Un tavolo permanente da convocare presso la Prefettura di Vibo Valentia, a cui siederanno mensilmente il prefetto di Vibo Valentia, la triade commissariale dell’Asp ed i cittadini rappresentati dalle sottoscriventi associazioni e comitati, finalizzato all’aggiornamento dei progressi effettuati nella gestione della sanità pubblica vibonese ed all’indicazione di suggerimenti per migliorare i servizi. È quanto chiedono l’Osservatorio Civico Città Attiva di Vibo Valentia, coordinatrici Daniela Primerano e Francesca Guzzo, l’associazione Insieme per il Bene Comune, presidente Ferdinando Pietropaolo, il Comitato San Bruno, presidente Rocco La Rizza, il Comitato Civico Costa degli Dei, coordinatrici Maria Antonietta Campennì e Marina Radice, l’associazione Artigianfamiglia, presidente Carmensissi Malferà, al prefetto di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco, alla triade commissariale e al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
A loro, infatti, è stata indirizzata una apposita lettera. Al prefetto, in particolare, è stato anche chiesto, nella sua qualità di «coordinatore, mediatore, tutore della sicurezza, dell’ordine pubblico e dei servizi alla comunità, nonché garante della continuità gestionale delle amministrazioni locali, sanità pubblica vibonese», di «vigilare sulla gestione della triade commissariale, nominata in seguito allo scioglimento dell’Asp promosso dal medesimo prefetto, ma le cui conseguenze – si legge nella missiva – non possono né devono ricadere sui cittadini già provati da una sanità pubblica inadeguata alle loro necessità». Inoltre, «vista l’importanza della questione e l’esigenza di un confronto costante tra tutti i soggetti coinvolti», al presidente della Regione è stata sollecitata la convocazione di un «incontro con i rappresentanti dei sottoscrittori comitati ed associazioni in difesa della sanità, in cui si affronti la questione nei termini sopra evidenziati, e si cerchi di attuare piani ed interventi per garantire ai cittadini vibonesi trattamenti sanitari degni di un Paese civile, anche per limitare l’inaccettabile turismo sanitario, emorragia finanziaria per la Regione Calabria oltre che ulteriore tortura in danno dei malati, ed a tutela della nostra bellissima terra troppo spesso depredata ed a torto sminuita».

Perché la richiesta di incontri e controlli
La decisione di sollecitare incontri e controlli sulla sanità pubblica vibonese da parte dei comitati e dei sodalizi interessati nasce dal fatto che i cittadini della provincia di Vibo Valentia ed i calabresi in generale «hanno l’indiscutibile diritto di pretendere che ciascuna istituzione ed ente si attivino, per quanto di propria competenza, al fine di garantire su tutto il territorio provinciale e regionale il diritto alla salute ed alle cure». A cominciare «dall’adeguamento dell’offerta sanitaria, per raggiungere quantomeno i Livelli essenziali di assistenza, la quale deve divenire l’obiettivo prioritario di ogni pubblica amministrazione ed istituzione calabrese che abbia davvero a cuore la sorte e la vita dei cittadini al cui servizio e tutela è preposta».
Detto questo, viene ricordato, poi, che «per richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione della nostra provincia, da quasi due anni, e precisamente da marzo 2023, ogni mese il nostro gruppo organizza una manifestazione di protesta davanti l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, poiché alla luce del preoccupante stato in cui versa la sanità calabrese, e più in particolare quella della provincia di Vibo Valentia, è palese che le responsabilità siano gravissime e diffuse. Ed, infatti – prosegue la lettera -, dalle risultanze investigative dell’inchiesta Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro, è emerso un quadro allarmante, che ha comportato lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale, con designazione di una triade commissariale di esperti incaricati a risanare la preoccupante situazione, i cui effetti è prevedibile che si ripercuotano principalmente sui cittadini vibonesi. Già l’ipotesi di scioglimento aveva, peraltro, allertato gli scriventi comitati ed i cittadini della provincia di Vibo Valentia, preoccupati dall’eventualità che tale scelta avrebbe potuto determinare una paralisi della sanità pubblica almeno per i successivi due anni, così rendendone ancora più intollerabili i gravissimi disservizi (nota del 22 maggio 2024 inviata alla Prefettura, alla Procura ed all’Asp)».
Viene, quindi, spiegato che «la fondata apprensione dei cittadini manifestata anche attraverso la nota summenzionata con cui, tra l’altro, si chiedeva al prefetto un incontro con tutti i rappresentati dei vari Comitati in difesa della sanità, non ha trovato riscontro. Tant’è che ad oggi questi ultimi sono ancora in attesa di essere ricevuti», mentre «il definitivo sfacelo della sanità pubblica di Vibo Valentia è reso più verosimile proprio dalla decisione di scioglimento conseguita alla relazione del prefetto, i cui allarmanti contenuti inducono a ritenere che debbano essere presi immediati provvedimenti da ogni ente, organo ed ufficio preposto alla tutela dell’individuo». Infatti – viene osservato -, «è auspicabile che le conseguenze dello scioglimento ricadano unicamente sugli effettivi responsabili, preservando l’incolpevole utenza e garantendole il sacrosanto diritto alla salute ed alle cure, senza essere anche solo indirettamente penalizzata per colpe altrui». Infine, poiché «il prefetto ha evidenziato le gravi ingerenze del malaffare nella gestione della sanità pubblica vibonese», quest’ultimo «ha adesso il dovere anche morale di assicurare ai cittadini che i timori dagli stessi paventati in odore di scioglimento dell’ASP non si traducano in realtà».
Tanto considerato, i rappresentanti dei comitati e delle associazioni sottoscriventi, «nella speranza che il percorso intrapreso prima della disposizione di scioglimento prosegua senza soluzione di continuità e che la triade commissariale operi con competenza e coscienza perseguendo coerentemente il fine a cui è stata preposta», hanno deciso – come anticipato all’inizio del nostro articolo – di sollecitare incontri e controlli sulla sanità pubblica vibonese.