«Prendo spunto da nota dei social sul turismo a Vibo Valentia per dire la mia sul turismo culturale e offrire ricette utili per fare entrare la mia città a pieno titolo nei circuiti turistici anche internazionali. Le mie proposte nascono dal mio lavoro ultratrentennale sul territorio sia come imprenditrice del settore turistico, sia come operatrice culturale all’interno di associazioni culturali presenti in provincia».
A scriverlo è Anna Murmura, presidente della sede di Vibo Valentia dell’Archeoclub d’Italia.
«L’idea è articolata e di largo respiro e prevede il coinvolgimento di molti attori tra cui operatori culturali e imprenditori e operatori del settore turistico; è indispensabile partire da ciò che già esiste sul territorio: il patrimonio archeologico e storico-artistico, i festival e le attività culturali, gli eventi religiosi».
Dal patrimonio archeologico alle memorie familiari
«Quanto al patrimonio archeologico e storico-artistico – riflette la Murmura -, i filoni sono due: il Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi” e i siti archeologici (Castello di Bivona, S. Aloe, Cofino, Parco delle rimembranze, Mura greche); questi sono stati oggetto di uno studio sinergico e multidisciplinare da cui è nato il progetto “Croceneviera“, che ha ricevuto il plauso di tutti (o quasi) coloro che lo hanno conosciuto anche fuori regione e la firma di moltissimi enti e associazioni del territorio, tra cui il Comune di Vibo Valentia (ente capofila), sindaco Costa».
La giunta Limardo «dopo un primo e generico interesse lo ha completamente ignorato, con l’amministrazione Romeo ci siamo invece interfacciati, più volte per il tramite dell’assessore Soriano, che però dalle parole deve ancora passare ai fatti. Il “Croceneviera” consentirebbe la riapertura di tutti i siti, collegando il patrimonio archeologico all’agricoltura, creando cooperative sociali per la gestione dei siti e per la produzione agricola di erbe mediche, olio e grani antichi e mettendo in moto nuovi posti di lavoro».

Quanto ai beni storici, «pensiamo non solo alle chiese e al Museo diocesano, ma anche alle dimore storiche della città che se messe in rete sarebbero una attrazione turistica importante; abbiamo Palazzo di Francia, Casa Ferrari e il quartier de lignage della famiglia Gagliardi; quest’ultimo consta di tre edifici: Palazzo Gagliardi di proprietà comunale utilizzato per eventi culturali, Palazzo Gagliardi-De Riso di proprietà della Provincia e che attende il restauro e Palazzo Murmura che ospita al suo interno la Fondazione Antonino Murmura e una Casa Museo già meta di visitatori».
Sarebbe da creare, si continua a leggere, «un itinerario delle memorie familiari vibonesi, volto a conservare e valorizzare le tradizioni nobiliari, anche quelle culinarie: realizzare menù ad hoc collegandosi con l’Associazione Dimore Storiche Italiane e con l’Istituto alberghiero di Vibo e un brand culinario; organizzare dei corsi di galateo, incluso il galateo della tavola (mise en place e regole dello stare a tavola). Per ricordare a tutti la ricca tradizione nobiliare calabrese».
I festival come volano di sviluppo
«Passiamo ora – invita Anna Murmura – ai festival e agli eventi culturali. Tra i primi il più antico è “Vibo in danza“, un festival della danza curato e gestito magistralmente dalla Veipocam nella persona della presidente Enrica Candela; grazie a questo in città sono passati i migliori professionisti della danza nazionale e internazionale, con compagnie di danza di livello. Altro festival è il “Leggere e Scrivere” che vanta numerose edizioni di successo, le prime a Tropea e poi a Vibo Valentia a cura del Sistema bibliotecario vibonese, nelle persone di Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano».
Molto più giovane, «ma non meno importante, è il “Festival dell’Archeologia e del Turismo culturale e premio Khaled-all-Assad“, pensato e curato dall’Archeoclub d’Italia sede di Vibo Valentia. Questo festival ha conosciuto una sola edizione nel 2019 e poi è stato bloccato; si tratta di un evento multidicisplinare (archeologia, storia dell’arte, musica, danza, gastronomia e turismo culturale). La sessione sul turismo prevede: una riflessione teorica sulle dinamiche del turismo culturale, la presentazione di nuovi itinerari e un incontro b2b tra domanda e offerta. L’evento attirerebbe non solo turisti e studiosi, ma anche operatori del settore turistico di tutto il mondo. Anche la musica ha avuto a Vibo un ruolo importante grazie alla presenza di un conservatorio da più lustri».

Dal Conservatorio «è partito da tre anni un festival del jazz in cui quest’anno si sono esibiti artisti quali Danilo Rea e Mazzarino; l’idea non mia, ma del giovane amico Lorenzo Muratore, è quella di spostare i concerti tra le strade del centro storico per creare un evento come Umbria Jazz o il Roccella Jazz Festival. Per restare in tema ricordiamo il “Premio Pianistico Fausto Torrefranca” ormai sospeso da anni, organizzato dall’Associazione Amici della Musica di Vibo Valentia; questo vanta tre edizioni nazionali e cinque internazionali con musicologi e giovani musicisti di tutto il mondo. Avremmo ancora i contatti e le competenze per riprenderlo e portarlo avanti».
Il ruolo della pietà popolare
«L’amministrazione in carica – continua la presidente dell’Archeoclub – ha lavorato giustamente in direzione del turismo religioso, promuovendo sia la via dei presepi nel periodo natalizio sia i riti pasquali, soprattutto l’Affrontata; in occasione di quest’ultimo evento sono arrivati a Vibo alcuni pullman con turisti, ma il loro numero potrebbe aumentare coinvolgendo anche gli altri riti della Settimana Santa e altri tour operator».

Tutte queste idee «sono valide per incentivare il turismo culturale, ma la programmazione turistica ha tempi molto lunghi e richiede un anticipo di non meno di un anno. Pertanto, sarebbe necessario sin da subito inziare un percorso vòlto a lavorare, coinvolgendo a stretto giro i seguenti attori: associazioni di categoria (agenti di viaggio, albergatori, ristoratori e guide turistiche), artigiani artisti (ceramisti, tessitori, saponificatori per esempio), associazioni culturali e professionisti del settore».
L’importanza della tempestività e le prossime tappe
Le direttrici da seguire, secondo la proposta della Murmura, sono le seguenti:
- indire un bando per selezionare una agenzia viaggi/tour operator che programmi l’arrivo di gruppi turistici in città («operazione a costo zero, l’operatore guadagenerebbe dalla vendita dei pacchetti turistici»);
- convocare una riunione di tutti gli attori citati sopra per iniziare la calendarizzazione degli eventi e predisporre un piano per reperire fondi pubblici e privati;
- raccogliere nuove idee e nuove proposte;
- indire un bando per il reperimento di un social media manager comunale.

«Ѐ molto importante – riprende Anna Murmura – la tempestività, perchè sono in arrivo 2 fiere del turismo in ottobre: il Ttg di Rimini (8-10 ottobre) e la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum (30 ottobre-2 novembre). La seconda è quella che si adatta alla programmazione qui proposta; a Paestum la Regione Calabria acquista ogni anno un ampio spazio che spesso risulta quasi vuoto e pronto ad accogliere i nostri contenuti».
L’operatrice culturale vibonese si dichiara «a completa e totale disposizione» con le proprie «conoscenze e competenze per la pianificazione generale e dei singoli eventi». Seguiranno «interventi dettagliati sulle singole proposte».




























