«La stagione estiva è ormai alle porte e con essa si ripropone il vecchio problema dell’uso di mezzi meccanici (ruspe, trattori ecc.) utilizzati per la pulizia delle spiagge. È forte la preoccupazione del Wwf Calabria per l’imminente e delicato periodo in cui sia le tartarughe marine, sia uccelli come il fratino e il corriere piccolo iniziano a nidificare proprio sulle spiagge calabresi, e il cui successo riproduttivo – si legge in una nota – continuerebbe a essere minacciato nel caso in cui amministrazioni comunali o privati gestori dei lidi, nonostante gli appelli e le polemiche delle stagioni passate, prevedessero l’utilizzo di mezzi cingolati o gommati, con lo scopo di asportare il materiale accumulato sulla spiaggia, e lo spianamento della stessa fino a renderla perfettamente liscia».
A rischio le uova deposte
«Dette operazioni – viene spiegato nella nota – non solo rischiano di schiacciare le uova già deposte, arrecando un danno incalcolabile alle specie nidificanti, ma in molti casi rappresentano una grave minaccia per la tipica vegetazione delle dune, il cui simbolo è il giglio di mare, che così rischia di anno in anno di assottigliarsi sempre di più».
Le dune costiere rientrano infatti «tra gli ambienti protetti dalla Direttiva Europea 92/43 Cee, la cosiddetta “Habitat”, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e dalla fauna selvatiche, disciplinata in Italia dal Dpr 357/97, i cui vincoli vengono troppo spesso del tutto ignorati nell’indifferenza quasi generale. Proprio per cercare di arginare questo triste e diffuso fenomeno – spiega l’associazione ambientalista – da alcuni anni il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria trasmette a tutte le amministrazioni di comuni costieri una lettera, richiamandole al rispetto di alcuni divieti nelle stesse zone protette, a cominciare da quello dell’uso di mezzi meccanici sulle spiagge, così come del transito di veicoli, o interventi di sbancamento o spianamento, norme che ovviamente richiedono maggiori controlli sul territorio da parte delle autorità a ciò preposte».
Un modello già adottato sulla fascia ionica
«Il modello di intervento proposto dal Wwf – è scritto sempre nella nota – è quello già adottato da diversi comuni della fascia ionica, che hanno stipulato un protocollo di intesa con l’associazione, e in cui sono previsti tutti quei divieti per le pratiche che possono compromettere la nidificazione delle specie protette, adottando la raccolta manuale dei rifiuti o quanto meno il rispetto del periodo di nidificazione. A tale proposito il Wwf ricorda che la Calabria, subito dopo la Sicilia (che però ha uno sviluppo costiero ben superiore), ospita ogni anno il maggior numero di nidi di tartaruga marina della specie “Caretta caretta” e l’anno scorso ha registrato il primo caso in assoluto in Italia di tentativo di nidificazione della tartaruga verde, “Chelonia mydas”».
Quelle amministrazioni e molti lidi, «coadiuvati dai volontari del progetto TartAmar del Wwf Italia (da anni impegnati nel monitoraggio e nella sorveglianza dei nidi), sono stati poi ”premiati” con la schiusa delle uova e la nascita dei piccoli di Caretta caretta. Neonati sempre accolti dall’entusiasmo dei tantissimi turisti e villeggianti che hanno avuto la fortuna di assistere in diretta a uno degli spettacoli più affascinanti della natura», chiude il Wwf Calabria.