Una donna vivace, ottimista, che riesce a comunicare sicurezza e solerzia: questa è Gabriella Bellantone, appassionata di mise en place e arte del ricevere, con un occhio attento a captare il bello. Esistono lavoratrici e professioniste che sono vere e proprie estete: aspirano alla perfezione, hanno un ideale di equilibrio, di armonia e per questo, è bellissimo ascoltarle, si percepisce una sintonia con il mondo che le circonda.
Gabriella nella sala del suo ristorante è circondata da bicchieri con il ricamo romantico, dalle forme ricercate, credenze shabby, alzatine, tutto meravigliosamente accostato, pensato, studiato. Lavora molto, come tutte le persone che hanno desideri da realizzare e obiettivi da raggiungere, si caratterizzano, e in questi mesi abbiamo imparato a conoscerle, per entusiasmo e resilienza.
Abbiamo incontrato Gabriella Bellantone, originaria della provincia di Reggio Calabria, ma residente da molto tempo a Spilinga, in una gelida mattinata di dicembre nella sua sala, nel pieno di un via vai organizzativo, davanti ad una latta di frollini. «Sono stata una bambina buongustaia e intraprendente: dicevo sempre che da grande avrei viaggiato e voluto una vita dinamica, frenetica, senza sosta, e in effetti su questo ci siamo. Ho sempre avuto uno spirito eclettico e l’occhio mi cadeva sul bello: in tutto quello che facevo mettevo cura. E tutt’oggi cerco sempre ciò che mi può contraddistinguere, attribuisco un grande valore al lavoro. Ho imparato a cucinare da mia madre, mi piace ricercare e leggere ricette, ma ad attirare la mia attenzione sono la presentazione dei piatti, l’assemblaggio, i colori».
Il percorso di Gabriella Bellantone
Gabriella in un primo tempo della sua vita ha fatto tutt’altra professione rispetto alla ristoratrice: «Mi sono diplomata di tecnico di laboratorio e ho intrapreso la carriera di analista, proprio in un laboratorio ho conosciuto mio marito. Era tutto sommato un lavoro che non mi dispiaceva. Di pari passo al lavoro in laboratorio, avevamo avviato con mio marito una attività di produzione di ortaggi in serre. Abbiamo lasciato il lavoro da dipendenti una volta aperto il salumificio. Io avevo il sogno di aprire un negozio di bomboniere, articoli da regalo, sempre per il discorso del bello. Poi però abbiamo iniziato a servire taglieri, apericena e da lì siamo arrivati al ristorante: è stato un crescendo, di lavoro, fatica e soddisfazione».
La giornata tipo di Gabriella Bellantone è decisamente movimentata: «Sveglia alle 6, porto i bambini a scuola e inizio con l’organizzazione della giornata lavorativa, vengo qui e mi adopero per vedere quello che serve, predispongo gli appuntamenti, la banchettistica, la sala, coordino. Il servizio finisce a pomeriggio anche inoltrato e successivamente si ricomincia con i preparativi per la cena: è una quotidianità incessante, un lavoro continuo. Nonostante tutto, però sono felice, appagata, questa sala rispecchia il mio gusto, certamente facciamo sacrifici enormi. In cucina sto attenta alla presentazione dei piatti, alla scelta dei menù». Gabriella è una donna strutturata, poliedrica e esigente: «Tra dieci anni mi immagino una donna in cammino, ho tanti progetti per il futuro. Non ho rimpianti professionali, quello che vedo mi piace, anche se è in evoluzione, le gratificazioni ripagano il duro lavoro. Mi piacerebbe viaggiare per accrescere il mio bagaglio professionale: vedere, conoscere, sperimentare».
Salutiamo Gabriella Bellantone tra sfavillio di addobbi e luccichio di bicchieri, ci ha trasmesso una autentica folata di vitalità.
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