Chiudere gli occhi per imparare a vedere davvero. Sentire il ritmo del compagno, il suono del pallone che rotola, la forza di un limite che smette di essere un ostacolo e diventa forza. Questa è l’emozione intensa che ha travolto le aule e la palestra del Liceo scientifico “G. Berto”, dove il valore dello sport ha incontrato la profondità dell’educazione al rispetto dell’altro. Non è stata una semplice lezione, ma un viaggio nel cuore della diversità, perché educare all’inclusione non significa solo spiegare un’idea o un concetto, ma riuscire ad abbattere i pregiudizi attraverso l’empatia: sentire sulla propria pelle gli altri e le loro emozioni.

L’istituto vibonese, dunque, ha ospitato nei giorni scorsi lo “Juventus One @School”, il programma educativo del progetto paralimpico della Juventus che dal 2017 porta gli atleti delle proprie squadre nelle scuole d’Italia. L’iniziativa ha coinvolto attivamente diverse classi dei vari indirizzi del liceo, offrendo agli studenti e alle studentesse un’esperienza diretta sul tema della disabilità.

Le attività promosse da “Juventus One @School”
Le attività, coordinate dal docente Bruno Nardo e organizzate dal dipartimento di scienze motorie, si sono articolate in due fasi fondamentali della durata complessiva di circa due ore. Una prima fase pratica si è svolta direttamente in palestra, attraverso la quale gli studenti hanno vissuto un’esperienza sensoriale, provando in prima persona le sensazioni che un atleta con disabilità sperimenta praticando uno sport. L’obiettivo di questa prima parte dell’attività è stato comprendere che la disabilità non rappresenta un ostacolo, ma una diversa espressione della persona.

La seconda fase teorica, invece, si è svolta in aula. Qui gli atleti e lo staff del Team Juventus One, attraverso i loro racconti, hanno lavorato con gli studenti per far sì che la disabilità non sia eguagliata alla diversità e per scardinare i pregiudizi stigmatizzanti che spesso limitano l’inclusione nella vita quotidiana.

«Questa attività ha una valenza altamente formativa per i nostri ragazzi – ha affermato il dirigente scolastica Licia Bevilacqua –. Ospitare un club di prestigio come la Juventus per parlare di inclusione significa offrire agli studenti gli strumenti per sviluppare un’opportunità di crescita impareggiabile. È attraverso questi momenti di confronto diretto – ha sottolineato la dirigente – e di vissuto esperienziale che si costruisce una scuola realmente inclusiva e profondamente rispettosa di tutti al di là di qualsiasi barriera».
























