«C’è stato un giorno, a Triparni, in cui il tempo ha fatto marcia indietro. Un giorno in cui le strade antiche, le piazze silenziose e i volti segnati dal tempo si sono risvegliati, stretti da abbracci che la vita sembrava aver dimenticato. È successo grazie a un gesto semplice, ma potente: un pranzo solidale, un tavolo condiviso, uno sguardo riconosciuto dopo decenni».
Così i rappresentanti dell’associazione Vocal Tactus di Triparni.

«Un atto di coraggio emotivo»
“Ritorno alle origini – un borgo in festa” non è stato solo un evento. È stato «un atto di coraggio emotivo», un’iniziativa voluta e realizzata dall’associazione Vocal Tactus, che ha deciso di aprire la sua nuova sede – inaugurata a maggio – «non con lustrini o formalità«, ma – spiegano i componenti del sodalizio – «con un gesto di gratitudine verso coloro che hanno costruito, con mani nodose e cuori generosi, le fondamenta di ciò che siamo oggi».
«Pranzo offerto a chi ha visto questo paese nascere»
Un pranzo offerto ai nonni del borgo, «a chi – si fa notare – ha visto questo paese nascere, mutare, a chi non si rivedeva da anni. E proprio loro, i protagonisti silenziosi della nostra storia, hanno confessato con occhi lucidi: “Non speravamo più di ritrovarci così. Pensavamo che questi momenti fossero finiti per sempre”. Invece, quel giorno, si sono riconosciuti, ritrovati, abbracciati. Hanno pianto insieme, e riso anche. Perché le radici, quando vengono annaffiate di amore, sanno rifiorire anche nei terreni più dimenticati».

In campo anche la Croce rossa Italiana
Accanto a loro, a dare forza e presenza, la Croce Rossa Italiana, con la presidente della delegazione di Vibo, Caterina Muggeri, a dimostrazione che quando le energie si uniscono, si può davvero ricucire il tessuto umano di un’intera comunità.
«Ma il senso più profondo della giornata è stato uno, chiaro e deciso: ringraziare e ripartire. Ringraziare chi ci ha preceduto. Ripartire da lì. Dalle radici. Dall’esempio. Dalla cultura dell’impegno – viene sottolineato dalla sede dell’associazione – , dell’amore per il prossimo, dalla memoria che non si dimentica ma si onora. Non siamo qui per commemorare: siamo qui per costruire. Perché se oggi esistiamo, è grazie a loro. E se domani sarà migliore, sarà perché avremo seguito la loro via».
“Ritorno alle origini” è stato questo: «Un ponte tra passato e presente, gettato con la promessa di un futuro più umano, più unito, più vero. Il nostro borgo ha respirato come non accadeva da tempo. E da oggi, promettiamo: continuerà a farlo. Nelle piazze, nei vicoli, nei cuori. Ci rivedremo. Ancora. Insieme. Nei nostri prossimi eventi del nostro calendario estivo», chiudono gli esponenti di Vocal Tactus.
