Grave atto intimidatorio nei confronti del sindaco di San Gregorio d’Ippona Pasquale Farfaglia. La sua automobile, un’Audi Q5, è stata presa di mira da ignoti, i quali hanno esploso contro l’autovettura del primo cittadino ben diciassette colpi di pistola. I carabinieri, che hanno messo sotto sequestro l’auto, stanno indagando sull’accaduto. L’episodio si sarebbe verificato nella serata di ieri, 7 settembre, presumibilmente nei pressi della chiesa di Santa Ruba dove il primo cittadino si era recato in occasione dei festeggiamenti per la Madonna della Salute. I militari dell’Arma avrebbero ritrovato alcuni bossoli proprio nei pressi della chiesa. Immediata la solidarietà al sindaco Farfaglia.
Gli attestati di solidarietà al sindaco Farfaglia
In una breve nota, il presidente della Pro loco Vibo Città Michele Catania esprime «ferma condanna e sincera solidarietà al sindaco di San Gregorio Pasquale Farfaglia e alla sua famiglia per il vile attentato subito. Ci uniamo alla sgomento dell’intera comunità di San Gregorio».
«Un gesto esecrabile che alza il livello delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali». Così Francesco De Nisi, consigliere regionale e segretario di Azione in Calabria, stigmatizza i diciassette colpi di arma da fuoco che ignoti hanno indirizzato contro l’auto del sindaco di San Gregorio d’Ippona Pasquale Farfaglia. «Sono sicuro – aggiunge De Nisi – che l’amico Pasquale Farfaglia, primo cittadino da sempre al servizio delle primarie istanze della pacifica comunità da lui amministrata, non cederà alla delegittimazione che qualcuno cerca di imporre con la violenza e la cancellazione delle basilari regole di legalità e civica convivenza. Tutti noi, assieme ai calabresi, non dobbiamo arrenderci alla logica della sopraffazione, ai ricatti e alle minacce. Abbiamo il dovere di impedire che il vulnus del sopruso abbia il sopravvento». Nello stringersi a Pasquale Farfaglia e alla sua famiglia con solidarietà personale e istituzionale, De Nisi conclude invitandolo a «non dismettere l’orgoglio di essere una onesta e laboriosa istituzione dello Stato a cui i cittadini che credono del rispetto delle regole, guardano con fierezza» e confida «nell’operato delle forze dell’ordine per risalire a chi ha compiuto l’ignobile fatto».