I comitati civici Osservatorio Città Attiva di Vibo Valentia, San Bruno di Serra San Bruno, Costa degli Dei di Tropea, Artigianfamiglia di Pizzo, La Proloco di Vibo Marina, lanciano un forte appello all’unità dei sindaci del territorio vibonese, in vista della nuova Conferenza che si terrà oggi a Vibo Valentia.
«È importante, in questa fase in cui dovranno essere prese decisioni fondamentali per il futuro della Sanità, non far prevalere interessi particolari e dare battaglia, tutti insieme. Affinché al Servizio Sanitario della nostra provincia vengano riconosciuti il fabbisogno e gli stanziamenti necessari a far funzionare i servizi fondamentali. – hanno scritto in una nota congiunta – Plaudiamo all’iniziativa del prefetto e riconosciamo ai sindaci il merito di aver fatto finalmente fronte comune e di aver reso possibile l’incontro che si terrà giovedì prossimo alla Regione».
«La popolazione si è aggiunta al nostro grido»
Questo avviene due giorni dopo l’incontro in Prefettura tra prefetto, commissione straordinaria dell’Asp, presidente della Conferenza dei sindaci, il sindaco di Vibo, il vescovo, il presidente della Provincia, il portavoce del Forum delle associazioni del Terzo Settore. Insieme a loro i rappresentanti delle sigle sindacati ed il subcommissario alla sanità.
«Per la prima volta, quella sera, sotto il palazzo del governo, da tanti anni e dopo tanti sforzi da parte nostra, la popolazione si è aggiunta al nostro grido di denuncia per le condizioni dei nostri ospedali. Con tanti lavoratori, attivisti, famiglie, malati e abitanti della provincia scesi in piazza a rivendicare il diritto alla salute. – hanno continuato – Finalmente, inoltre, verrà istituito anche un tavolo, in Regione. Lo stesso prevede il confronto anche con i comitati popolari per discutere del riparto del fabbisogno e delle risorse necessarie al SSN della nostra provincia. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza gli sforzi di tutti i nostri attivisti che hanno effettuato nei mesi scorsi un vero e proprio controllo popolare sugli atti dell’Asp e del commissario ad acta. Informando costantemente la popolazione sulle sperequazioni e i tagli che la nostra provincia, in particolare, subisce».
«Non ci accontentiamo delle briciole»
«Mentre accogliamo positivamente questa apertura, meno positivo è il riscontro per quanto riguarda i contenuti stessi che sono trapelati dall’incontro di due giorni fa nel palazzo. Ci è stato detto in sostanza, che le briciole di cui usufruiamo per i servizi sanitari di Vibo Valentia sono il miglior trattamento possibile. Che sbagliamo a lamentarci», hanno asserito i comitati civici del Vibonese.
«Ci è stato comunicato, per mezzo del subcommissario Ernesto Esposito, un dato che indicherebbe che la spesa pro capite della nostra provincia sia addirittura più alta di quella media della Regione. Ammonta infatti a 1551 euro. Si tratta di una meschina distorsione delle cifre realmente in gioco, che non tiene conto di tutte le voci di bilancio. Non accettiamo l’idea che i vibonesi debbano rinunciare a curarsi ed essere costretti alla mobilità infra-regionale (esiste anche quella, e per essa Vibo Valentia spende ben 40 milioni all’anno) per una voce di bilancio che crea forti sperequazioni sui territori. E soprattutto non tiene conto del fabbisogno standard», hanno affermato.
«Dichiarazioni vergognose da parte di Occhiuto»
«La cosa peggiore è stata, infine, la reazione del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, alle nostre richieste. Occhiuto non ha ritenuto opportuno presentarsi fisicamente a Vibo Valentia e siamo stati accusati di tentare una carriera politica “sulle sofferenze delle persone”. Offese che fanno il paio con quelle dei commissari dell’Asp che ci hanno accusati di “ricercare solo applausi”. Questo atteggiamento dimostra, oltre ad una incapacità di relazionarsi con le realtà sociali. Un totale scollamento dalla vita reale e dalle necessità concrete della popolazione», hanno detto.
«Chi prova le sofferenze causate dal malfunzionamento della rete ospedaliera e territoriale infatti, siamo in primis noi cittadini, le nostre famiglie, i nostri figli. Solo perché abbiamo subìto sulla nostra pelle le ingiustizie e i danni dei tagli lineari alla sanità, decisi a livello nazionale e regionale, e della privatizzazione strisciante della sanità stessa, riteniamo urgente e inevitabile scendere in piazza con forza e costanza. – hanno affermato – Non solo respingiamo con sdegno le vergognose dichiarazioni del presidente, ma tenteremo di estendere ed intensificare le nostre mobilitazioni, se le risorse previste per il nostro territorio saranno insufficienti a garantire il diritto alla salute. Lo faremo coinvolgendo altre associazioni, i sindacati e la popolazione tutta creando uno stato di agitazione permanente»































