In Calabria si sale e si scende: dai fondali alle vallate è, letteralmente, un attimo. È questa la grande unicità, che si potrebbe trasformare in sviluppo, futuro, opportunità. Oltre il “modello Rimini”, che da noi non ha avuto il successo sperato, ma al quale si è in parte ancora molto affezionati, si potrebbero aprire universi straordinari per camminatori instancabili, visitatori passionali e curiosi, spiriti liberi e affamati di avventura. Detta così sembrerebbe una utopia giornalistica, ma non lo è: pensate a quanto in breve tempo, proprio in Calabria, da una spiaggia si possa raggiungere un altopiano; questione, talvolta, di pochi minuti. È una bellezza sommersa, che profuma di avvenire. Sostenibile, perché parte dal territorio e ad esso torna, senza alterare, cementificare, modificare.
L’imperativo è denudare, portare a galla, non modificare. Un turismo meno antropocentrico, per il quale è necessario lavorare, anche e soprattutto a una latitudine pedagogica. Ne abbiamo parlato con il direttore dei Parchi Marini Regionali, Raffaele Greco, il quale ci ha raccontato come proprio i parchi possano rappresentare un volano di crescita, autentici scrigni di una «vocazione multitematica» della Calabria. Più volte il direttore ha citato la Carta Europea per il Turismo Sostenibile, una fondamentale dichiarazione di linee guida, le quali prevedono un coinvolgimento diretto anche delle imprese che si occupano di turismo. I primi ad aderire a questa Carta sono stati: Svezia, Danimarca e Finlandia. In Italia ne fanno parte per esempio: il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, il Monte Falterona e Campigna tra Arezzo e Firenze, il Parco Regionale delle Dune Costiere in Puglia.
Trovare una strategia condivisa tra tutti gli attori coinvolti
Lo scorso 15 aprile nella Sala Verde della Cittadella si è tenuto un evento di presentazione della Carta a cura dell’Ente Parchi Marini. Tra gli obiettivi vi è quello di trovare una strategia condivisa tra i gestori delle aree protette, gli operatori turistici locali e tutti gli attori coinvolti, per un richiamo alla preservazione e alla responsabilità. Sviluppo sostenibile si dovrebbe tradurre nella capacità di rispondere ai bisogni delle generazioni attuali, senza compromettere quelli delle generazioni future. Si erge sul principio di sviluppo sociale equo. E tra le finalità c’è anche quello di restituire un senso al viaggio: legare tempo, scoperta e incontro. Ovviamente, la Carta incoraggia il partenariato: non si può lavorare da soli, ognuno secondo una propria filosofia. Il documento prevede, inoltre, un miglioramento delle abitudini di vita dei residenti. È uno scenario di evoluzione, che si pone il problema di come proteggere l’umanità, perché, intendiamoci, il pianeta continuerebbe la sua metamorfosi anche senza uomini. Spesso ci si pone, sempre in una ottica antropocentrica, la questione di come salvare il pianeta, quando in pericolo è l’umanità, l’habitat per come lo abbiamo conosciuto.
Il target dei visitatori di tutti i parchi, non solo quelli marini, come ci ha confermato il direttore Greco nel corso della lunga intervista, proviene dal Nord Europa, in parte dal Nord Italia e anche dagli Stati Uniti. Questo evidenzia come ci sia un grande desiderio di conoscere una strisciolina di terra, che non è solo cemento sulla costa, fabbricati eretti e abbandonati, ma, verosimilmente, l’esatto contrario.

Parchi, Calabria e futuro
I Parchi Marini in Calabria sono sei: Riviera dei Cedri, Costa degli Dei, Scogli di Isca, Costa dei Gelsomini, Baia di Soverato, Secca di Amendolara. Il direttore Raffaele Greco è perennemente al lavoro per costruire un modello turistico in linea con le metamorfosi ambientali: «La Calabria è una terra da svelare, prova ne sono le recenti scoperte del corallo nero a Scilla, ad Amendolara, ma anche i continui rinvenimenti di reperti. La Costa Viola, per fare un esempio, è ricchissima di biodiversità. Mi diceva Francesco Sesso, il campione mondiale di fotografia subacquea, che l’estate scorsa a Scilla ha visto le gorgonie sofferenti per le elevate temperature, nonostante albergassero in profondità. In qualunque punto della Calabria si possono fare scoperte e ritrovamenti».
Un lavoro certosino l’Ente Parchi Marini lo sta facendo proprio con la Carta Europea sul Turismo Sostenibile, per imboccare una direzione: «La Carta Europea, che vorremmo fare avere ai parchi marini calabresi e alle principali zone di conservazione, ci fa entrare in una rete, attualmente composta da oltre quattrocento aree protette in Europa, che riguarda circa trenta Paesi, i quali hanno più che mai a cuore la sostenibilità ambientale ed economica. Noi oggi abbiamo a che fare con una domanda da parte dei visitatori cosiddetta multitematica, verso la quale la Calabria ha una straordinaria capacità di offerta, di risorse marine e collinari, assolutamente integrate. Il parco marino di Soverato dista venti minuti di auto dal Parco delle Serre. E noi su ciò vogliamo puntare: questa estate con il Parco delle Serre, utilizzando una barca a vela sequestrata ai migranti e assegnataci dalla Prefettura di Catanzaro, vorremmo attraversare le principali località turistiche, i parchi marini, per raccontare lo straordinario patrimonio calabrese.

Un “turismo fordiano” da superare
Una espressione, “turismo fordiano”, coniata nel corso della chiacchierata dal direttore Greco, estremamente eloquente, per indicare un modo di fare turismo poco legato con il territorio, strutturato, praticamente in serie. «Stiamo operando – è sempre Raffaele Greco che parla – affinché ci sia una inclusione di più modelli. L’anno scorso nelle aree certificate dalla Carta Europea del Turismo Sostenibile ci sono stati movimenti pari a 7,3 milioni di persone. Sono numeri straordinari, chiaramente il target di visitatori è diverso, si tratta di persone del Nord Europa, in parte del Nord Italia, degli Stati Uniti. Sono turisti colti, avveduti, che riescono a capire quale sia il turismo responsabile. Io vorrei che i parchi calabresi fossero un pezzo importante nel puzzle del turismo lento e attento. E tutto questo può produrre un grande sviluppo, il quale si misura sia con gli indicatori classici e anche con quelli moderni, che inquadrano il benessere sociale. È un percorso lungo. La provincia di Vibo poi è difficile da trattare, perché restia a schiodarsi dai modelli passati. Tuttavia, per tracciare un solco nel segno del turismo sostenibile, serve un adeguamento generale: strutture ricettive aperte tutto l’anno e adatte ad accogliere gente anche in inverno, amministrazioni consapevoli».
La tonnara di Bivona, sede strategica
Dallo scorso autunno la tonnara di Bivona è sede dell’Ente Parchi Marini, una scelta assolutamente significativa per la provincia di Vibo: «Io l’ho vista da subito – ci racconta Raffaele Greco – come una grande opportunità. Quando mi sono insediato c’era un accordo tra l’ex amministrazione di Vibo e la Regione per utilizzare un finanziamento Por, al fine di adeguare strutturalmente la tonnara e farne la sede dell’Ente Parchi. È la sede più bella che abbiamo, una scelta che non ho fatto io ma che sono stato veramente felice di trovare». Di recente proprio alla tonnara di Bivona si è svolto un forum nell’ambito nel percorso di adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile, durante il quale si è parlato della rete europea Natura 2000, principale strumento comunitario per la conservazione della biodiversità. Intorno ai parchi marini si giocherà una carta importante, e in generale: chi viene in Calabria merita di conoscere, approfondire, vivere esperienze esclusive. E servirà un lavoro anche antropologico, per scardinare il mito che ricchezza sia cemento su cemento. Una sfida».