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Vibo. Sammarco chiede a Romeo «coraggio» per fare «cambiare registro alla città». Il monito: «Scelte diverse rispetto al passato»

Intervista all’ultimo sindaco del centrosinistra della città capoluogo (oggi esponente di Sinistra Italiana) prima della recente vittoria elettorale dell’attuale coalizione progressista

di Francesco Mobilio
16 Ottobre 2024
in Politica
Vibo. Sammarco chiede a Romeo «coraggio» per fare «cambiare registro alla città». Il monito: «Scelte diverse rispetto al passato»

Franco Sammarco

Sindaco della città di Vibo Valentia dal 2005 al 2010. Ma pure vicesindaco e assessore al Bilancio e al Personale con la giunta guidata dall’ex primo cittadino Pino Iannello. Ha ricoperto anche il ruolo di capogruppo di opposizione con il sindaco Elio Costa.  Franco Sammarco è stato tutto questo e sempre dal fronte della sinistra vibonese. Mai un passo indietro. Conosce molto bene le stanze di Palazzo Luigi Razza. Le difficoltà, i problemi, le incertezze e il peso della scelta di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica. Ha sostenuto Enzo Romeo con i candidati al consiglio comunale di Sinistra Italiana, «partito più volte presente durante la campagna elettorale con responsabili nazionali ed esponenti di primo piano», non mancherà di ricordare più avanti. Sì, perché Sammarco ha deciso di aprirsi alla nostra testata. Una intervista che ha il suo nucleo nel ritorno del centrosinistra alla guida del Comune capoluogo dopo quasi quindici anni. Lui, infatti, è stato l’ultimo sindaco progressista prima della vittoria di Romeo, che allora ricopriva l’incarico di assessore alla Cultura.

Dottor Sammarco, lei è stato l’ultimo sindaco eletto del centrosinistra prima di Romeo, che valore assume la vittoria di quest’ultimo?

«Assume un assoluto valore, perché oltre a riproporre alla città dopo moltissimi anni un’area politica progressista, afferma con il voto elettorale che candidati di specchiata onestà, qualità ed esperienza politico-amministrativa possono fare affermare, con la forza dei partiti, quella parte politica e sociale vibonese da troppo tempo relegata ai margini del dibattito politico e che svolgeva solo un ruolo subalterno. È stata una vittoria che deve però renderci protagonisti di una grande svolta. Del resto, per come correttamente e lucidamente analizzato su questa stessa testata nei giorni scorsi dal dottor Cosentino, la città aveva bisogno di cambiamento e di svegliarsi dal sonno di sfiducia e rassegnazione in cui era piombata. Ora bisogna avere coraggio, così come negli intendimenti elettorali di Romeo, e cambiare registro, operando quella svolta data dal mandato elettorale e da lui garantita». 

Quali le differenze, se ci sono, tra la sua elezione a sindaco di allora e quella dell’attuale primo cittadino del capoluogo?

«Rispetto ad allora molto è cambiato e i dati non sono riproponibili e sovrapponibili ma, pur nell’apprezzamento e nella valorizzazione di quanto accaduto con l’esito del voto a favore della nostra coalizione ed il successo ottenuto in modo assolutamente non scontato, penso che la primavera del 2005 potrà difficilmente riaversi a Vibo Valentia».

Le vuole brevemente ricordare?

«Guardi, sono state elezioni indimenticabili, perché vincemmo al primo turno con 14.432 voti e con una percentuale elevatissima di oltre il 65,15%, da altri mai ottenuta con la nuova normativa sugli enti locali. Ma soprattutto perché si riuscì non solo ad aggregare un’ampia coalizione politica, ma anche per il fatto che si generò un consenso nei diversi strati della società vibonese che andò oltre il colore dei partiti e movimenti, ma anche attorno alla mia persona. Consensi non certo provenienti dai ruoli della politica e pur rispondendo anche ad essa, ma dalla società civile che aveva ed ha donne ed uomini di assoluto valore morale ed indiscutibile qualità culturale-amministrativa che molte volte non vengono valorizzate e, magari, volutamente emarginate. Allora con la campagna elettorale e la vittoria della coalizione si respirò per molto tempo un’aria nuova e di sinistra, la stessa che ora auspico che possa essere, grazie al contributo di tutti e quindi anche di Sinistra Italiana per questa amministrazione a guida Romeo». 

Qual è il suo personale giudizio sull’attuale coalizione progressista che ha sostenuto Romeo alle ultime elezioni amministrative?

«Sarebbe ingeneroso esprimere delle corrette valutazioni così dopo poco tempo. Certamente l’attuale coalizione che si è affermata dovrà avere dei contorni politici più netti ed essere considerata una sintesi di un percorso politico, già avviato, anche se attraverso una gestione faticosa, che ci dovrà vedere per molto tempo uniti e con pari di dignità politica al di là delle forze numeriche espresse. La forza delle idee e delle proposte politiche spesso non la fanno i numeri, ma il ruolo politico netto e preciso che assumi e che ti viene offerto dai partiti dai precisi contorni politici e con programmi chiari e precisi sulla riforma da fare e sul ruolo dei cittadini, che dovranno essere protagonisti di una svolta democratica».

Il suo partito, Sinistra Italiana, ha fatto parte della coalizione vincente. Tuttavia, non siete riusciti a fare leggere alcun consigliere.  È un punto di debolezza?

«Assolutamente no, almeno da parte nostra. Come dicevo precedentemente, noi siamo ormai una grande forza politica nazionale, i numeri a Vibo, pur apprezzabili, non sono stati molto generosi. Ma c’eravamo appena costituiti come partito in città, certamente non è stato eletto un nostro consigliere ma non va dimenticato che il concorso di Sinistra Italiana è stato importante anche perché attraverso i nostri voti la lista dove ci siamo proposti ha eletto il secondo consigliere. Non lo ritengo, quindi, un nostro punto di debolezza perché nel programma Romeo è stato sostenuto da SI in maniera convinta e generosa. Peraltro, devo aggiungere che molti nostri punti sono stati offerti ed accolti e questo consente di essere una parte propositiva e attiva del piano di lavoro del sindaco che, se opererà secondo quel programma, avrà certamente da parte di Sinistra Italiana un chiaro sostegno».

Come partito avete incontrato il sindaco dopo la tornata elettorale per aprire un confronto, fare un’analisi del voto o, semplicemente, parlare dei futuri programmi politici?

«Non conosco cosa sia avvenuto con gli altri partiti. Per quanto riguarda noi, dopo la vittoria elettorale a luglio abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro come segreteria regionale. In quella sede abbiamo espresso opinioni e valutazioni sul già costituito esecutivo. Ad essere chiari fino in fondo, avevamo chiesto che fosse offerta visibilità a Sinistra Italiana, partito di grande riferimento nazionale appena costituito a Vibo, ma già autorevole e in forte crescita. Il sindaco ha precisato che ci avrebbe offerto una risposta nei venti giorni successivi. Ma siamo ancora in attesa di averla, certi però che se chiamati, non potrà non riconoscere degnamente il ruolo del nostro partito, più volte presente durante la campagna elettorale con responsabili nazionali ed esponenti di primo piano ed anche con il segretario nazionale Fratoianni. Inoltre, se richiesto, saremo in grado di esprimere talento, qualità ed esperienza politica consolidata, avendo diversi giovani intellettualmente capaci, forti e rigorosi e già punti di riferimento della sinistra sul territorio». 

Dottor Sammarco, quella attuale è una giunta politica. Si ritiene soddisfatto delle nomine?

«Le rispondo con franchezza. La giunta, quando nominata, diventa politica, anche con l’apporto di eventuali tecnici che vengono introdotti. Quindi, una volta ben strutturata, dovrà operare con scelte politiche chiare e in netta diversità rispetto al passato. Queste scelte, poi, vanno fatte con coraggio e devono essere significative rispetto al cambiamento tanto conclamato, altrimenti ci adegueremo al solito modo di amministrare la città e certamente Sinistra Italiana, se ciò avvenisse, porrà il problema. Riguardo le nomine, ritengo che vadano, in questa fase iniziale, accettate e sostenute. Non è importante che io sia o meno soddisfatto, ognuno di noi vorrebbe il meglio quando viene costituito un nuovo esecutivo. Esso però, a mio modo, dovrà distinguersi per qualità, dedizione e competenza, e quindi ci vorrà del tempo e solo successivamente si potrà valutare il valore e la qualità dei singoli assessori».

Come giudica i primi cento giorni di governo dell’attuale amministrazione Romeo?

«I problemi della città sono gravi ed in questi mesi si stanno evidenziando con clamore. Ciò posto, penso che non sia ancora corretto giudicare i primi mesi dell’amministrazione Romeo, anche per i gravi problemi che ha dovuto affrontare durante l’estate: potabilità dell’acqua e sua carenza, viabilità e dissesto stradale, cantieri sparsi nella città che bloccano quasi totalmente le vie del centro e mettono in ginocchio i commercianti e l’economia della città, le scuole e quant’altro. Ma è forse colpa di questa amministrazione?».

Beh, rispondiamo noi: pensiamo di no, ma oggi governa il centrosinistra.

«Esatto. Adesso, infatti, bisogna proporre e speditamente realizzare anche poco, ma necessario ed importante. Bisogna essere rapidi e selettivi, l’acqua così come arriva nei rubinetti delle abitazioni non può più essere accettata. Occorre operare delle scelte significative rispetto al passato, che in questa sede mi astengo dal giudicare, magari che incidano sulla qualità della vita sociale dei cittadini con misure non costose e che non richiedono forti investimenti e siano sostenibili soprattutto attraverso una politica di persuasione verso la comunità perché la curi, la condivida, la ami, concorrendo a tenerla in ordine». 

Cosa fare, dunque?

«Servirebbe investire sulla cultura che non costa molto. È stato, peraltro, uno dei punti cardine del programma del sindaco, ma va studiato ed elaborato con cura ogni intervento, poiché la cultura a Vibo, opportunamente rilanciata, potrà offrire e garantire maggiore economia e benessere, oltre che dare opportunità di lavoro ai giovani. Io non credo che Vibo possa rilanciarsi nell’industria, salvo scelte auspicabili di politiche di governo, ma certamente lo potrà fare promuovendo e sostenendo le bellezze sue naturali, i suoi luoghi storici e la sua storia archeologica, i palazzi che nel passato l’hanno caratterizzata, promuovendo spazi ed iniziative culturali, partendo certamente da quel luogo di eccellenza che è il palazzo Santa Chiara e l’annesso Sistema bibliotecario, su cui noi abbiamo fatto recentemente delle proposte e sulle quali ancora attendiamo risposta. Ricordo che sul Sistema bibliotecario va fatta una grande battaglia che deve vedere tutti in prima linea, non a parole e nessuno escluso». 

C’è altro su cui si dovrebbe puntare?

«Assolutamente sì. Di certo le sagre e gli incontri di momentanea goliardia possono avere una certa importanza e i vicoli vibonesi, con la loro bellezza, possono anche frequentarsi assaporando l’effimera ebbrezza del nettare, ma Vibo dovrà essere votata a ben altro, avendo luoghi come il teatro, che va valorizzato con un prossimo programma invernale innovativo da offrire alle scuole ed ai cittadini, senza categorie di appartenenza e recuperando l’orchestra sinfonica da utilizzare frequentemente per fare amare la musica ai bambini  ed ai ragazzi». 

Concludiamo: dalla sua elezione a sindaco, oggi com’è cambiata Vibo Valentia?

«Sarei un visionario se affermassi che Vibo da allora non sia cambiata. Certamente non ha risolto i suoi annosi e gravi problemi ed anzi, pur nelle diverse attività compiute negli anni, soprattutto negli interventi di edilizia pubblica e di miglioramento telematico ed informatico, potrei dire che è peggiorata. Non si vive più come allora nei centri sociali per anziani, mancano i luoghi di incontro per i giovani, manca ancor di più il senso dell’appartenenza e di essere veramente cittadini e insieme comunità della nostra città. Si vive ancora di più all’interno delle associazioni, spesso assolutamente borghesi e classiste e non voglio proseguire. Insomma, dobbiamo operare tutti insieme per questa città ed ognuno di noi lo potrà fare, migliorandola. Per questo Romeo, consapevolmente, è atteso da un grande e difficile lavoro e va sostenuto con forza e convinzione, soprattutto con onestà e senza interessi personali. Di ciò sono pienamente convinto».

Tags: Enzo Romeo
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