Due telefoni cellulari e oltre dieci grammi di stupefacenti, cocaina già confezionata e presumibilmente destinata allo spaccio, sono stati scoperti dalla Polizia penitenziaria all’interno di una cella del carcere calabrese di Rossano. L’episodio riaccende i riflettori su un fenomeno sempre più diffuso all’interno degli istituti penitenziari italiani: l’introduzione illegale di droga e telefoni mobili.
Crescono i ritrovamenti nelle carceri italiane
A denunciare la gravità della situazione sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale del sindacato. I due sottolineano come «gli episodi di ritrovamento di telefoni cellulari e droga siano in costante aumento», malgrado gli sforzi degli agenti, che operano spesso in condizioni difficili, con pochi mezzi e risorse umane limitate all’interno del carcere calabrese.
La proposta del Sappe: schermare le carceri contro i cellulari
Secondo Durante e Ciccone, è fondamentale adottare contromisure efficaci per contrastare l’utilizzo illegale dei telefoni mobili in carcere. Una delle proposte più urgenti è la schermatura degli istituti penitenziari, per impedire il funzionamento dei dispositivi introdotti clandestinamente. «Riteniamo che sia l’unica forma di prevenzione realmente efficace – dichiarano – visto che l’introduzione del reato penale specifico non ha prodotto i risultati sperati».
Unità cinofile in difficoltà: mancano agenti
Un altro problema segnalato riguarda il nucleo cinofili di Paola, attualmente poco operativo a causa dell’assenza di due agenti impegnati in un corso di formazione. Questo ha rallentato significativamente l’attività antidroga, che in passato aveva portato a importanti risultati nelle carceri calabresi.
Il ritrovamento nel carcere calabrese di Rossano è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che mettono in evidenza le falle del sistema penitenziario. Serve un intervento strutturale che coinvolga tecnologie di blocco dei segnali, potenziamento del personale e investimenti concreti nella sicurezza interna per contrastare il traffico illecito di droga e la comunicazione non autorizzata con l’esterno.