Un’operazione ad ampio raggio condotta dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli della Calabria (Adm), con il supporto dell’Ufficio Antifrode regionale e in collaborazione con Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Carabinieri, ha portato alla luce un vasto giro di gioco d’azzardo illegale nelle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. L’attività si inserisce nel quadro delle iniziative promosse dal Comitato per la Prevenzione e Repressione del Gioco Illegale (Co.PRe.G.I.), con l’obiettivo di garantire la sicurezza del gioco e la tutela dei minori.
Controllati 51 esercizi commerciali: 76 apparecchi manomessi e 4 persone denunciate
Nel corso dei controlli, effettuati negli ultimi mesi, sono stati ispezionati 51 esercizi commerciali, all’interno dei quali sono stati sequestrati 76 apparecchi da gioco non conformi alla normativa vigente. Le verifiche hanno fatto emergere una serie di violazioni gravi, tra cui la manipolazione dei dispositivi elettronici destinati al gioco. Quattro persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria con accuse di esercizio abusivo di attività di scommessa, in violazione della legge n. 401 del 13 dicembre 1989, e di frode informatica. Gli indagati avrebbero utilizzato macchinette alterate per evadere il pagamento delle imposte dovute.
Il trucco delle “schede clonate” per evadere il fisco
Secondo quanto accertato dagli investigatori, molte delle apparecchiature sequestrate presentavano una seconda scheda elettronica (cosiddetta “clone”), che aggirava quella ufficialmente autorizzata dall’Adm. Questo sistema fraudolento impediva la corretta trasmissione dei dati al sistema telematico dell’Agenzia, alterando l’esito delle giocate e danneggiando gravemente l’Erario. La presenza delle schede clonate eliminava ogni forma di controllo a tutela dell’utente finale, rendendo il gioco completamente manipolabile e privo di garanzie.
Sanzioni per oltre 3,8 milioni di euro e chiusure temporanee
A seguito delle irregolarità riscontrate, sono state elevate sanzioni amministrative previste dall’articolo 110, comma 9, lettera f quater, del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Le multe, che vanno da 5.000 a 50.000 euro per ciascun apparecchio irregolare, raggiungono un totale complessivo di oltre 3,8 milioni di euro. Oltre alle sanzioni pecuniarie, è stata disposta anche la chiusura temporanea da 30 a 60 giorni degli esercizi commerciali coinvolti.
Durante le attività di controllo, è emerso anche un punto scommesse abusivo affiliato a un concessionario estero privo di autorizzazione ad operare in Italia. Un ulteriore elemento che sottolinea la necessità di monitoraggi costanti per contrastare il fenomeno del gioco illegale e tutelare la legalità nel settore.