L’assurdo, quando si parla di peso fiscale che grava sulle spalle dei poveri lavoratori, esiste eccome. E non altrove quanto al Sud. Lo si sa per sentire comune, e non serviva l’ennesima indagine per confermare un assunto apparentemente inscalfibile.
Un’analisi dettagliata condotta dal Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, Immigrazione della Uil, sotto la direzione del segretario confederale Santo Biondo, ha messo in luce una notevole disomogeneità nel peso della fiscalità locale in Italia. Cittadine e cittadini con lo stesso reddito si trovano a pagare addizionali Irpef, sia comunali che regionali, con differenze significative a seconda del loro luogo di residenza.
Lo studio, basato sui dati più recenti disponibili del Dipartimento delle Finanze, ha preso in esame due fasce di reddito: 20.000 e 40.000 euro annui. Emerge un quadro preoccupante per il Sud Italia, e in particolare per la Calabria.
Vibo Valentia: la capitale del carico fiscale sui redditi minori
Per la fascia di reddito più bassa, pari a 20.000 euro, Vibo Valentia si conferma la città capoluogo di provincia più onerosa d’Italia, con un totale di 686 euro tra addizionale comunale e regionale. Un onere che la pone davanti a città come Salerno (627 euro), Avellino e Napoli (entrambe 607 euro), e Roma (606 euro).
Entrando nel dettaglio per Vibo Valentia, un reddito di 20.000 euro comporta un’addizionale regionale di 340 euro e un’addizionale comunale di 346 euro. Se il reddito sale a 40.000 euro, l’addizionale regionale ammonta a 480 euro e quella comunale a 692 euro, per un totale di 1.172 euro.

Il contesto calabrese: una pressione fiscale rilevante
Anche le altre province capoluogo della Calabria presentano un carico fiscale significativo per i redditi bassi, sebbene inferiore a Vibo Valentia. Per un reddito di 20.000 euro a Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, l’addizionale regionale è di 160 euro e quella comunale di 346 euro, per un totale di 506 euro.
Per la fascia di reddito da 40.000 euro Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria registrano un totale di 1.012 euro, suddivisi in 320 euro di addizionale regionale e 692 euro di addizionale comunale. È interessante notare che Reggio Calabria, pur essendo una città metropolitana, si colloca al sesto posto tra le città metropolitane più onerose per un reddito di 40.000 euro.

L’appello della Uil: necessaria una riforma della fiscalità locale
Il segretario confederale della Uil, Santo Biondo, ha espresso forte preoccupazione per queste «importanti disomogeneità territoriali» che rischiano di «amplificare le disuguaglianze sociali ed economiche». Biondo ha denunciato l’uso frequente di queste imposte locali per compensare i tagli alla spesa pubblica, un meccanismo che porta i cittadini, in particolare quelli a reddito medio-basso, a «pagare di più per ricevere meno».
La Uil lancia un appello per una riforma della fiscalità locale che introduca criteri di maggiore equità e progressività, proteggendo le persone più fragili. Viene sottolineata l’importanza di una «clausola» sociale all’autonomia fiscale, che renda trasparente e tracciabile il prelievo locale rispetto al finanziamento di servizi essenziali come sanità, istruzione e trasporto pubblico. Biondo conclude ribadendo che la giustizia fiscale è un pilastro fondamentale per rafforzare la coesione sociale e il patto tra cittadini e istituzioni.