
Una Pasquetta triste: l’aria soleggiata e l’atmosfera tetra. La morte di Papa Francesco ha scosso tutti, non si è parlato di altro: una nefandezza sincera e condivisa. Francesco era veramente amato, lo si comprende osservando gli occhi della gente. Mentre la Madonna Lauretana sta per uscire dalla chiesetta di Santa Maria di Ricadi, nonostante la banda, il vociare dei bambini e le persone, tante, vestite a festa, molti hanno ricordato in conversazione Francesco. Un susseguirsi di commenti: «Quando ho sentito della morte del papa mi sono cadute le braccia», «Si guarda… Non ci volevo credere», «io non volevo neanche venire, non mi sento di festeggiare». Osservazioni squarciate da un “Viva Maria!”, pronunciato con fragore. Il mare era leggermente mosso. In questo giorno si ricorda la manifestazione dell’angelo alle donne giunte al sepolcro.
La festa
A Santa Maria la Galilea si festeggia da secoli, da quando, come vi abbiamo raccontato ieri, i francesi nel 1815 vennero sconfitti nella battaglia di Sant’Eufemia e la chiesa fu ingrandita. Dopo la celebrazione della Santa Massa, la processione ha percorso prima le strade, poi un tratto di spiaggia e infine, Maria è stata posizionata in piazzetta con lo sguardo rivolto al mare, come se lo volesse baciare.
Pranzo di Pasquetta in pineta
A qualche chilometro di distanza da Santa Maria in direzione alta collina, esattamente nella pineta di Monteporo, tra i comuni di Spilinga e Joppolo, alcune famiglie si sono concesse, come da tradizione, un picnic all’aperto, con tanto di tovaglia quadrettata e borsa da colazione a sacco. Si respirava un profumo di libertà, rilassatezza. Bancarelle appena fuori dall’oasi naturale e la chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo aperta.
Il brulichio di Tropea
Tropea è stata invasa di visitatori, come tutti gli anni per il Lunedì dell’Angelo: turisti, abitanti dei paesi vicini hanno approfittato del sole tiepido. Il classico ondeggiamento umano tra vicoli, larghi e piazze. Una autentica promessa d’estate nel borgo che accoglie le persone per farle innamorare, non solo del mare, ma dei palazzi, delle chiese, degli angoli straordinariamente gattopardiani. Una Pasquetta come tante, ma che ricorderemo per sempre con una nota malinconica.




