Si sono conclusi ieri i solenni festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Neve a Zungri. Le celebrazioni, che si sono svolte tra luglio e agosto con un ricco programma religioso e civile, hanno potuto contare sul prezioso contributo dell’Associazione Augustus Vibo Valentia e di AnpanaGepa Vibo Valentia, realtà di Protezione civile che hanno garantito assistenza sanitaria, antincendio e supporto alla comunità durante i diversi eventi.
I festeggiamenti hanno celebrato un culto che affonda le sue radici in una storia secolare. La venerazione della Madonna della Neve a Zungri è attestata fin dal XVII secolo, e la chiesa a lei dedicata è stata elevata alla dignità di Santuario Mariano Diocesano nel 2006.

La storia del quadro e le ipotesi degli esperti d’arte
Il culto si basa su un’antica e preziosa immagine sacra, incoronata per la prima volta nel 1914 con l’oro offerto dalla comunità. Il quadro, un olio su tavola, è ritenuto dagli esperti d’arte una copia antica del XVI secolo, presumibilmente di scuola raffaellesca e legato alla celebre “Piccola Sacra Famiglia” del Louvre di Parigi. Le analisi, tra cui quelle del professor Pietro Barillà del 1913 e della Soprintendenza di Cosenza del 1977, ipotizzano che l’opera possa essere uscita dalla bottega di Raffaello stesso, forse realizzata dal suo allievo Giulio Romano.

La tradizione della “Madonna Pellegrina”
Accanto ai solenni festeggiamenti estivi, a Zungri si è consolidata una tradizione ancora oggi molto sentita: quella della “Madonna Pellegrina“. Iniziata a metà degli anni Venti del Novecento dal parroco Nicola Fiamingo, prevede che un’immagine della Vergine venga accolta, giorno dopo giorno, da una famiglia all’altra della comunità. Un tempo, la sosta della Madonna in casa era un’occasione per allestire piccoli altari e per riunire parenti e vicini che, in un’atmosfera di profonda devozione, recitavano il Rosario e intonavano canti popolari. Nonostante le abitudini siano cambiate, la tradizione continua a scandire la vita religiosa del paese, con un messaggio che si tramanda immutato: “A Madonna u vi dassa a saluti e a paci” (La Madonna vi lasci salute e pace).





























