L’anno termina con un’altra storia condita di passione: i volti che vi abbiamo raccontato quest’anno sono tutti illuminati da un entusiasmo che contagia e costruisce, porta creatività e dinamismo, ciò di cui si ha bisogno per crescere. Antonio Iaconis, originario di Acquaro, ha una voce vissuta, chi lo ascolta comprende come dietro le sue parole ci siano sacrifici, scelte, desideri, sfide: il suo lavoro lo ama, nella fatica, nelle limitazioni. Perché amare, cari lettori, non è mai semplice: esistono le contraddizioni. Si percepisce nella voce di questo protagonista, il carattere di un uomo che ha avuto il coraggio di non risparmiarsi, di non guardare l’orologio. Ci sono storie che commuovono, perché proiettano l’ombra del non raccontato.
Il percorso
«Ho iniziato a lavorare a 14 anni nel lontano 1999, facevo l’alberghiero, in una pizzeria di Tropea, come aiuto pizzaiolo. Mi appassionavo ovunque vedessi fornelli. Di inverno andavo a scuola, d’estate facevo le stagioni. A quindici anni ho fatto anche una stagione estiva in Sardegna. Ho finito la scuola e nel mentre ho portato a termine tante esperienze nelle cucine della costa, come aiuto cuoco. Nel 2005 sono diventato capo partita, in quegli anni la cucina ancora era molto gerarchizzata, dura», ha detto Antonio Iaconis raccontando il suo percorso.
«Ho lavorato sempre nelle grandi brigate e ho girato un po’, perché facevo parte di una agenzia: sono stato in Abruzzo, a Brescia. Nel 2006 decisi di andare a Torino per lavorare, era ottobre di quell’anno quando sono arrivato, città che avevo scelto perché mi ispirava, il mio obiettivo era di lavorare tutto l’anno. Ho trovato occupazione in un ristorante e ci sono rimasto per diversi anni: si praticava la cucina piemontese ma anche nazionale», ha continuato.
La svolta di Antonio Iaconis
Nel 2012 Antonio Iaconis ha deciso di tornare in Calabria: «Ho ricominciato a lavorare nei ristoranti della costa, prima come capo partita e poi come chef, ho imparato il funzionamento della banchettistica. C’erano giorno nei quali entravo in cucina alle 7 e uscivo nel cuore della notte, mi sono sempre divertito, avevo affianco le persone giuste. Ho curato, in quel periodo, anche alcune aperture come pizzaiolo, l’arte bianca ce l’avevo sempre dentro. Ho studiato con Piergiorgio Giorilli e Gabriele Bonci, per imparare a fare la pizza in teglia. Questo lavoro ogni giorno della mia vita mi ha arricchito, nonostante le grandi limitazioni che questo lavoro comporta, non ho alcun rimpianto».
Oggi Antonio Iaconis gestisce un ristorante e pizzeria al suo paese di origine, Acquaro, dove sforna pizze sia napoletane che in teglia: «Di arte della pizza mi sono veramente appassionato nel 2016, grazie anche ad un corso con il maestro Giorilli, persona meravigliosa, e da lì ho preso due mister in pizzeria. Un altro gradino importante nella mia formazione è stato con Gabriele Bonci. Sono un master istruttore adesso, per quanto riguarda le pizze, insegno in una scuola a Reggio Calabria. In futuro mi piacerebbe formare i ragazzi, parlare con loro, appassionarli».
Ci siamo salutati con Antonio in un pomeriggio freddo di dicembre, con l’auspicio di un futuro pieno di energia e nuovi progetti. La bellezza di queste storie sta nell’ondeggiamento tra il fare e rifare, tra la perseveranza e la resilienza.
Leggi altre storie su Informa Calabria