Una vicenda che scuote coscienze e solleva interrogativi gravi sulla gestione dei diritti delle persone con disabilità si sta consumando a Torano Castello, piccolo comune in provincia di Cosenza. Protagonista della storia è un bambino disabile, il cui diritto all’accesso alle cure riabilitative è stato compromesso dalla sospensione del servizio di trasporto sociale comunale. Decisione che sembra avere ben poco a che vedere con motivazioni tecniche.
A denunciare pubblicamente la situazione è il padre del bambino, Valentino Adimari, dipendente del Ministero della Difesa ed ex consigliere comunale. Secondo quanto riportato da Adimari, il servizio – già limitato negli anni precedenti – è stato sospeso il 12 maggio 2025, appena 24 ore dopo un suo post su Facebook critico verso una delibera del Comune. Una coincidenza inquietante, che lascia spazio al dubbio di una ritorsione politica.
Un servizio fondamentale per un bambino con disabilità
Il piccolo necessita di terapie riabilitative quotidiane in un centro specializzato a Corigliano-Rossano, come certificato dall’ASP di Cosenza e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il padre, unico patentato in famiglia e impegnato lavorativamente a Camigliatello Silano, spiega di non riuscire a conciliare gli orari lavorativi con il trasporto del figlio. Ciò nonostante il ricorso a ferie, permessi e congedi ministeriali.
Fino al 2024 il Comune aveva garantito il trasporto due volte a settimana, poi ridotto a una sola giornata. Ma il vero colpo di scena è arrivato il 12 maggio 2025, quando il servizio è stato interrotto con effetto immediato per “mancanza di seggiolino a norma”. Un’anomalia, sostiene il padre, poiché per oltre due anni il trasporto era avvenuto regolarmente senza sollevare mai tale obiezione.
Il seggiolino “incriminato” e il silenzio del Comune
Ad aggravare la situazione è il fatto che Adimari, contattato telefonicamente dal responsabile comunale, si è offerto di fornire gratuitamente un seggiolino omologato. Tuttavia, nessuna risposta è arrivata, e il servizio risulta tuttora sospeso. Una decisione che appare sproporzionata e discriminatoria, tanto da spingere il padre a presentare un esposto ai Carabinieri, al Garante Regionale dei Diritti delle Persone con Disabilità e al Ministero per le Disabilità.
La risposta del Ministero e il richiamo al rispetto dei diritti
Il 3 giugno 2025, il Ministero per le Disabilità, guidato da Alessandra Locatelli, ha inviato una PEC ufficiale al Comune di Torano Castello. Chiedendo così di trovare soluzioni tempestive e idonee per ripristinare il servizio, nel rispetto dei diritti della persona con disabilità. Pur richiamando la necessità di adeguare i mezzi alle normative del Codice della Strada, il Ministero ha invitato a garantire la continuità terapeutica del bambino. Nel suo esposto, Adimari sottolinea come il comportamento del Comune configuri una violazione della Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. Nonché dell’articolo 21 del Trattato dell’Unione Europea e di diversi articoli della Costituzione Italiana (2, 3 e 32).