«Nelle scorse settimane si è potuto leggere sulle pagine on line dei quotidiani locali della proposta avanzata dall’associazione “Ali di Vibonesità” al sindaco di Vibo Valentia di intestare l’attuale piazza Garibaldi al fu senatore Antonino Murmura. Nulla da eccepire in merito al ricordo del compianto politico vibonese di lungo corso, ma rapportarlo alla figura del Generale Garibaldi e far passare quest’ultimo come uno degli ultimi sconosciuti è cosa assai grave per una città italiana pregna di valori Risorgimentali come Vibo Valentia».

Lo afferma il Gran Maestro Vicario della Gran Loggia Garibaldini d’Italia, Pasqualfabrizio A. A. Fràncica Mayo di Panaia, che così prosegue: «Seppur parrebbe inutile soffermarsi sulla grandiosa figura di Giuseppe Garibaldi che si meritò il nome di “Eroe dei Due Mondi”, si richiama la sua figura di Padre della Patria, conquistatore del Regno delle Due Sicilie, rivoluzionario della prima ora con Giuseppe Mazzini, fondatore di numerose organizzazioni di mutuo soccorso, fondatore dell’ancora attuale Ente Nazionale Protezione Animali, Gran Maestro della Massoneria Italiana, e sublime fino alla fine dei suoi giorni nella sua umiltà come l’illustre 1° Presidente degli Stati Uniti George Washington.
Nel suo nome, inoltre, si organizzarono i nostri Partigiani nella II^ Guerra Mondiale per sterminare il nazi-fascismo, concludendo l’opera di liberazione con la fucilazione di Mussolini. E’ Giuseppe Garibaldi, infatti, l’unica vera figura dei nostri Padri della Patria che rappresenta a pieno l’integrale Unificazione d’Italia, che parte dalle Guerre di Indipendenza sino alla proclamazione della Repubblica Italiana.
Tale circostanza, è ancora oggi fortemente evidenziata con l’intestazione a Garibaldi di Scuole, Caserme, Reparti Militari, piazze e vie principali di ogni città, al fine di richiamare costantemente l’opera del Grande Eroe Militare. Sulla scorta dell’illustre figura storica di Giuseppe Garibaldi, per la cui grandezza a livello mondiale servirebbe un’intera enciclopedia, ci piace ricordare nel dettaglio anche una bella pagina storica della città di Vibo Valentia, al fine di richiamare alla memoria degli amici dell’associazione “Ali di Vibonesità”, composta da stimate figure di cultura, l’importanza di non toccare il nome dell’illustre Padre della Patria.
Durante la famosa Spedizione dei Mille, risalendo dalla Sicilia alla volta di Roma, il Generale Garibaldi arrivò anche a Monteleone il 27 Agosto del 1860. Accolto nella mattinata dai rivoluzionari vibonesi, fu scortato dal marchese Enrico Gagliardi presso il proprio palazzo dal quale il Generale Garibaldi si affacciò per infuocare di amor patrio i cittadini con un suo celebre discorso.
Nella serata, dopo che nel pomeriggio si ebbe a recare presso la località telegrafo (attuale parco delle Rimembranze) per osservare i movimenti del nemico in mare, si recò presso l’antica Loggia-Vendita di Monteleone (costituita nell’anno 1720 ed ancora oggi operativa) per ivi essere accolto nella propria qualità di Gran Maestro della Massoneria Italiana: tale visita, per come riportano numerosi libri di storia ed i documenti dell’epoca, fu fortemente voluta dal Gran Maestro Garibaldi, in quanto proprio in questa Loggia (intitolata Reale e Militare Concordia) e Vendita Carbonara fu iniziato il nostro concittadino Michele Morelli, I° protomartire del Risorgimento Italiano.
L’accoglienza del Gran Maestro Garibaldi, presieduta dal Marchese Fràncica e partecipata da numerosi famosi Fratelli Vibonesi ed altri accorsi dalle limitrofe Regioni, fu estremamente significativa per la città: da quella sera del 27 Agosto 1860, infatti, si decise di sciogliere il Grande Oriente Napolitano (cui faceva capo la Loggia-Vendita di Monteleone) e si costituì la Gran Loggia Garibaldini d’Italia, con atto firmato direttamente dal Gran Maestro Garibaldi insieme agli altri Gradi dei Fratelli Monteleonesi, il cui scopo era quello di unificare sotto un unico Vessillo la Massoneria Italiana (si ricorda che Garibaldi fu contestualmente, dal 1860 al 1865, Gran Maestro del Grande Oriente Napolitano, della Gran Loggia Garibaldini d’Italia sedente in Napoli-Monteleone, del Grande Oriente d’Italia sedente in Palermo, del Grande Oriente d’Italia sedente a Torino).
Da tale costituzione di Gran Loggia, alcuni dei medesimi Fratelli Vibonesi si unirono alla Spedizione dei Mille fino alla battaglia di Soveria Mannelli, mentre le donne, mogli di questi Fratelli, cucirono una Bandiera di guerra ancora oggi gelosamente custodita e che sventolò nelle battaglie dei garibaldini vibonesi. Tutto questo è solo uno spillo dell’immortale figura di Giuseppe Garibaldi, la cui memoria di azioni e sentimenti deve ancora servire a costruire gli animi delle future generazioni di Italiani, non potendo essere sostituita da nessun altro nome perché insostituibile fu la Sua opera di Unificazione Nazionale politica, militare, massonica e scolastica.
La Gran Loggia Garibaldini d’Italia, memore delle grandi virtù del Gran Maestro Garibaldi e fedele ai valori di Patria e di Repubblica, auspica fortemente che il Sindaco e l’Amministrazione Comunale tutta di Vibo Valentia non prenderanno in considerazione la proposta di sostituire il nome dell’attuale piazza Garibaldi, in quanto significherebbe un enorme vilipendio commesso da un Ente della Repubblica alla memoria di tutti i Martiri e Patrioti del nostro Risorgimento ed al sacrificio di Garibaldi a donarci una Patria Unita e finalmente Repubblicana.
A tale forte opposizione alla sostituzione del nome dell’attuale piazza Garibaldi a Vibo Valentia, il Collegio dei Maestri Venerabili per la Calabria della Gran Loggia Garibaldini d’Italia sta programmando una serie di pubbliche manifestazioni nella città di Vibo Valentia».