“Mo basta, denunciamo”; non è semplicemente uno slogan che ha dato il titolo ad un sit-in, ma il messaggio di tanti cittadini che non rinunciano a lottare per i propri diritti, specialmente, quando ad essere compromesso, è il diritto alla salute. Proprio con questo spirito, ieri mattina, 28 dicembre, si è svolto un nuovo presidio di fronte all’ospedale “Jazzolino” di Vibo, indetto dall’Osservatorio civico “Città Attiva” e dai due comitati civici “Costa degli Dei” e “San Bruno”.

Un presidio che ha raggruppato varie anime della protesta per la sanità, oltre che non pochi cittadini del territorio vibonese. Nei loro occhi e nei loro sguardi, traspariva la voglia di riscatto di chi vuole scrivere una pagina diversa per la propria terra, di chi non intende più rassegnarsi ad un servizio sanitario che rimane non efficiente. Stavolta, però, il livello della protesta si è alzato ulteriormente. A fine presidio, infatti, una nutrita delegazione dei comitati, si è recata dai carabinieri e ha depositato una denuncia formale per interruzione di pubblico servizio, inoltrata alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti, nonché relativa ai reparti di Urologia e di Proctologia dell’ospedale di Tropea.

Ribadita l’urgenza di un piano straordinario di assunzioni
Ad introdurre il presidio è stata Daniela Primerano, rappresentante dell’Osservatorio “Città Attiva” di Vibo. Il membro dell’osservatorio, dopo aver fatto arrivare gli auguri di buone feste a tutti, ha dichiarato con forza: «Siamo qui da tre anni per rivendicare il diritto alla salute e alle cure in questo territorio. C’è stato un incontro in prefettura e alla cittadella, si sono susseguiti una serie di Dca ed è aumentata la rabbia. Dagli interventi che sono stati fatti in prefettura dalla Conferenza dei Sindaci, è emerso che l’Asp di Vibo, nel corso degli anni, è stata fortemente penalizzata. Per cui la riunione che si è svolta alla prefettura, aveva come obiettivo quello di sollecitare la Regione Calabria a prendere atto di questa situazione. Si è parlato tanto di un Dca Vibo che è quello che chiediamo con forza da tanti mesi, ovvero, un piano straordinario di assunzioni e risorse aggiuntive per ricostruire la sanità vibonese».

Daniela Primerano, inoltre, ha parlato anche del reparto di psichiatria che rimane attualmente senza posti letto all’ospedale “Jazzolino” e che è stato chiuso nel dicembre 2023. In aggiunta alla grave situazione dell’inattività dell’Urologia e della Proctologia a Tropea, la componente dell’Osservatorio “Città Attiva” ha citato anche la carenza di posti letto, presso il reparto di Ortopedia dello “Jazzolino”. In tal senso, ha poi aggiunto «Abbiamo chiesto tante volte un numero maggiore di posti letto nel reparto di ortopedia per soddisfare il fabbisogno del territorio».

Il caso del concorso per dieci anestesisti rianimatori
«Più volti ci siamo sentiti dire – ha precisato Daniela Primerano – che purtroppo a Vibo non vuole venire nessuno e che quindi non abbiamo professionisti per garantire alcuni anestesisti rianimatori che continuano a mancare. Ebbene, il 20 giugno 2025, l’Asp di Vibo bandisce unconcorso per l’assunzione, a tempo pieno e indeterminato, di dieci anestesisti rianimatori. Scadevano le domande dopo un mese. Noi – prosegue la Primerano – durante la conferenza dei sindaci abbiamo incalzato uno dei commissari Asp per avere risposte e pubblicamente ha detto che erano arrivate 16 domande. Abbiamo dovuto formalizzare una richiesta di accesso civico generalizzato perché volevamo l’elenco delle domande, volevamo controllare l’iter che doveva essere portato avanti per l’assunzione».


«Il riscontro che abbiamo avuto – ha dichiarato l’attivista dell’osservatorio – è stato che l’Asp non ci ha fatto pervenire l’elenco dei sedici medici che erano disponibili. Nella delibera che loro ci invitavano ad andare a consultare, praticamente, si fa riferimento al bando di concorso, dichiarando espressamente che è rimasto inevaso». Collegandosi a questa situazione, Daniela Primerano ha fatto cenno anche ad un elemento paradossale e che testimonia una situazione opposta a quella della provincia vibonese. Ovvero, le convenzioni stipulate con Hub come quella di Catanzaro a 100 euro l’ora, mentre nel vibonese continuano a non esserci incentivi per le assunzioni.

Sollecitata una manifestazione unitaria alla cittadella
Rocco La Rizza, rappresentante del Comitato “San Bruno”, ha parlato dei continui rischi di un’eccessiva privatizzazione della sanità a livello regionale. E poi ha affermato: «Io chiedo ai 50 sindaci della provincia quando faremo la manifestazione unitaria alla cittadella regionale, perché il tavolo tecnico ai cittadini non li ha accontentanti. Quindi, chiedo al sindaco di Vibo Romeo, principalmente, e poi anche a tutti i sindaci, la data certa di quando andremo alla cittadella, a manifestare tutto il nostro dissenso».


Criticato da più cittadini il nuovo Dca 350
Domenico Cortese, in qualità di referente del Comitato “Costa degli Dei” ha poi sottolineato la condizione dell’ospedale di Tropea: «Ormai è quasi ridotto ad un punto di primo intervento, nonostante Tropea abbia un bacino d’utenza che in estate arriva a mezzo milione di persone. In merito ai fondi dell’ultimo Dca 350 di Occhiuto, Cortese ha poi espresso una valutazione critica, esattamente come numerosi cittadini presenti: «Questi soldi per Vibo ammontano a 7 milioni, mentre Vibo ha un gup di almeno 40 milioni solo per l’emigrazione sanitaria. Questi fondi non servono neanche ad assumere nuovi medici, servono solo per progetti già scritti e per far scorrere le liste di attesa».

La connessione tra l’ospedale di Tropea e il settore turistico
Tra gli interventi del presidio c’è stato anche quello dell’ex consigliere comunale di Tropea, Antonio Piserà, il quale ha alzato l’attenzione sul reparto di Oncologia a Tropea e sui rischi di chiusura, derivanti dai prossimi pensionamenti. Inoltre, lo stesso Piserà, ha espresso la propria preoccupazione per la situazione dei malati dializzati, incluso il servizio dello stent che, esattamente dal mese di aprile, non funziona all’ospedale di Tropea. L’ex consigliere comunale di Tropea, infine, ha aperto una parentesi sulla connessione tra la sanità e il settore turistico: «affondando l’ospedale di Tropea non si affonda solo il diritto alla sanità locale, ma anche un settore economico».
Sergio Rapisarda, in qualità di cittadino, ha manifestato la sua indignazione, testimoniando le difficoltà che ha riscontrato per via di una crisi coronarica, in quanto è rimasto per ben otto ore al pronto soccorso. In più, hanno raggiunto il presidio, diversi rappresentanti degli organi di stampa e alcune realtà associative come l’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani Italiani di Vibo, rappresentata dal presidente Carmine Armellino. I comitati civici, prima di prepararsi ad effettuare la succitata denuncia, hanno ribadito il loro impegno nel tenere alta l’attenzione.



























