In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre 2025, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha diffuso un messaggio di forte impatto civico e culturale. Le sue parole si inseriscono in un contesto globale in cui la violenza di genere rimane una delle principali emergenze sociali, e ribadiscono la centralità della libertà femminile nella costruzione di una società democratica.
Parità ancora incompiuta: la denuncia del Presidente
Mattarella evidenzia come la parità tra uomini e donne sia ancora lontana dall’essere pienamente raggiunta. Nel suo messaggio afferma: «In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l’autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società».
Le sue parole sottolineano una realtà evidente: la mancanza di parità non è un problema circoscritto, bensì trasversale alla vita quotidiana, con profonde ripercussioni sia sul benessere individuale sia sullo sviluppo collettivo.
Violenza nei conflitti e minacce digitali: un allarme che non può essere ignorato
Il Presidente richiama poi alla drammaticità delle violenze che si consumano nelle zone di guerra: «I teatri di conflitto armato, dove la violenza contro le donne viene utilizzata come strumento di intimidazione e oppressione, ne sono drammatico esempio».
Alla violenza fisica si aggiunge quella digitale, sempre più diffusa e pericolosa: «Oggi assistiamo al dilagare di forme di violenza consentite dalla dimensione digitale, amplificate dalle dinamiche dei social network, con effetti tutt’altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi. Abusi che lasciano cicatrici profonde nel corpo e nella mente».
Il linguaggio come strumento di rispetto o di discriminazione
Un passaggio fondamentale, che mette in luce come la violenza di genere abbia assunto forme nuove e più difficili da contrastare senza un’azione congiunta tra istituzioni, famiglie, comunità educative e piattaforme digitali.
Mattarella sottolinea anche il ruolo delle parole: «In questo contesto, affatto indifferente è l’uso del linguaggio quando alimenta stereotipi, pretende di giustificare relazioni di dominio e comportamenti inaccettabili. Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto». Il messaggio è chiaro: il cambiamento culturale parte da un uso consapevole del linguaggio, che può costruire dignità o alimentare discriminazione.
Il ricordo delle sorelle Mirabal: 65 anni dopo, un simbolo che non smette di parlare
Nel giorno che il mondo dedica alla lotta contro la violenza sulle donne, il Presidente ricorda il sacrificio delle sorelle Mirabal, torturate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana per la loro opposizione alla dittatura di Trujillo. Non rappresentano soltanto un simbolo della resistenza femminile, ma incarnano il valore universale della lotta contro ogni forma di oppressione.
«Nel 65° anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, torturate e uccise il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana – oggi, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – la loro scelta di opporsi alla dittatura continua a ispirare intere generazioni, ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno».
Una conquista quotidiana: l’appello finale alla responsabilità collettiva
Il messaggio del Presidente si conclude ribadendo che la difesa della libertà femminile non deve mai essere data per scontata. È una responsabilità di tutti: istituzioni, comunità educative, media, famiglie e cittadini.
Il 25 novembre diventa così non solo una ricorrenza, ma un invito ad agire ogni giorno per contrastare la violenza di genere, promuovere la parità e costruire una cultura fondata sul rispetto.




























