Disservizi per gli utenti delle Poste di San Gregorio d’Ippona, comune a pochi chilometri da Vibo Valentia, denunciati dal sindaco Pasquale Farfaglia. Preceduta da una telefonata nella giornata di ieri, «giungeva una nota a firma del direttore di filiale di Vibo Valentia signor Rocco Vinzi che comunicava che dal 23 dicembre 2025 e per tutto il periodo di chiusura il nostro ufficio postale sarà trasferito all’interno dell’ufficio postale di Vibo Valentia in via Luigi Razza n.1 ed effettuerà gli orari dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.45, mentre sabato l’orario sarà dalle ore 8.20 alle ore 12.35».
«Comunicazione intempestiva da parte di Poste Italiane»
«La chiusura fino al 15 aprile 2026 si è resa necessaria per i lavori infrastrutturali del progetto POLIS con il quale l’ufficio postale sarà munito di nuove tecnologie e strumenti idonei a consentire una fruizione dei servizi relativi a documenti d’identità, certificati anagrafici, certificati giudiziari, certificati previdenziali, ed altro. – ha detto Farfaglia – Nella stessa mattinata per le opportune lamentele circa l’intempestività della comunicazione e di mancate soluzioni alternative, telefonicamente sentivo il dottor Marco Giannelli Savastano, responsabile relazioni istituzionali area Sud Poste Italiane che mi informava dell’impossibilità di soluzioni alternative allo spostamento in altra sede dello sportello».
«Preso atto del mancato avviso della chiusura e della volontà di Poste Italiane di non trovare soluzioni alternative allo spostamento, nella mattinata di domani (oggi, ndr) invieremo all’ufficio centrale di Poste Italiane formale protesta e chiederemo aiuto alle autorità preposte nella richiesta di aprire uno sportello all’interno del nostro comune fornendo a noi quanto necessario», ha continuato il primo cittadino.
«Insensibili: si pensa solo al profitto»
«La mancata comunicazione e l’ascolto da parte dei comuni stride con la decisioni unilaterali di Poste Italiane, insensibile alle necessità degli utenti e orientata solo al profitto. Protesteremo cercando di far comprendere a Poste Italiane che i servizi postali, soprattutto nelle zone periferiche e per le fasce più deboli, sono un diritto, richiedendo alternative valide e un maggiore impegno sociale da parte dell’azienda», ha continuato.
«Poste italiane non può pensare che i servizi postali possano essere fruiti a 5 km di distanza senza avere servizi pubblici di trasporto. Non si possono lasciare tantissimi anziani presenti nel comune senza servizio per circa quattro mesi. I servizi per le fasce più deboli, sono un diritto che non può essere sospeso, pertanto richiediamo alternative valide ed un maggiore impegno da parte dell’azienda», ha concluso Pasquale Farfaglia.




















