Si è svolta, presso la sede del Centro polivalente del comune di Zaccanopoli, la commemorazione delle vittime della Shoah. L’evento è stato realizzato grazie alla sinergia tra l’associazione Pro loco Zaccanopoli e l’amministrazione comunale e ha visto una nutrita partecipazione da parte della cittadinanza, coinvolgendo anche le autorità religiose. L’ambiente è stato scaldato da note e musica eseguite dal maestro Franco Arena e dagli studenti della scuola media.
Gli intervenuti all’iniziativa
Ad intervenire, il professore Domenico Manone, il parroco don Giuseppe Vitaliano e il sindaco Maria Budriesi. A fare gli onori di casa proprio il sindaco che, dopo i saluti istituzionali e i ringraziamenti, ha esordito spendendo delle parole in merito ai conflitti attuali, ricordando che, purtroppo, ogni giorno ingiustizie e barbarie si verificano ancora. Sotto gli occhi di tutti.
L’intervento del sindaco
«La storia non ci ha insegnato nulla – ha proseguito il sindaco, verso una folla attonita – Assistiamo all’ennesimo sterminio. In Sudan si sta attraversando una delle crisi economiche ed umanitarie più forti, tutto questo è qualcosa che ci lascia sconfitti. Bisogna dire basta, sedersi ad un tavolo, e cercare insieme di costruire un futuro migliore».
E ancora: «Adesso è difficile, a noi molto spesso sembra che la guerra sia qualcosa di lontano. In realtà la guerra la attraversiamo anche noi, ogni giorno perché molte volte i piccoli conflitti costituiscono la base per creare conflitti più grandi. Quindi, mettiamoci tutti una mano sulla coscienza e cerchiamo di costruire un mondo migliore, un mondo di pace che possa definitivamente dire no alla guerra in tutte le sue forme», ha concluso il sindaco, che ha poi passato la parola al sacerdote.
L’intervento del parroco
Il parroco ha rivolto saluti e ringraziamenti, ricordando quanto sia tristemente attuale la storia della donna ebrea nella figura di Edith Stein. Il parroco ha ripercorso le tappe della sua storia, dall’ateismo della gioventù fino alla conversione e fino all’esperienza dell’internamento nei lager nazisti. Nel passare la parola al professor Mamone, il sacerdote ha auspicato che si possano porre in essere «delle iniziative in futuro, con altrettanta compartecipazione per riproporre questioni su cui troppo poco spesso si è portati a riflettere».
L’intervento del professore
Ha quindi iniziato il suo intervento, ultimo ma non ultimo, il professore Mamone. L’intervento si è snodato in due parti distinte. La prima, interamente dedicata alla figura di Edith Stein, un intervallo in cui è stato proiettato un breve video sul suo internamento e una seconda parte dedicata più specificatamente alla shoah.
L’intervento del professore Mamone è risultato ricco di dettagli sulla vita, la formazione ed il triste destino che, come a molti altri ebrei, ha riguardato la Edith. Una donna che ha conosciuto la parte più cupa dell’essere umano, pagando con la propria pelle. Altrettanto esaustivo è stato il discorso incentrato sulla Shoah, al termine del quale, la catechista Brunella Arena ha dato pubblica lettura della celebre poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi. L’evento è servito per rafforzare le nostre difese contro l’ignoranza e il pregiudizio e soprattutto contro l’oblio. In modo particolare, poiché le testimonianze dirette di questo male stanno scomparendo con la dipartita degli ormai pochi ed anziani diretti interessati. Spetta a tutti, è diritto e dovere, ricordare. Ricordare per evitare.