La sera è calata a palazzo Gagliardi, nel cuore del centro storico di Vibo Valentia, sulle note della protesta e della mobilitazione: il fronte progressista, con in testa il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo non vuole chiudere l’ospedale Jazzolino (a breve sono previsti lavori di messa in sicurezza di alcuni reparti per 25 milioni di euro, provenienti dal Pnrr) «neanche per una ora», perché «il disagio è già esploso e i cittadini non possono più perdere servizi». Quello di ieri è stato un pomeriggio impegnativo, anche ad una latitudine squisitamente politica. I lavori all’ospedale del capoluogo, che dovrebbero iniziare alla fine di febbraio, hanno unito ancora di più le forze progressiste a Vibo Valentia. Lo ha evidenziato anche il consigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti nel suo intervento. Il necessario spostamento dei tre reparti, qualora iniziassero i lavori, oculistica, chirurgia e ortopedia, in tenda o in altri nosocomi della provincia, quali Serra e Tropea, ha prodotto uno scossone civile.

L’ospedale Jazzolino non può chiudere
Sulle barricate c’è da settimane il sindaco Romeo: «Due giorni fa ho fatto un Tso e gli agenti hanno dovuto scortare l’ambulanza fino a Palermo, perché noi la psichiatria non ce l’abbiamo. Ieri sera mi ha chiamato disperato il fratello di un malato oncologico, perché lo tenevano su una barella in pronto soccorso. Di che parliamo? La provincia di Vibo non può permettersi che l’ospedale perda i suoi servizi. E non riesco a capire come un governatore, quale Roberto Occhiuto, commissario regionale alla sanità, possa rispondere su Instagram, sui social, quando da un mese gli stiamo chiedendo una presa di posizione. Si diverte a fare la star sui social… rispondesse a noi. Posso comprendere gli impegni istituzionali, ma il problema dell’ospedale Jazzolino a Vibo non è da poco. I consiglieri regionali di maggioranza gli avranno riportato di cosa si parla a Vibo, non credo lo abbia appurato da Instagram… Lo sappiamo come funziona nei nostri cantieri con le tempistiche e in ospedale non sarebbe diverso. Credo sia necessario indire un assemblea cittadina, anche per raccontare quello che abbiamo fatto in questi sette mesi». A moderare i lavori Michele Furci, responsabile del Gruppo territoriale del Movimento Cinque Stelle.
Storia di diritti costituzionali negati
Si è detto contento della mobilitazione il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo: «La nostra area politica deve parlare delle emergenze del territorio. Mi preoccupa il silenzio di molti. La questione non è amministrativa: qui i diritti costituzionali vengono negati da anni. Dalla vicenda dei lavori allo Jazzolino dobbiamo partire, per raccontare disagi ed emergenze. I risultati commissariali hanno peggiorato le prestazioni sanitarie. Come consiglieri d’opposizione abbiamo provato a stanare il governatore Occhiuto, formulando domande nel rispetto dei ruoli. Sapete qual è stata la risposta? Cinque secondi di video su Instagram. Se i fondi possono essere rimodulati lo deve dire ai cittadini vibonesi. Venga in consiglio regionale e dica cosa pensa. E sbaglia chi pensa di mettere Vibo contro Serra o Tropea, nella solita guerra dei poveri».
Lo Jazzolino ha risvegliato la coscienza civica
La discussione sui lavori all’interno dell’ospedale ha scosso il pensiero critico, lo ha sottolineato Mammoliti: «Gli animi forse si sono svegliati, dopo anni troppo silenziosi, nei quali si è smantellata la sanità pubblica. Perché, diciamocelo, chi governa è per demolire la sanità pubblica. E, guardate, per distruggere non c’è bisogno di fare niente: basta stare fermi. La destra calabrese vuole una sanità a misura di portafoglio. Noi non ci fermeremo, arriveremo sotto alla Cittadella, fino a quando non avremo risposte. Livia Turco venti anni fa, quando venne a Vibo, disse che l’ospedale era fatiscente e incivile. In questi due decenni è forse migliorato?». In rappresentanza della Cgil ha parlato il sindacalista, segretario generale di Area Vasta Catanzaro, Crotone, Vibo, Enzo Scalese: «Questi sono momenti di rivendicazione, non è solo una questione di lavori all’ospedale Jazzolino, pure vitali. Ci sono in ballo i diritti che determinano lo stato di cittadino, vale la pena lottare per quelli».
La serata si è conclusa con tante voci, considerazioni. Vedremo come si evolverà la vicenda.