Una giornata carica di emozioni e significato quella vissuta a Filandari, dove la comunità si è riunita per dimostrare affetto, vicinanza e memoria. Un momento estremamente toccante per ricordare Martina Piserà, scomparsa prematuramente all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia insieme al bimbo che portava in grembo. Non una cerimonia ufficiale, ma un gesto autentico, nato dal cuore e fortemente voluto da chi abita questo piccolo centro del Vibonese. Protagonista, suo malgrado, Alberto Lascala: marito, padre, ma soprattutto uomo di straordinaria umanità, conosciuto da tutti per il suo sorriso, la sua gentilezza e la dedizione con cui ogni mattina, da anni, porta il pane casa per casa.

Per Filandari, Alberto è molto più che un panettiere: è un fratello, un amico, un membro della famiglia allargata che è questa comunità. E nei momenti più difficili, come spesso accade nei piccoli paesi, è proprio la comunità a stringersi, a farsi forza insieme, a costruire bellezza e memoria anche dal dolore.
La vicinanza della comunità ad Alberto Lascala
Nel parco comunale è stato così realizzato un angolo dedicato alla preghiera e al ricordo, un luogo semplice ma profondamente simbolico, pensato per non dimenticare mai Martina e il suo piccolo. Due alberi di ulivo sono stati piantati: segni di forza, resistenza e pace. Simboli eterni che racchiudono un messaggio potente, quello di una vita che continua a germogliare nella memoria di chi resta.

A rendere possibile tutto questo è stato l’impegno collettivo. Nessuno si è tirato indietro. Ogni persona, in modo diverso, ha offerto il proprio aiuto, il proprio tempo, il proprio cuore. Un esempio concreto di come l’unione e la solidarietà possano trasformare il dolore in un gesto d’amore duraturo.
In silenzio, con discrezione, Filandari ha voluto abbracciare Alberto e la sua famiglia. E lo ha fatto nel modo più sincero: con la presenza, con la partecipazione, con la costruzione di un luogo che resterà, giorno dopo giorno, a testimoniare che nessuno è solo, che la memoria è un gesto vivo, e che l’affetto di una comunità può davvero fare la differenza.
































