Lo sport è potere di vita. Un calcio al pallone è un modo per restare umani, che vuol dire vivere in mezzo agli altri e condividere sentimenti, emozioni, valori socialmente sostenibili. A Ricadi domenica scorsa si è verificato un fatto increscioso, di quelli che fanno male al calcio, che imbruttiscono lo sport. L’arbitro ha sospeso la partita Ricadese – San Costantino (valida per il campionato di Seconda Categoria Girone D), a seguito – da quanto appreso – di un atteggiamento vessatorio nei suoi riguardi. Una pressione in campo elevata, una tensione crescendo che ha messo fine al match.
Un episodio spiacevole a Ricadi
A raccontarci l’accaduto il presidente della Ricadese, Pasquale Lasorba: «I giocatori della squadra avversaria hanno, presumo, contestato al giudice di gara alcuni errori arbitrali, ma il clima era molto acceso. Tant’è che il direttore ha ritenuto opportuno sospendere la partita. Siamo stati vicini all’arbitro, lo abbiamo accolto, per cercare di stemperare il nervosismo, placare gli animi. Anche perché noi ci dissociamo da ogni forma di violenza, anche solo verbale. I nostri valori saranno sempre: divertimento, passione e amore. Giovedì l’arbitro farà uscire un verbale. Tuttavia, in queste categorie competitive, trattandosi di partite difficili, sarebbe opportuno mandare direttori più grandi, con una maggiore esperienza, una personalità più strutturata, perché le competizioni possono sfociare in polemica. È la prima volta che ci capita una cosa del genere, ci rammarica, perché lo sport è un’altra storia: è rispetto, lealtà e fair play. Attendiamo con fiducia gli accertamenti degli organi competenti, fermi sulla nostra etica».