Nemmeno la pioggia e il freddo di ieri mattina, 29 novembre, hanno frenato l’impegno sociale e costante dell’Osservatorio Civico “Città Attiva” di Vibo Valentia, schierato in presidio anche per il sabato conclusivo del mese di novembre. Un percorso, questo, che è iniziato esattamente tre anni fa e che si rinnova ogni ultimo sabato del mese, sempre attraverso il sostegno sinergico di rappresentanti associativi, di cittadini e dei comitati civici “Costa degli Dei” e “San Bruno”.

Il presidio partito dalle ore 11 nella piazzetta San Pio
A partire dalle ore 11, presso la piazzetta San Pio, si sono riuniti i vari referenti dei comitati civici e diversi simpatizzanti ed attivisti. Nei loro occhi c’era quella voglia di riscatto che c’è in chi cerca dignità per la regione in cui vive. A veicolare i loro sentimenti di rabbia, inoltre, c’erano dei cartelli con uno slogan che è anche una reale e triste costatazione: “Quando tutto sarà privato, anche tu sarai privato di tutto”.
Accanto a Daniela Primerano, a Francesca Guzzo, ad Ornella Grillo e ai sostenitori dell’Osservatorio “Città Attiva”, hanno partecipato al sit-in anche Rocco La Rizza del Comitato civico “San Bruno” di Serra San Bruno, Marina Radice del Comitato civico “Costa degli Dei”, Domenico Pafumi in qualità di presidente del sindacato Fials di Vibo (Federazione italiana autonomie locali e sanità), Enzo De Maria della Pro Loco di Vibo Marina e Maria Rosaria De Rito, presidente dell’associazione “Le Donne del Cedro”. Daniela Primerano, tra l’altro, ha rivolto un caloroso saluto al sodalizio, al termine del presidio e a nome di tutti i promotori.
Interrotto il servizio “Sos liste d’attesa”
Ad introdurre la manifestazione è stata Daniela Primerano che, dopo aver ringraziato tutte le persone presenti, ha ribadito l’effettiva sospensione della collaborazione allo sportello “Sos Liste d’Attesa, nato grazie all’impegno dell’Osservatorio “Città Attiva” e percepito positivamente da tantissimi vibonesi.
A tal proposito, Daniela Primerano ha fatto notare l’ingiustizia e l’irragionevolezza di tale scelta che è entrata in vigore da mercoledì scorso. Soffermandosi poi sulla conferenza dei sindaci, svoltasi il 25 novembre scorso, ha dichiarato: «Si è svolta giorni fa la conferenza dei sindaci e c’è stata una voce unanime. La sanità vibonese, nel frattempo, è al disastro totale e non possiamo più sentire che si è in attesa dell’approvazione del piano di fabbisogno del personale o che bisogna vedere se bastano le risorse» – fa notare la Primerano.
Il Decreto numero 302 e la conferma di una sanità vibonese che resta ai margini
«Stiamo parlando – prosegue la rappresentante dell’Osservatorio – del diritto alla salute che va garantito perché è previsto dalla Costituzione, in egual modo in tutta la Calabria e in tutta Italia. Dico in tutta la Calabria proprio perché, pochi giorni fa, è stato pubblicato il Dca n° 302 del 25 novembre 2025 che stabilisce il riparto delle risorse per l’assistenza socio sanitaria. Ebbene, quel Dca ha riconosciuto per le annualità 2026 – 2027, poco più di 7 milioni all’Asp di Vibo e oltre 40 milioni all’Asp di Crotone. Lì dentro c’è scritto che quel decreto fa fronte alle diseguaglianze e garantisce l’equità di accesso alle cure. Se questi sono i numeri è una vergogna. Chiediamo ai sindaci del territorio di impugnare al Tar quel provvedimento perché è una vergogna per l’Asp di Vibo e per tutta la cittadinanza».
Il rapporto Agenas sui tempi di attesa delle ambulanze vibonesi
In più, durante il suo intervento di apertura, Daniela Primerano ha evidenziato anche le scelte politiche che stanno discriminando l’intera sanità vibonese. In relazione a ciò, sottolinea: «Il fallimento della gestione dell’Asp viene in qualche modo certificato dalla convocazione fatta dal prefetto di Vibo e fissata per il 3 dicembre, chiamando direttamente la Regione Calabria ad occuparsi della sanità vibonese, perchè si rende conto dell’allarme sociale e chiama tutti alle proprie responsabilità, partendo proprio dalla Regione Calabria. Sono scelte politiche – precisa più volte – quelle che hanno portato all’abbandono di questo territorio. Un’altra cosa che dobbiamo dire, riguardo alla sanità vibonese, – aggiunge – è il rapporto Agenas di qualche giorno fa. È stato certificato che la peggiore Asp, per quanto riguarda i tempi di attesa per l’arrivo dell’ambulanza, è quella di Vibo. Ovvero, 35 minuti di tempo. In caso di ictus, in caso di arresto cardiaco, in caso di emorragia, tutto ciò significa morire. È gravissimo che Vibo Valentia sia ancora in questa situazione».
Espressa vicinanza e sostegno al paziente Gerlando Gioffrè
Daniela Primerano ha poi espresso, a nome di tutti, vicinanza e sostegno ad un paziente che si chiama Gerlando Gioffrè e che vive a Pizzo. Quest’ultimo, con i suoi 75 anni di età, aveva preso parte alla conferenza dei sindaci del 25 novembre, chiedendo umilmente di poter essere curato al reparto di Urologia dell’ospedale di Tropea,dove già in precedenza era stato seguito.
Invitare tutta la Conferenza dei Sindaci al vertice del 3 dicembre
Come è già stato reso noto, per il 3 dicembre, il prefetto di Vibo Anna Aurora Colosimo, ha indetto un incontro per affrontare il tema sanità, invitando i commissari dell’Asp di Vibo, il presidente della Conferenza dei Sindaci, Salvatore Fortunato Giordano, il presidente della provincia di Vibo Corrado L’Andolina, il primo cittadino di Vibo Enzo Romeo, i presidenti degli ordini di medici ed infermieri, le organizzazioni sindacali di categoria e il commissario ad acta e il governatore regionale Roberto Occhiuto.
Soffermandosi soprattutto sul seguente vertice, il presidente del Comitato “San Bruno”, Rocco La Rizza, dichiara: «Voglio chiedere al prefetto di convocare anche la Conferenza dei Sindaci il 3 dicembre, così possiamo esserci tutti, perché ognuno di noi deve sapere quale sarà il proprio destino. Perché io come cittadino e nessuno del vibonese vale 47,50 euro. Ci rifiutiamo – sostiene – perché nella stessa regione ci dev’essere equità, uguaglianza e non disparità. Invito il governatore Occhiuto, attuale commissario ad acta, a rivedere questo sfracello nella sanità. Non possiamo accettare che Catanzaro abbia due Hub e Cosenza altre due, mentre in questa provincia non ce ne sono per niente e anche gli ospedali delle zone montane rischiano la chiusura».
Il depotenziamento di Tropea e la necessità di un sistema ospedaliero Hub
Marina Radice del Comitato “Costa degli Dei” ha dato vita anche ad un’attenta analisi della situazione attuale. «Siamo partiti – afferma l’attivista – dall’idea di voler riunire tutte le forze in campo, tutte le rappresentanze di cittadini, i lavoratori e gli operatori sociali del territorio. Questo lo abbiamo fatto per avere un’idea unanime di ripristino, in merito alla sanità pubblica nella provincia di Vibo Valentia. Durante la Conferenza dei Sindaci, del 25 novembre scorso, – ha precisato – abbiamo impiegato tre ore per far dire ai commissari Asp che anche l’ospedale di Tropea è un ospedale generale. Il problema è che stanno togliendo quei pochi reparti che c’erano. Non ci sono più tanti servizi ambulatoriali, non ci sono servizi di assistenza diretta alle persone ed è tutto molto problematico. Questo significa che è giusto dover pretendere, nel caso dell’ospedale di Tropea, come anche per Serra San Bruno e per Vibo, uno sviluppo ulteriore di quella che è l’entità di queste strutture ospedaliere. Quindi, un’idea sarebbe quella di creare, nella nostra provincia, un Hub con altri ospedali che siano spoke o che siano degli ospedali di riferimento ed integrativi ad una Hub, senza che i pazienti debbano sempre fare 200 chilometri per andare a Catanzaro o comunque non poca strada per arrivare a Lamezia».
L’appello alla partecipazione attiva di Maria Rosaria De Rito
Hanno poi preso la parola anche Domenico Pafumi del sindacato Fials di Vibo ed Enzo De Maria della Pro Loco Vibo Marina, entrambi uniti al percorso dell’Osservatorio Civico “Città Attiva” ed apprezzati per i loro interventi. Come se non bastasse, a quasi conclusione del sit-in, è intervenuta Maria Rosaria De Rito, la quale ha portato la sua personale testimonianza e ha invitato tanti cittadini ad unirsi all’iniziativa dell’Osservatorio Civico “Città Attiva”. E poi, rivolgendosi alle istituzioni, ha dichiarato: «La lotta continuerà. La Calabria non vuole morire. Questo è un tempo nuovo, il tempo della presa di coscienza».
Parole in cui si riflette una Calabria che lotta per un diritto essenziale, che lotta per la vita.




























