È passato ormai un anno da quando il tanto atteso teatro di Vibo Valentia è stato inaugurato dal sindaco Maria Limardo. Da allora, però, la struttura di Moderata Durant, che ha aperto i battenti il 14 febbraio dello scorso anno con un doppio spettacolo del celebre duo comico Ale e Franz, è rimasta chiusa. Sembra un film, una commedia per l’appunto, invece il tempo si è fermato proprio al giorno di San Valentino. Una locandina sbiadita dello spettacolo, ancora oggi appesa all’ingresso, è diventata il simbolo malinconico di un luogo che, anziché rappresentare un polo culturale vivo, è stato subito inghiottito da polemiche e difficoltà.

Il percorso travagliato del nuovo teatro di Vibo Valentia
La nascita del teatro è stata il risultato di un percorso decisamente travagliato, fatto di decenni di rinvii, lavori e lungaggini burocratiche. Per avere idea della situazione, basti pensare che alla conferenza stampa avvenuta a gennaio proprio nel foyer del teatro, erano presenti anche gli ex sindaci Elio Costa (due volte primo cittadino a Vibo Valentia), Franco Sammarco e Nicola D’Agostino.
L’ex sindaco Maria Limardo aveva deciso di aprire finalmente la struttura, nonostante alcune prescrizioni di sicurezza ancora incomplete. Una scelta che aveva diviso la cittadinanza: da un lato, chi vedeva in quell’apertura un simbolo di riscatto; dall’altro, chi criticava la fretta e le potenziali mancanze organizzative.
Si è deciso quindi di tirare dritto fino alla fatidica “prima”. Da ricordare, poi, il caos della vendita dei biglietti, che prima sarebbe dovuta avvenire online e poi si è tenuta in presenza alla sede della Pro loco a Palazzo Gagliardi. Ticket volati via in un lampo, e tante critiche. Un sold out memorabile, che si sarebbe dovuto verificare anche per gli altri spettacoli, che come vedremo più avanti non ci sono stati.
La serata del 14 febbraio 2024
Quella serata del 14 febbraio, tra risate e applausi, aveva acceso la speranza di una rinascita culturale per la città, ma il sipario, calato alla fine dello spettacolo di Ale e Franz, non si è più rialzato. Le promesse iniziali di una programmazione ricca e coinvolgente si sono dissolte, lasciando spazio a un senso di frustrazione e rassegnazione nella comunità locale.

Degli spettacolo previsti è rimasto solo l’annuncio
Degli spettacoli previsti, ovvero quello del 7 marzo, con Paolo Ruffini e Massimo Ghini, e del 12 aprile, con Diego Dalla Palma, è rimasto solo l’annuncio. Stagione cancellata e rapporti congelati, altro che raffreddati, con la direzione artistica guidata da Angela Finocchiaro. Insomma, non proprio una bella figura. Venendo ai giorni nostri, a quasi un anno dall’inaugurazione in pochi – un migliaio considerando i due spettacoli in un solo giorno di “prima” – hanno potuto apprezzare il nuovo teatro di Vibo Valentia.
La struttura oggi appare come un’opera sì completata – “finalmente”, direbbero in molti – ma non aperta alla cittadinanza. Infatti ci sono ancora dei lavori da fare, come ad esempio applicare la vernice ignifuga per garantire i livelli di sicurezza.
Servono tempi certi per la riapertura del teatro di Vibo Valentia
L’attuale amministrazione guidata dal sindaco Enzo Romeo ha annunciato, due mesi fa, l’arrivo di importanti fondi per il rilancio del teatro. Tuttavia, non è ancora chiaro come e quando queste risorse verranno impiegate per riportare in vita la struttura e garantire una programmazione artistica continua e di qualità. L’assessore alla Cultura, Stefano Soriano, ha più volte garantito massimo impegno sulla tematica. Ma ora ci vogliono tempi certi.
Il rischio è che il teatro rimanga un simbolo di occasioni perdute
La comunità di Vibo Valentia si chiede se il teatro potrà mai diventare quel punto di riferimento culturale tanto sbandierato. Il rischio è che, senza un piano chiaro e un impegno concreto, la struttura rimanga un simbolo di occasioni perdute, con le sue porte chiuse e i cani randagi come unici guardiani di un sogno mai realizzato. Il teatro di Vibo Valentia ha il potenziale per trasformarsi in un motore culturale e sociale per la città, ma per farlo è necessario superare le divisioni politiche, coinvolgere attivamente la comunità e investire risorse in modo strategico.
Solo così potrà spezzarsi una sorta di incantesimo che sembra aver fermato il tempo a quella sera del 14 febbraio 2024, restituendo al teatro il ruolo che merita: essere un luogo di cultura, incontro e speranza per tutta la città.