Monitorare l’avanzamento dell’erosione costiera, in maniera dettagliata e costruttiva; si tratta del principale fine di una realtà che sta prendendo avvio nel comprensorio di Ricadi e che è composta da un gruppo di sensibili e attivi cittadini. Nello specifico, infatti, è stato costituito un osservatorio permanente sull’erosione delle coste ricadesi.
L’idea, relativa al continuo e preoccupante avanzamento di questo fenomeno, è diventata un vero e proprio progetto ed è stata fortemente condivisa all’interno del gruppo Facebook dei “Guardiani del Capo”, oltre ad essere stata concepita e sostenuta anche dall’amministratore del gruppo Giacomo Benedetto. Al contempo, questa iniziativa ha trovato terreno fertile tra i volontari della Protezione civile Augustus Ricadi, attirando anche l’attenzione di cittadini, di imprenditori e di diversi turisti, molto preoccupati per il futuro delle spiagge e per le loro prossime vacanze estive. Tutto ciò si lega alla volontà di dare un impulso, deciso ed imperativo, sul futuro di quella che rimane una vera e propria risorsa costiera.
Le motivazioni da cui prende vita il progetto
Come sottolineano i promotori dell’osservatorio in una nota, «la costa di Ricadi, celebre in tutto il mondo per le spiagge di Capo Vaticano e per la sua forte vocazione turistica, è da anni interessata da un grave fenomeno erosivo che sta progressivamente riducendo l’ampiezza degli arenili. Onde, correnti e mareggiate, sempre più violente, stanno mettendo a dura prova un territorio la cui economia e identità sono profondamente legate al mare».
Negli ultimi tempi, si legge sempre nella nota, «questo processo ha subìto una preoccupante accelerazione, con tratti di litorale che ogni anno perdono metri preziosi di spiaggia. Nonostante siano in corso progetti di difesa costiera, da parte del Comune di Ricadi e della Regione Calabria, i tempi tecnici e burocratici di realizzazione risultano spesso più lenti, rispetto alla rapidità con cui il mare continua a erodere la costa». In tal senso, puntando a rispondere alla suddetta emergenza ambientale e sociale, l’osservatorio si propone come un efficace strumento di monitoraggio, di sensibilizzazione e d’informazione. A questo intento si aggiunge l’obiettivo di tenere alta l’attenzione pubblica ed istituzionale, fornendo dati e documentazioni aggiornati, nonché relativi allo stato dei lavori e all’evoluzione della linea di costa.
Un progetto aperto e partecipato
Si punta, quindi, a creare una piattaforma aperta e trasparente, accessibile sia ai cittadini che agli operatori turistici, incluse associazioni ed enti di ricerca. In più, attraverso la raccolta di documentazione fotografica, di rilievi tecnici, report periodici e testimonianze, si darà vita ad una banca dati condivisa, supportando le amministrazioni pubbliche e favorendo una più rapida programmazione dei vari interventi. L’osservatorio permanente, come se non bastasse, intende correggere una narrazione, spesso fuorviante, che attribuisce le cause dell’erosione al presunto abusivismo edilizio.
«In realtà – spiegano i promotori – questo fenomeno è di natura prevalentemente idro-morfologica e climatica, aggravato da cambiamenti nelle correnti marine, dalla riduzione dell’apporto solido dei fiumi e da alterazioni delle dinamiche costiere a monte, talvolta generate da opere portuali o interventi infrastrutturali non coordinati. Tutti noi – aggiungono – vogliamo avviare un lavoro di rete senza particolari pretese, ma pensando che ognuno può sostenere questa battaglia e andare oltre un’analisi critica e rapida del problema».

Le attività in corso e quelle in programma
Attualmente, i membri dell’osservatorio stanno già provvedendo a recuperare notizie storiche e a ricostruire le molteplici fasi di sviluppo del fenomeno. Inoltre, sono state avviate le prime attività di digitalizzazione di materiale cartaceo. Il materiale raccolto sarà consultabile sul sito web ufficiale, al momento in fase di lavorazione. In aggiunta, sarà prevista la pubblicazione di bollettini informativi, mappe interattive e report digitali, utili a monitorare l’evoluzione dei tratti più critici e a promuovere una comunicazione corretta e basata su dati scientifici.
L’osservatorio sulla Costa di Ricadi, dunque, nasce come spazio di confronto e di conoscenza, ma anche come strumento di pressione positiva, affinché i progetti di difesa siano accelerati e le istituzioni mantengano alta la priorità sul tema. Al tempo stesso, si intende promuovere e diffondere una nuova cultura del mare e del territorio, proteggendo un patrimonio naturale unico.
Creare un modello di osservazione costiera e partecipata
«La perdita di spiagge a Ricadi – affermano in conclusione gli organizzatori – non rappresenta solo un problema ambientale, ma anche economico e identitario. La costa di Capo Vaticano e di tutto il territorio ricadese, è un simbolo del turismo calabrese, meta di migliaia di visitatori ogni anno e risorsa fondamentale per le imprese locali. Difenderla significa difendere il futuro del territorio».
Con questo progetto, proseguono, «Ricadi si candida a diventare un modello di osservazione costiera partecipata e un esempio concreto di come una comunità turistica possa reagire, con consapevolezza ed impegno, di fronte alle sfide ambientali del futuro. Per adesioni, contribuzione documentale, partecipazione attiva o semplice curiosità, è disponibile anche l’indirizzo email: [email protected]; nessuno è escluso e nessuno è preferito. L’osservatorio sarà un bene ed un servizio utile per tutti i cittadini e non solo per il territorio ricadese».



































