«Tagliare 11 postazioni di guardia medica all’improvviso e senza tante spiegazioni, come accade nel Vibonese, ecco in cosa consiste la “buona sanità” di Occhiuto. La chiamano razionalizzazione, ma in realtà è distruzione della sanità pubblica, mancato riconoscimento del diritto alla salute come bene primario da difendere. Ciò è ancora più grave perché non si sta concretamente procedendo alla riorganizzazione della medicina generale e della pediatria di libera scelta sul territorio. Una logica perversa che antepone la riduzione dei costi, alla tutela della salute dei cittadini».
Oltre il taglio delle postazioni di Guardia medica
È quanto denuncia in una nota il candidato consigliere alla Regione Calabria del Movimento 5 Stelle Marco Miceli, che aggiunge: «D’altronde il centro destra non è nuovo a questi tagli, già nel 2010 con Scopelliti presidente di Regione, si rese protagonista della chiusura di ben 18 ospedali in Calabria. Per quell’atto scellerato non è mai stata chiesta scusa. Da allora la situazione non è mica migliorata, anzi: l’emergenza urgenza è completamente non rispondente alle esigenze dei cittadini».
Per Miceli le criticità sono enormi: «Ambulanze senza medico e carenti nel numero e centrali di 118 avulse da ogni dinamica territoriale. Aspettando il miraggio dell’intervento di Azienda zero. La prevenzione inesistente, unità operative di diagnosi e cura alle prese con la cronica carenza di personale medico. I registri tumori stentano a decollare, mentre la presa in carico integrale del paziente oncologico avviene con tanta difficoltà. I cittadini più fragili non hanno accesso alle cure e le aree interne sono sprovviste di servizi minimi».
«Tagli, blocchi e aumento dell’emigrazione sanitaria»
«Oltretutto – continua Miceli – va ricordato che nei 15 anni di commissariamento, la destra ha governato per oltre 9 anni, gli ultimi 5 anni e 8 mesi. Una situazione anomala che ha portato solo tagli, il blocco del turnover che ha trovato la sua punta di massima durante la gestione Scopelliti e parzialmente superato durante la gestione Scura. Le inevitabili conseguenze sono state quelle di ridurre l’erogazione dei servizi sanitari con incremento dell’emigrazione sanitaria che ci costa in termini di rimborsi alle altre regioni più di 300 milioni l’anno».
«E ancora – insiste Miceli sul tema sanità – I nuovi ospedali tanto decantati sono di là da venire e fare un esame diagnostico in tempi brevi è un miraggio, a meno che non ci si rivolga al privato, sborsando fior di quattrini. Completamente disorganizzata la pianificazione relativamente all’acquisto delle prestazioni dalle strutture accreditate: riparto dei fondi totalmente assente in tutta la regione per l’anno 2025 ed insufficiente per l’anno 2024, condizione quest’ultima espressione di profonda disorganizzazione del settore. A tal preposito bisogna sottolineare la completa disattenzione della pseudo pianificazione dell’accreditata per il territorio della provincia vibonese».
Solo disastri nella sanità
Una serie di problematiche che vanno oltre il taglio delle postazioni di Guardia medica. «Insomma ce n’è abbastanza per mandare in soffitta una stagione politica che ha prodotto solo disastri in sanità. Il 5 e 6 ottobre avremo l’occasione di voltare pagina. Ai calabresi l’ultima parola», conclude Miceli.