Nella serata di ieri, un’emozionante storia di solidarietà è stata raccontata nella trasmissione Le Iene, con un servizio realizzato da Giulio Golia, andato in onda su Italia Uno. Protagonista di questo servizio è Casa Paese, un progetto unico nato nel cuore della Calabria, nel piccolo borgo di Cicala. La comunità in provincia di Catanzaro è un modello di accoglienza e supporto per le persone affette da demenza.
Cicala: un borgo “Dementia Friendly”
Nel 2018, Cicala è diventato il primo borgo amico delle demenze in Calabria, una regione che conta oltre 40.000 persone affette da Alzheimer. La cittadina ha guadagnato la qualifica di Dementia Friendly Community da parte della Federazione Italiana Alzheimer. Un riconoscimento che sottolinea l’impegno della comunità verso un trattamento più umano e inclusivo delle persone con patologie neurodegenerative.
L’idea di creare un ambiente che supportasse concretamente chi soffre di demenza è stata realizzata dalla terapeuta Elena Sodano, che ha creato un sogno più che un semplice progetto. Una vera e propria Casa Paese, un borgo che, attraverso un approccio innovativo e meno medico, offre un ambiente a misura di persona malata. Questo nuovo modello si basa su una filosofia terapeutica che pone l’accento sulla comunità e sull’inclusione sociale piuttosto che sulla cura tradizionale.
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Il progetto Casa Paese: un sogno concreto
Il cuore pulsante di questo progetto è la Ra.Gi., un’associazione presieduta proprio da Elena Sodano, che ha contribuito in modo significativo alla realizzazione del sogno di Casa Paese. Con il supporto della comunità, delle aziende locali, di imprenditori e cittadini, è stato lanciato un crowdfunding che ha permesso di trasformare Cicala in una vera e propria cittadina a misura di persone affette da demenza.
Un aspetto centrale di questo approccio innovativo è l’idea di un “spazio di vita”, che mette al centro le esigenze delle persone con demenza, restituendo loro un ambiente familiare e sicuro dove poter svolgere attività quotidiane. Attività come andare a comprare il pane, la carne dal macellaio, o semplicemente fare una piega dal parrucchiere. Gesti apparentemente semplici, ma che risultano fondamentali per mantenere il contatto con la realtà e ridurre la sensazione di smarrimento che caratterizza la malattia.
Un modello di inclusione sociale per chi è affetto da Alzheimer
Casa Paese si distingue per la sua capacità di creare un ambiente terapeutico naturale, dove la comunità diventa parte integrante della cura. Ogni angolo del borgo è progettato per essere un luogo di inclusione, per ridurre l’isolamento sociale che spesso colpisce chi soffre di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative.
Nel 2018, l’associazione Ra.Gi. ha iniziato a trasformare un alloggio messo a disposizione dal Comune di Cicala in un centro diurno. “Una casa, spazio di vita per eccellenza, nella quale è stato costruito un borgo, nucleo di convivenza e condivisione pubblica”, racconta Elena Sodano. La Casa Paese non è solo un luogo fisico, ma un vero e proprio progetto di vita. Ed è qui che memoria e inclusione sono al centro del percorso terapeutico. Ogni ambiente è arricchito con oggetti familiari e personali, per stimolare i ricordi e ridurre la confusione tipica della malattia.
Un futuro di speranza e solidarietà
La storia di Casa Paese non è solo un esempio di come la solidarietà e l’inclusione possano fare la differenza nella vita di chi soffre di demenza. È anche un segno tangibile di come una comunità unita possa contribuire al miglioramento della qualità della vita delle persone più vulnerabili. La rete di solidarietà che ha sostenuto il progetto, dalle aziende locali agli abitanti del borgo, ha dimostrato che quando si lavora insieme per un obiettivo comune, si possono raggiungere traguardi straordinari.
Il modello di Cicala sta rapidamente guadagnando attenzione e potrebbe presto ricevere un riconoscimento ufficiale per la sua innovatività. Grazie al coraggio e alla determinazione di Elena Sodano e della sua associazione, questo piccolo borgo calabrese è diventato un faro di speranza e un esempio per altre comunità che desiderano affrontare la sfida delle malattie neurodegenerative con un approccio più umano e inclusivo.