Proprio a partire da oggi, 7 novembre, è entrata in vigore una misura che appare limitativa e penalizzante per i ragazzi della scuola secondaria “Bruzzano” di Vibo Valentia.
Quest’ultimi, infatti, saranno impossibilitati a svolgere le attività pratiche di Scienze Motorie, non avendo più uno spazio dove poter stare in movimento e apprendere al tempo stesso. Tale decisione è stata comunicata ieri dalla dirigente scolastica Domenica Cacciatore, la quale ha diffuso un avviso ai genitori degli alunni, al personale docente, alla responsabile di plesso, al presidente del Consiglio d’Istituto, al dirigente dell’Ambito territoriale provinciale di Vibo, Roberto Lo Faro, al sindaco di Vibo Enzo Romeo, all’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Vania Continanza e all’assessore comunale ai Lavori Pubblici Salvatore Monteleone.
Le motivazioni della sospensione delle attività pratiche di Scienze Motorie
Come sottolineato dal dirigente scolastico Cacciatore: «L’edificio ex Gil di Piazza Caduti sul Lavoro, dove è allocata la “Sede Bruzzano”, è privo di palestra e di qualsiasi spazio da poter adibire a laboratori».
A tal proposito, agli alunni della scuola era stato consentito di usufruire del cortile interno e dell’ampia aula che è adibita ad attività motorie, esattamente presso l’ex Caserma “Garibaldi” di Piazza Diaz. Nella suddetta struttura era collocata la sede centrale Primaria “Don Bosco”, spostata ora nella storica sede “Don Bosco e Garibaldi” di Piazza Martiri d’Ungheria. A seguito del trasferimento degli uffici scolastici, presso la struttura di Piazza Martiri d’Ungheria, gli spazi dell’ex Caserma “Garibaldi” non saranno resi fruibili agli alunni della scuola “Bruzzano”. Tutto ciò comporta che i ragazzi saranno privati di un diritto che rientra nel loro percorso formativo, ovvero le ore pratiche di Scienze Motorie.
Lo sfogo via social dell’archeologa Mariangela Preta
La seguente scelta non ha lasciato indifferente i ragazzi e i genitori. In particolare, con un post via social, è arrivata la reazione indignata dell’archeologa Mariangela Preta. Dando voce a tanti altri genitori e parlando in qualità di mamma, la Preta dichiara: «Oggi scrivo non soltanto da mamma, ma da cittadina profondamente amareggiata. Da oggi, 7 novembre, i nostri figli della scuola secondaria “Bruzzano” di Vibo Valentia, non potranno più fare Scienze Motorie. Sì, avete letto bene! nessuna palestra, nessuno spazio per muoversi, correre, crescere in salute. Perché dopo il trasferimento degli uffici scolastici presso la sede di Piazza Martiri d’Ungheria, l’edificio ex Caserma “Garibaldi” di Piazza Diaz, dove i ragazzi potevano almeno svolgere le lezioni di motoria, non sarà più utilizzabile?!», chiede legittimamente e con indignazione Mariangela Preta.
Il bisogno di trovare una soluzione nell’interesse dei ragazzi
«E così, ancora una volta, – prosegue la mamma – una scuola storica della città è penalizzata da scelte miopi e burocratiche. Mi chiedo: come è possibile che nel 2025 i nostri figli vengano privati del diritto allo sport, al movimento, al benessere? Come possono le istituzioni restare cieche davanti a tutto questo? Il Comune ha detto “no”- afferma la Preta – alla richiesta della Dirigente Scolastica di riottenere almeno una parte dell’ex Caserma “Garibaldi”, che ha spazi enormi, sicuri e già a norma per accogliere la scuola. Un “no” che pesa come un macigno sulla vita scolastica dei nostri ragazzi. Parliamo di una scuola che funziona, con docenti che sono validi e con un’offerta formativa eccellente. Come può una scuola funzionare davvero se ai bambini e ai ragazzi viene negato un diritto fondamentale? Io non ci sto. E come me tanti altri genitori non ci stanno» – dichiara con forza Mariangela Preta.
La richiesta di un maggiore ascolto delle famiglie
In conclusione, Mariangela Preta si rivolge all’amministrazione comunale e lo fa con il cuore di chi lotta per i propri figli e per i loro diritti. «Chiediamo che chi di dovere – scrive – sindaco, assessori, dirigenti, ascolti le famiglie e intervenga subito. Non vogliamo promesse, vogliamo soluzioni. I nostri figli meritano una scuola completa, sicura, degna di questo nome. Basta con l’indifferenza. Ridate alla Scuola “Bruzzano” gli spazi che le spettano. Ridate ai nostri ragazzi il diritto di crescere, di imparare e di muoversi come ogni studente d’Italia». Intanto, tanti altri genitori come lei, auspicano che ci sia un ripensamento da parte del sindaco Romeo.





























