Secondo l’analisi diffusa dal Centro Studi del Touring Club Italiano sul turismo nelle province italiane nel quinquennio 2019-2024, l’Italia ha superato i livelli pre-pandemia raggiungendo nel 2024 circa 466 milioni di presenze turistiche, pari a un incremento del 7% rispetto al 2019. Il dato conferma la vitalità del settore e la sua capacità di ripresa, ma evidenzia anche una forte polarizzazione: metà dei pernottamenti si concentra in sole dieci province, tra cui Roma, Venezia, Bolzano, Milano e Napoli, che insieme attirano oltre 233 milioni di presenze, pari al 50% del totale nazionale.
Parallelamente, si registra una progressiva riduzione della stagionalità: nel periodo estivo giugno-agosto si concentra oggi il 46% delle presenze complessive, contro il 52% registrato tra gli anni Novanta e i primi Duemila. Aumenta inoltre il peso delle strutture extralberghiere, che rappresentano il 39% del totale, mentre il comparto alberghiero mantiene la maggioranza con il 61%.
Un Paese che cresce a due velocità
Il quadro delineato dal Touring Club descrive un’Italia del turismo “a due velocità”. Da un lato, le aree metropolitane e le grandi destinazioni internazionali – Roma, Venezia, Firenze, Milano, Napoli – continuano a trainare la crescita, con incrementi a doppia cifra. Dall’altro, molte province del Sud mostrano ancora difficoltà nel recuperare i livelli pre-pandemia, con flessioni anche consistenti.
Tra le province che hanno perso più terreno figurano Reggio Calabria (-35%), Crotone (-27%) e Catanzaro (-26%), mentre in alcune aree interne e del Centro-Nord – come Rieti (+48%) e Pescara (+39%) – si registrano crescite sostenute. Il turismo italiano risulta quindi sempre più concentrato e disomogeneo, con territori ad alta pressione turistica accanto ad altri ancora in fase di rilancio.
Vibo Valentia: la costa che resiste
In questo scenario, la provincia di Vibo Valentia emerge come uno dei casi più interessanti dell’intero Mezzogiorno. Pur non figurando tra le destinazioni con il maggior numero assoluto di presenze, il territorio vibonese si distingue per la durata media dei soggiorni, seconda in Italia dopo Teramo e a pari merito con Crotone: 5,5 notti per turista, a fronte di una media nazionale di 3,3.
Il dato conferma la vocazione fortemente balneare del territorio, ma anche la qualità dell’offerta ricettiva e la capacità di fidelizzare il visitatore. Lungo la Costa degli Dei, tra Tropea, Capo Vaticano, Pizzo e Nicotera, il turismo mantiene infatti caratteristiche di stabilità e permanenza, tipiche delle destinazioni consolidate. A questo si aggiunge una crescente attenzione verso esperienze legate all’entroterra, ai borghi e al turismo rurale, che contribuiscono ad allungare la stagione.
Ricettività: prevale l’alberghiero
Sul fronte dell’offerta, Vibo Valentia presenta una struttura ricettiva fortemente orientata al comparto tradizionale. Nel 2024 l’81% delle presenze è stato registrato in strutture alberghiere, contro il 19% in quelle extralberghiere.
La media nazionale vede invece un equilibrio più marcato tra le due tipologie (61% alberghiero e 39% extralberghiero), segno che la provincia calabrese conserva un modello più classico di accoglienza basato su hotel, villaggi e resort. Questa configurazione, se da un lato garantisce servizi strutturati e standard di qualità, dall’altro lascia intravedere ampi margini di crescita per le formule ricettive alternative: agriturismi, B&B esperienziali e alloggi diffusi. La crescita futura del turismo vibonese passa proprio da qui: rafforzare le esperienze extralberghiere di qualità e sviluppare reti territoriali tra costa e aree interne.
Un turismo diffuso sul territorio
Un altro indicatore significativo riguarda l’attrattività del territorio provinciale rispetto al capoluogo. Nel 2024, il 98% delle presenze turistiche nella provincia di Vibo Valentia è stato registrato al di fuori della città di Vibo, segno di una distribuzione capillare dei flussi e di un turismo fortemente territoriale. Questo dato accomuna Vibo a province come Cosenza, Teramo e Sud Sardegna, dove l’offerta turistica si sviluppa in maniera diffusa e integrata, piuttosto che concentrata in un’unica città.
La dimensione “policentrica” del turismo vibonese rappresenta uno dei punti di forza del territorio: la costa tirrenica attrae la maggior parte dei visitatori, ma cresce l’interesse per le aree rurali e per i piccoli centri dell’entroterra, che offrono esperienze legate alla natura, alla cultura e all’enogastronomia locale.
Pressione e densità turistica
Vibo Valentia è nona in Italia per densità di posti letto rispetto alla popolazione residente, con 288,6 posti letto ogni 1.000 abitanti. Sebbene la pressione turistica sul territorio di Vibo Valentia non sia tra le più elevate a livello nazionale, la densità di posti letto e la lunga permanenza media indicano un rischio di sovraccarico nei periodi di punta, soprattutto nei centri costieri.
La sfida è quindi trasformare la quantità in qualità, distribuendo i flussi nel tempo (destagionalizzazione) e nello spazio (verso i borghi interni). La provincia ha tutte le caratteristiche per diventare un laboratorio di turismo sostenibile: una costa iconica, un entroterra rurale autentico e una rete di piccoli centri con un forte patrimonio culturale e gastronomico.
Calabria tra sfide e potenzialità
Nel complesso, la Calabria mostra un andamento contrastato. Le province costiere mantengono una buona tenuta, ma i dati mettono in evidenza una forte dipendenza dal mercato domestico: oltre il 90% delle presenze in province come Crotone e Cosenza è di origine italiana, mentre il tasso di internazionalità resta inferiore alla media nazionale del 54%.
Anche sotto questo aspetto, Vibo Valentia può giocare un ruolo strategico, grazie alla sua notorietà internazionale, soprattutto nell’area di Tropea, e alla crescente connettività dei trasporti regionali.
Prospettive: da vocazione balneare a sistema territoriale integrato
L’indagine del Touring Club conferma che Vibo Valentia è una delle province italiane dove il turismo balneare resta forte e identitario, ma anche una delle più promettenti per sviluppare un’offerta più articolata.
Il potenziale di crescita risiede nella creazione di un sistema integrato tra mare, collina e borghi, capace di offrire esperienze legate a natura, cultura, gastronomia e ospitalità diffusa. Come suggeriscono gli esperti del settore, la sfida è passare da un modello stagionale a uno basato sull’esperienza e sulla comunità, in cui l’ospitalità si estende anche ai mesi di bassa stagione.
Puntare al cambiamento
In sintesi, lo studio del Touring Club Italiano fotografa una provincia in equilibrio tra tradizione e cambiamento. Vibo Valentia non è tra le prime per numero complessivo di presenze, ma spicca per qualità del soggiorno, capacità di fidelizzazione e tenuta del sistema ricettivo.
Elementi che la rendono un caso emblematico nel contesto del turismo meridionale, se saprà investire nella diversificazione dell’offerta, nella sostenibilità e nella promozione unitaria del territorio, la provincia potrà consolidare il suo ruolo di “cuore turistico della Calabria tirrenica”, esempio di come il turismo possa generare valore autentico e duraturo per le comunità locali.





























