
Una giovane donna ha salutato Martina singhiozzando: «Mi mancherai… Mi mancherà anche Marino», parole proferite in una pozza di dolore, con il respiro affannoso. E tutti nella testa abbiamo immaginato, con gli occhi nel vuoto, sotto un cielo azzurro con nuvolone bianche, il corredino rimasto nell’angolo, le ecografie nel cassetto, magari anche il vestitino, che Marino avrebbe dovuto indossare il primo giorno di vita. Immaginiamo con le pupille bagnate e un brivido ruvido di impotenza e nefandezza. Martina e Marino non ci sono più da quella tragica mattina del 4 maggio, quando Martina Piserà di 32 anni, originaria di Pizzo, ma sposata a Mesiano, è tragicamente deceduta al settimo mese di gravidanza all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Una data funesta non soltanto per quanti hanno amato la giovane.
«Buon viaggio Martina»
Un funerale struggente nella chiesetta di Mesiano, frazione di Filandari, oggi pomeriggio, con una folla incredibile di persone e un rumoreggiare mesto. A celebrare l’Omelia il vescovo Attilio Nostro, rivolgendosi ad Alberto Lascala, marito di Martina e padre del piccolo, con una grande delicatezza, come se fosse un fraseggio intimo, curativo: «Alberto, tu hai conosciuto Dio in una maniera così difficile. Da oggi dovrai vivere per tre. Cristo lo possiamo capire solo nella croce che porta. Le mie parole vogliono essere di speranza: pregherò affinché il Signore ti dia una vita rinnovata. Oggi è importante mettere al primo posto la parola di Dio, parola di vita, che ci riempie il cuore di fiducia. Evitiamo, attraverso la fede, di smarrire il nostro Padre Misericordioso, che è l’unica chiave di volta. Se vogliamo sapere qual è la verità, dobbiamo aspettare di vedere la Resurrezione in opera. Queste vesti bianche le indossiamo anche per il bambino, che sta nel grembo di Martina».
Una donna laboriosa e solare
Di grande impatto anche l’affresco conclusivo di don Franco Fragalà, parroco del santuario di San Francesco di Paola a Pizzo: «Martina era socievole, possedeva calore e generosità. Lavorava tanto. Era una donna fresca e semplice, non aveva fronzoli. Eppure, la sua non era stata una vita facile: aveva sofferto per la morte di suo padre. Quanto ci teneva al matrimonio… I canti, le letture… Me ne parlava di continuo. Era così entusiasta e adesso, io sono qua a celebrare il funerale. Buon viaggio cara Martina». Un buon viaggio portato via dal vento. E, infine, la voce affranta della giovane donna, impastata di dolore: avrà amato tanto Martina, condiviso la gioia della maternità. L’ha ricordata singhiozzando, sotto il peso schiacciante dell’amore.
Dopo la cerimonia religiosa, il corteo funebre accompagnerà Martina Piserà al cimitero di Pizzo, dove riposerà nella cappella di famiglia. Intanto, si attende l’esito dell’attività della magistratura, che potrebbe presto iscrivere nel registro degli indagati medici e infermieri. Un atto dovuto per accertare eventuali responsabilità sulla prematura scomparsa della giovane Martina Piserà.

