Il Consiglio dei ministri riunitosi nella giornata di ieri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deliberato la proroga di sei mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Stefanaconi, in provincia di Vibo Valentia. La decisione è stata assunta in base all’articolo 143 del Testo unico degli enti locali, previsto dal decreto legislativo 267 del 2000. Quest’ultimo disciplina lo scioglimento degli organi comunali per infiltrazioni o condizionamenti da parte della criminalità organizzata.
La proroga si rende necessaria per consentire il completamento dell’azione di risanamento e ristabilire condizioni di piena legalità all’interno dell’ente. Lo stesso provvedimento è stato adottato anche per il Comune di Calvi Risorta, in provincia di Caserta, anch’esso interessato da analoghe criticità.
I motivi dietro lo scioglimento del consiglio comunale di Stefanaconi
Il consiglio comunale di Stefanaconi, guidato dall’allora sindaco Salvatore Solano, è stato sciolto nel luglio 2024. Contestualmente è stata nominata una commissione prefettizia straordinaria per gestire il Comune. Nella relazione che ha portato allo scioglimento si evidenziavano frequenti affidamenti diretti di lavori pubblici a ditte non trasparenti, spesso ritenute contigue ad ambienti mafiosi. Nonché una gestione amministrativa ritenuta gravemente inquinata.
La decisione è stata presa perché le autorità hanno riscontrato accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata. In particolare la vicinanza a soggetti di spicco della ‘ndrangheta e una serie di legami che, secondo la relazione, compromettevano gravemente il buon andamento e la legalità dell’amministrazione comunale.

























