
Una giornata ricca di sorprese per la cittadina di Filogaso che ha visto i più alti rappresentanti delle istituzioni civili ed ecclesiastiche attraversare le sue strade per raggiungere la Fondazione Augurusa e i suoi giovani Social Impact Manager del Corso gratuito di alta formazione che sta realizzando proprio in queste settimane nei locali messi a disposizione gratuitamente dall’amministrazione comunale. Una giornata all’insegna della legalità, dell’educazione e della pace che ha visto riuniti nelle sale del Comune e nella Chiesa parrocchiale di Sant’Agata il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, il segretario della Conferenza episcopale Calabra monsignor Attilio Nostro e l’arcivescovo metropolita di Catanzaro Squillace monsignor Claudio Maniago a “tu per tu” con la cittadinanza e gli studenti della Fondazione Augurusa, giunti da tutto il territorio nazionale e dall’estero per diventare i primi Social Impact Manager in Italia.
Docenti d’eccezione
Tra i docenti d’eccezione anche Gabriele Carboni, che da anni lavora con l’americano Philip Kotler per tracciare la linea del marketing e del management dei prossimi 100 anni. «Filogaso come Davos: piccolo e periferico, ma capace di accendere riflessioni globali. Qui nasce e si consolida la figura del Social Impact Manager, ponte tra imprese e comunità, custode del cambiamento e promotore di un futuro più equo e sostenibile».
L’intervento del procuratore Falvo
Ha aperto la serie di eventi il procuratore Falvo con i temi dell’etica e della legalità per lo sviluppo delle comunità e la diffusione dei valori di giustizia. «Penso che sia una attività fortemente meritoria, abbiamo bisogno di giovani impegnati nel diffondere un messaggio etico e di rispetto delle regole – ha dichiarato – Credo che questo sia solo l’inizio e mi auguro, e auguro alla Fondazione, che siano solo i primi mattoni di un grande edificio».
Le parole di monsignor Mariano Crociata
Nel primo pomeriggio anche il presidente del Consiglio delle conferenze episcopali della Comunità Europea monsignor Mariano Crociata è intervenuto in video-collegamento per affrontare con gli studenti l’urgenza e la necessità di “Costruire una cultura della pace”. Crociata non ha esitato a definire il percorso formativo della Fondazione Augurusa «originale e particolarmente urgente. Non è facile trovare istituzioni che si impegnano su questo fronte in maniera diretta. Coinvolgere giovani e proporre temi così importanti per la loro vita, per la loro attività futura e per la loro presenza nel sociale è un contenuto enorme dal punto di vista della formazione umana e della crescita della collettività». Rivolgendosi poi alla Fondazione Augurusa: «Sento gratitudine e apprezzamento per voi, continuate a portare avanti questa attività».
La relazione di Sigrid Marz
Ha proseguito la seconda relatrice Sigrid Marz, presidente dell’Uniapac (Unione internazionale imprenditori cristiani) affermando: «Fare l’imprenditore per noi di Uniapac, dove iscritte non sono le imprese ma le persone, è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti mettendosi al servizio del bene comune. Come uomini abbiamo la possibilità di scegliere. E come imprenditori scegliamo di costruire un’economia più giusta a servizio dell’uomo».
Nella Chiesa parrocchiale monsignor Maniago ha espresso così il suo plauso. «Mi ha colpito molto l’origine della Fondazione dalla disgrazia di un ragazzo che sognava davvero un futuro bello, importante, di pace. Su quel sogno si è realizzato qualcosa di importante come la Fondazione, che rende concreta questa sua idea. Sembra quasi che Antonio continui a sostenere il suo sogno e lo accompagni con la sua presenza rendendo ancora più fecondo questo impegno». Con queste parole Maniago ha riflettuto sulla figura del giovane Antonio, da cui la Fondazione eredita il nome e la missione: «Antonio è un giovane che aveva grandi sogni, così grandi e importanti che continuano ancora ad alimentare le speranze di tanti giovani anche dopo la sua morte. Da questa morte è nata una grande esperienza di speranza».
Monsignor Nostro: «La Fondazione si è fatta avanti e si è fatta conoscere»
Anche monsignor Nostro si è espresso con parole di lode: «La Fondazione Augurusa si è fatta avanti e si è fatta conoscere e questa è una grande dimostrazione di umiltà, di disponibilità, di coraggio e anche di sussidiarietà, perché con le loro professionalità e con il loro carisma si pongono al servizio non solo della Chiesa locale ma anche del territorio». Non sono mancate considerazioni anche sull’impronta di bene lasciata da Antonio: «La sua figura è molto interessante perché dimostra come nei bambini siano già presenti dei Grandi Uomini. Chiedere loro di dare un contributo è un’innovazione che la Fondazione Augurusa potrebbe portare come slogan in giro per l’Italia, perché i bambini hanno delle grandissime capacità che attendono soltanto di essere scoperte».
Temi globali con ricadute locali
Affrontare temi globali considerando le ricadute locali nelle singole comunità e nei territori che abitano è il leit motiv di questa prima edizione formativa “Social Impact Manager” e la scelta di svolgerla in un contesto di periferia non potrebbe essere più emblematica. Come ci ricorda Francesco Augurusa, presidente della Fondazione Augurusa: «Riscattare la tragedia di Antonio e trasformare il dolore della sua perdita in uno strumento per l’impegno sociale, questa è la mia missione come fratello e la missione della nostra Fondazione. Perciò continueremo a contribuire nella creazione di una cultura della Pace e nella direzione della Restituzione Generativa a livello territoriale e internazionale».































