«L’inaugurazione di una nuova caserma costituisce un evento di alto valore etico, perché rinnova il rapporto di vicinanza e di fiducia che lega i carabinieri alle sue genti. Un rapporto che è fatto di tante cose, ma principalmente di quella attitudine ad essere vicini, a sentirsi parte di una comunità. Comunità che oggi è emblematicamente rappresentate da tantissimi cittadini ma ancor di più da questi ragazzi che rappresentano il futuro, ciò che l’Italia dovrà essere. Grazie oggi per essere qui. Noi ci impegneremo a fare di tutto perché avrete sempre un’opportunità di crescita nella vostra comunità».
Lo ha detto oggi pomeriggio, 3 aprile, il comandante generale dei carabinieri Salvatore Luongo, inaugurando la nuova caserma di Limbadi in un bene confiscato.
«Le stazioni carabinieri espressione più genuina di vicinanza ai cittadini»
«Le stazioni carabinieri – ha aggiunto – sono l’espressione più genuina della vocazione di vicinanza ai cittadini dalla quale deriva una funzione insostituibile di protezione, di rassicurazione e di solidarietà Io li considererò luoghi di accoglienza, di ascolto, di inclusione, dove spesso una parola di conforto di fronte ai problemi della vita quotidiana o anche solo una mano tesa fanno la differenza. Si tratta di una missione che acquista maggior valore nei territori come questo, che conoscono la piaga più agguerrita della criminalità organizzata e dove lo Stato non può limitarsi a esercitare un potere esclusivamente repressivo, ma è chiamato a trasmettere fiducia ai cittadini onesti, e ce ne sono tanti, pronti a stravolgere una relazione che li offende».
«Riconvertire in presidi di legalità i luoghi evocativi di un potere criminale»
«Noi – ha detto Luongo – destiniamo alla collettività un immobile sottratto alla criminalità organizzata. Un atto importante in cui lo Stato si rifà e prende quello che gli è stato tolto. Le consorterie criminali di tipo mafioso condizionano lo sviluppo dei sistemi, incidono sul funzionamento degli apparati pubblici e ostacolano la libera crescita sociale ed economica. Da tempo la logica ‘ndranghetista ha superato la violenza. La criminalità è meno sanguinaria ma più pervicace e determinata ad affermarsi come soggetto economico, capace di interagire con imprenditori e professionisti. Questo è quello che noi dobbiamo guardare, è l’impegno maggiore a cui tendere per evitare che questi legami possono andare avanti. L’individuazione e l’acquisizione di beni appartenenti ai patrimoni illecitamente accumulati è parte integrante della strategia di contrasto dell’Arma dei carabinieri, ha un impatto sulla vita di tutti i giorni, io direi irrompente. C’è una volontà concreta e risoluta – ha chiuso il comandante dell’Arma – di riconvertire in presidi di legalità luoghi evocativi di un potere criminale». (Ansa)