Un ritrovamento inquietante ha scosso un piccolo centro in Calabria, precisamente nel Basso Jonio cosentino. Nei pressi di una discarica dismessa in località Villari a Pietrapaola è stata rinvenuta una bara parzialmente bruciata contenente resti umani, probabilmente di una donna.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Mandatoriccio, che hanno delimitato l’area in attesa degli specialisti della Polizia Scientifica. La Procura di Castrovillari ha aperto un’indagine per profanazione di sepoltura e distruzione di cadavere, disponendo il sequestro dell’area e la rimozione del feretro per gli accertamenti forensi.
Indagini in corso
Gli investigatori ipotizzano che la bara possa essere stata trafugata dal cimitero comunale di Pietrapaola nelle ultime settimane, forse per liberare un loculo. Il tentativo di bruciare il feretro potrebbe essere stato un modo per cancellare eventuali tracce identificative. Ma le fiamme non hanno distrutto completamente i resti, permettendo così il recupero di materiale utile alle analisi.
Al momento le indagini mirano a stabilire l’identità della salma, ricostruire il percorso del feretro e accertare eventuali responsabilità o complicità nella gestione irregolare del camposanto. Fonti investigative sottolineano che tutte le ipotesi sono al vaglio e che solo gli esami tecnico-scientifici potranno confermare origine della bara e identità dei resti.
























