fortemente ricercate anche dai visitatori stranieri, tenendo conto dei flussi turistici del mese di settembre?

«Tropea resta certamente centrale nello scacchiere della Costa degli Dei e, ci auguriamo tutti, che la cittadina possa presto tornare ad essere amministrata da una giunta presente quotidianamente sul territorio, che risponda rapidamente alle istanze dei cittadini e delle aziende, e con la quale anche enti come Confindustria possano dialogare. Detto ciò, il mio invito, come sottolineato altre volte, è quello di uscire dal contesto Costa degli Dei per allargarci all’entroterra e coinvolgerlo concretamente e strategicamente nella costruzione di quella che immaginiamo sarà la destinazione “Terre Vibonesi”. In questo modo, l’allargamento del perimetro di attrattori turistici su tutta la provincia, e su alcuni paesi delle province limitrofe, come ad esempio San Ferdinando, potrà certamente contribuire in maniera importante all’allungamento della stagione di attività della nostra industria».

Sulla base della sua esperienza, quali problematiche restano da migliorare nel settore della depurazione e della tutela del mare?

«È un tema affrontato proprio pochi giorni fa, in una riunione molto importante che Confindustria Turismo Vibo ha promosso e che ha visto coinvolti i sindaci dei Comuni che nel Vibonese applicano la tassa di soggiorno. Colgo l’occasione per ringraziare le amministrazioni di Vibo Valentia, Ricadi, Pizzo, Nicotera, e Drapia, che hanno aderito in maniera propositiva e senza preclusioni. È ormai evidente tra molti, e questo è certamente un bene, che va totalmente rivisto il sistema. In primis, bisogna ragionare in maniera consortile, non è più possibile che ogni Comune, anche in considerazione delle scarse risorse a disposizione, si occupi di depurazione in maniera indipendente. Inoltre, si dovrebbe attentamente valutare se sia venuto il momento che la Regione prenda in mano la gestione e lo sviluppo di tutta l’infrastruttura, integrando la depurazione con il sistema idrico».

Cosa emerge dagli ultimi dati che sono relativi al fabbisogno idrico nel periodo estivo?

«Le ultime rilevazioni mostrano una perdita media di acqua nel Sud Italia che supera il 45%. È chiaro, dunque, che ingenti investimenti sono necessari, ma è anche vero che le attuali tecnologie permettono una riduzione radicale dei costi di gestione ed anche un’ottimizzazione del servizio. Quindi, schematizzando il pensiero, possiamo dire che: è necessario passare alla Regione la gestione della depurazione ed integrarla con l’intero sistema idrico. Al contempo, sono necessari importanti investimenti per ristrutturare la rete, quindi fondi ministeriali ed europei, ma riducendo in maniera sensibile i costi di gestione con impatto positivo diretto per i contribuenti. Come Confindustria vorremmo continuare a fungere da aggregatore di istanze tra i Comuni stakeholder, per poter poi interloquire, in maniera seria, con la prossima giunta regionale che sul tema dovrà sicuramente dare risposte».

Nell’ambito del piano voli e della mobilità regionale, si è andati incontro a scelte più sostenibili e non lontane dalle esigenze dei visitatori?

«Il tema della mobilità sostenibile è sempre stato un qualcosa che mi ha toccato da vicino, sia personalmente che professionalmente, ed infine come rappresentante di associazione. Trenitalia sta facendo un lavoro encomiabile sul territorio regionale e noi siamo in stretto contatto con la Direzione regionale per lavorare insieme, al fine di poter incrementare il servizio. A tal proposito, entro dicembre 2025 vogliamo essere pronti a presentare una proposta congiunta per un progetto sul Vibonese, da condividere con la Regione Calabria e che sia potenzialmente replicabile su tutto il territorio regionale. Vanno messe assieme le esigenze di sostenibilità delle comunità locali e dei viaggiatori».

Come Confindustria Vibo avete percepito dei segnali positivi per un efficientamento del piano voli e del trasporto su gomma?

«Abbiamo certamente da migliorare per ciò che concerne il trasporto su gomma, ma ho l’impressione che ci sia la volontà di andare in una direzione positiva. Infine, per quanto riguarda il piano voli, abbiamo fatto un primo incontro informale a luglio con il Sistema Aeroportuale Calabrese, dandoci appuntamento in tempi brevi e in modo da intavolare un modello di collaborazione che possa essere duraturo e strutturato, e che permetta la condivisione di strategie di sviluppo nel medio e lungo periodo, mettendo a sistema quello che è il know how dell’industria turistica con l’esperienza ed il know del gestore aeroportuale».

Tags: Confindustria Turismo ViboCosta degli DeiDepurazione
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