È stata discussa, nel corso del question time dell’ultimo consiglio regionale, l’interrogazione a risposta scritta che il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Sinistra italiana Avs, ha presentato in ordine alle mareggiate che hanno devastato il lungomare di Tropea.
L’interrogazione risale allo scorso 6 febbraio, a seguito degli eventi climatici avversi. Lo Schiavo chiedeva al competente assessorato: «Quali risorse si intendono mettere immediatamente a disposizione del Comune di Tropea al fine di procedere ai lavori urgenti di ripristino del lungomare. Quali opere di mitigazione del rischio erosivo avete realizzato nel comune di Tropea e quali, allo stato, pur programmate e finanziate, non avete mai realizzato. Se è stato concluso l’accordo con l’Università Mediterranea e con l’Unical per l’aggiornamento e la rivisitazione del masterplan. Se è già stato programmato ed è iniziato un nuovo e approfondito studio sul fenomeno erosivo nel litorale vibonese e in particolare nel tratto di costa di Tropea».
Lavori di difesa costiera: ritardi e ostacoli ambientali
A riscontrare l’interrogazione, con risposta scritta, l’assessore regionale ai Lavori pubblici Maria Stefania Caracciolo, che in aula ha dato anche lettura della replica. L’assessore ha specificato che «è prevista la realizzazione di parte dell’intervento integrato per il completamento delle opere di difesa costiera e ricostruzione del litorale “Scogli delle Formiche — litorale di Pizzo Calabro”. Esso prevede la costruzione di una barriera soffolta con ripascimento protetto a Marina del Convento. Mentre nella zona di “Mare piccolo” sono previsti un pennello semi-sommerso e il relativo ripascimento».

La consegna dei lavori è però «subordinata alla verifica della presenza di praterie di Posidonia Oceanica, attraverso rilievi subacquei di dettaglio del relativo habitat. Ciò al fine di determinarne la reale estensione e il grado di interferenza con le opere in progetto. Tale approfondimento, recentemente realizzato e trasmesso in data 28 febbraio 2025 dall’impresa aggiudicataria, ha evidenziato tale interferenza su circa 160 metri dei 290 metri previsti. E ciò consentirebbe la realizzazione parziale della barriera in progetto. Sulla base delle indicazioni, in corso di recepimento dai progettisti, sarà valutata la fattibilità in merito alla realizzazione di uno stralcio della medesima opera in termini di funzionalità. Questo nelle more di una eventuale rimodulazione del progetto che tenga conto delle limitazioni imposte dalla normativa ambientale». Un ulteriore intervento, ha spiegato Caracciolo, «prevede la realizzazione di una barriera soffolta in località “Mare piccolo”. È attualmente in fase di valutazione ambientale presso il competente dipartimento regionale».
Accordo con università in corso di definizione
In merito all’aggiornamento del “Masterplan degli interventi di mitigazione del rischio di erosione costiera in Calabria”, Caracciolo rappresenta che «è in corso di definizione un accordo con l’Università Mediterranea e con l’Unical e l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale. Un accordo per l’aggiornamento e la rivisitazione dello stesso con criteri e approcci innovativi. Si farà tesoro di tutte le virtuose attività svolte nel passato. Puntiamo a rappresentare la più moderna frontiera per la mitigazione del rischio su ampia scala. Lo facciamo nell’ambito di un contesto di risorse estremamente limitate rispetto alla complessità del territorio».
La dura replica di Lo Schiavo
Il commento di Lo Schiavo: «Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. È questa l’impressione che ricavo dalla risposta fornita dall’assessore. Le problematiche evidenziate nell’interrogazione, ormai datata di quasi sei mesi, richiederebbero al contrario interventi immediati e misure straordinarie. Ma l’impressione, ancora una volta, è che l’esecutivo regionale non sia in grado di fornire soluzioni che non contemplino cavilli, pareri, verifiche, procedure. Davvero una procrastinazione che va nella direzione opposta a quella attesa dalle comunità locali. Comunità mai come in questo momento in febbrile attesa di interventi. Interventi da cui, oltre alla difesa del territorio, dipende buona parte della propria economia e del proprio futuro. Tanto più in una regione come la Calabria che “vanta” il maggiore tratto di costa erosa dal mare e dove, nonostante le risorse enormi disponibili, registriamo ritardi così importanti negli interventi che questi vengono superati a causa della nuova conformazione della costa provocata dai fenomeni erosivi».
Conclude Lo Schiavo: «Su questo tema, così come su quello della mitigazione del rischio idrogeologico, le azioni necessarie non possono subire ulteriori rimandi e incertezze, perché è da qui che passano la sicurezza dei cittadini e il futuro economico e sociale di intere comunità».