Un nuovo scandalo scuote il settore turistico calabrese. Otto tour operator, tra italiani e stranieri, sono finiti al centro di un’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro per presunte false presenze di turisti in Calabria tra il 2019 e il 2021. Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero attestato fittiziamente la presenza di turisti in strutture ricettive della regione al solo scopo di ottenere contributi pubblici regionali.

Frodi ai danni della Regione Calabria: i dettagli dell’indagine
Le indagini condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno portato alla luce un presunto sistema fraudolento attraverso cui i tour operator, utilizzando documentazione falsa e dichiarazioni mendaci, avrebbero percepito indebitamente contributi economici erogati dalla Regione Calabria ai sensi della Legge Regionale 3/2018.
Questa norma è finalizzata a incentivare il turismo e sostenere la destagionalizzazione delle presenze turistiche sul territorio calabrese. Tuttavia, gli accertamenti hanno evidenziato che molti dei turisti dichiarati non sarebbero mai stati realmente presenti negli alberghi regionali.
Sequestri per oltre 700 mila euro e fondi bloccati all’estero
A seguito degli accertamenti, il gip di Catanzaro ha disposto il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 737.930 euro, eseguito dalla Guardia di Finanza. Le somme indebitamente ottenute sarebbero state trasferite su conti correnti in Italia e all’estero, in particolare in Argentina, Spagna e Svizzera.
Non solo: gli indagati avrebbero richiesto nel 2022 un’ulteriore erogazione di 394.507 euro, bloccata grazie all’intervento tempestivo degli investigatori e alla collaborazione della Regione Calabria, che ha impedito l’ulteriore fuoriuscita di fondi pubblici.
I reati contestati: truffa aggravata e falso ideologico
Le ipotesi di reato a carico degli otto rappresentanti legali dei tour operator comprendono: truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, concorso nel reato. Il danno arrecato non è solo economico: questo tipo di frodi mina la fiducia nel sistema degli incentivi al turismo e rischia di compromettere iniziative virtuose volte a promuovere la Calabria come destinazione turistica tutto l’anno.
