lunedì 3 Novembre 2025
Mec-food
Informa Calabria
Amaro del Capo
  • ECONOMIA
  • POLITICA
  • CRONACA
  • SVILUPPO
  • SANITÀ
  • LAVORO
  • TERRITORIO
  • TURISMO
  • SPORT
  • ALTRO
    • FOOD&WINE
    • MUSICA E SPETTACOLO
    • AMBIENTE
    • SOCIETA’
    • CULTURA
    • OPINIONI
    • RITRATTI
No Result
View All Result
  • ECONOMIA
  • POLITICA
  • CRONACA
  • SVILUPPO
  • SANITÀ
  • LAVORO
  • TERRITORIO
  • TURISMO
  • SPORT
  • ALTRO
    • FOOD&WINE
    • MUSICA E SPETTACOLO
    • AMBIENTE
    • SOCIETA’
    • CULTURA
    • OPINIONI
    • RITRATTI
No Result
View All Result
Informa Calabria
No Result
View All Result
Home Società

Sistema bibliotecario vibonese, Petullà: «Assordante e colpevole il silenzio delle istituzioni»

Lo scrittore e giornalista lancia un accorato appello civile: «Non basta più indignarsi sui social: serve una mobilitazione civile della cultura vibonese»

di Redazione
1 Novembre 2025
in Società
Sistema bibliotecario vibonese, Petullà: «Assordante e colpevole il silenzio delle istituzioni»

Michele Petullà e una sala di lettura del Sistema Bibliotecario

«C’è un luogo, nel cuore antico di Vibo Valentia, che un tempo pulsava di voci, di passi, di sguardi curiosi tra scaffali e luci calde. Era il Sistema bibliotecario vibonese, il fiore all’occhiello della città, la più grande biblioteca pubblica della Calabria, con oltre novantamila volumi e una vasta rete di iniziative. Oggi, quel luogo è muto. Le porte di Palazzo Santa Chiara sono chiuse da più di un anno. Dentro, le luci sono spente, i libri ammuffiscono, i computer hanno smesso di connettersi, le telecamere e gli arredi si deteriorano. Fuori, la città sembra voltarsi dall’altra parte, indifferente. Fuori, la vita scorre. Le inaugurazioni continuano. Le passerelle istituzionali si moltiplicano. Ma di quella biblioteca (il vero fiore all’occhiello di una città che amava definirsi “polo culturale”) non parla quasi più nessuno. È assordante il silenzio che è calato sul Sistema bibliotecario vibonese. Imbarazzante. E colpevole!».

Così lo scrittore e giornalista vibonese Michele Petullà.

Eppure – prosegue – «quattro donne (Beatrice Mirabello, Katia Rosi, Maria Luisa Mazzitelli e Domenica Grande) hanno provato fino all’ultimo a tenerlo in vita. Due anni di volontariato puro, senza stipendio, senza fondi, solo con la convinzione che la cultura sia un bene comune e non una voce di bilancio sacrificabile. Oggi lanciano un nuovo appello, lucido e doloroso: “Un anno fa chiudevamo il Sistema bibliotecario vibonese. Eravamo senza un soldo e senza forze, ma coltivavamo ancora la speranza. Pensavamo che qualcuno sarebbe arrivato a salvare la situazione. Invece, i nostri palmi battono sul vuoto: non c’è più nessuno al tavolo delle discussioni, e forse non c’è più neppure il tavolo”».

Il grido delle volontarie

Petullà chiarisce poi che «il Sistema bibliotecario vibonese non è un ente qualunque: è storia, identità, respiro civile. È la casa di chi ha creduto che la Calabria potesse diventare una regione in cui la conoscenza non è privilegio, ma diritto. Per decenni ha garantito un servizio pubblico esemplare: prestiti, consultazioni, corsi, mostre, eventi, con una rete di utenti che superava i ventimila iscritti. Era, come hanno scritto le volontarie, “una stella del cinema decaduta”. Ma la sua chiusura non è naturale, non è accettabile. E oggi, la sua decadenza è anche il prodotto dell’indifferenza istituzionale».

E ancora: «La Regione Calabria, il Comune di Vibo Valentia, la Provincia: tutti riconoscono “l’importanza” del Sistema, ma nessuno agisce. Si è lasciato che il tempo, l’umidità e la burocrazia facessero ciò che nessun taglio culturale aveva mai osato: spegnere la biblioteca simbolo della rinascita vibonese. Nel frattempo, mentre le volontarie denunciano, altri piani avanzano in silenzio: Palazzo Santa Chiara, sede storica del Sistema, potrebbe essere destinato ad altri usi. “Vogliono scioglierlo, vogliono venderlo, vogliono fare una sede universitaria nella sua ex casa”, scrivono. Ma l’edificio è ancora pieno di libri, scaffali, attrezzature, tutto appartenente al Sistema. Non si tratta solo di chiudere una porta: si tratta di sfrattare la memoria collettiva di una città».

«Pagheremo anche l’aria che respiriamo»

La lettera delle volontarie, dunque, per Petullà, «è un documento di rara verità civile. Non è solo la cronaca di un abbandono, ma la denuncia di un paradigma: a Vibo Valentia, ma potremmo dire in Calabria, la cultura sopravvive solo finché serve come cornice per qualche inaugurazione o passerella. Poi torna a essere un “problema”. Scrivono le volontarie: “La biblioteca è l’unico spazio in cui non si deve pagare niente per vedere erogati dei servizi. Eppure rimane un problema. Smantelliamo la cultura, perché no, domani toccherà a qualcos’altro. Alla fine, saremo spogliati di ogni cosa. Pagheremo anche l’aria che respiriamo”».

La sede del Sistema bibliotecario vibonese

Parole durissime, che – annota l’intellettuale vibonese – «risuonano come un atto d’accusa contro l’intero sistema politico-amministrativo calabrese. Un anno di silenzio è più eloquente di mille convegni: significa che il sapere non è una priorità. Eppure, quando chiude una biblioteca, chiude un pezzo di democrazia: perché i libri non danno profitto, ma creano cittadinanza; non producono voti, ma pensiero critico».

Dove sono le istituzioni?

È tempo «di nomi e di ruoli. Il Comune di Vibo Valentia, proprietario dell’edificio, non può fingere di non sapere che l’abbandono di Palazzo Santa Chiara significa anche degrado urbano e perdita di un presidio pubblico, culturale e sociale. La Regione Calabria, che ha sostenuto per anni il Sistema bibliotecario come modello di innovazione, non può oggi arretrare dietro procedure e silenzi. Il Ministero della Cultura, che pure vanta la rete Sbn come fiore all’occhiello nazionale, non può tollerare che uno dei poli più attivi del Sud Italia marcisca in solitudine. Non è un problema “locale”, ma una questione nazionale di dignità culturale».

Detto questo, Petullà sottolinea che «Vibo Valentia ha già conosciuto troppe assenze. Ma questa sarebbe la più grave, perché non si vede: è un’assenza silenziosa, che si insinua nel tempo, nell’abitudine, nella rassegnazione. Il Sistema bibliotecario era una casa comune, una palestra di pensiero, un punto d’incontro fra generazioni. Chiuderlo significa togliere ai giovani un luogo di appartenenza e ai cittadini un diritto fondamentale: quello di poter imparare, gratuitamente, insieme. E allora la domanda è inevitabile: che cosa vale la cultura per chi governa questo territorio? Vale un bilancio? Un titolo di giornale? O vale abbastanza da pretendere che venga salvata con la stessa urgenza con cui si salvano le opere pubbliche o le fiere d’immagine?», si chiede e chiede l’interessato.

La cultura non è un lusso, ma un diritto

Insomma, a giudizio sempre di Petullà, «non basta più indignarsi sui social o firmare appelli: serve una mobilitazione civile della cultura vibonese. Serve che le associazioni, gli scrittori, gli insegnanti, i lettori, i cittadini facciano sentire la loro voce. Perché se una biblioteca chiude, non chiude solo un edificio: muore un’idea di società, quella che crede che leggere sia un diritto, non un lusso. Le volontarie lo hanno detto con parole semplici e definitive: «I fiori appassiscono senza acqua. Anche quelli tanto amati». Ecco: il Sistema bibliotecario vibonese è un fiore che può ancora rifiorire, ma – si fa notare – serve l’acqua della responsabilità, del coraggio, della visione politica. A chi governa questa città e questa regione, una richiesta chiara: riaprite il Sistema bibliotecario vibonese. Ora. Prima che la muffa cancelli anche la memoria. Perché una comunità che lascia morire i suoi libri è una comunità che ha già smesso di scrivere la propria storia».

Quindi la conclusione: «Questo – spiega l’interessato – non è un appello puramente lirico: è un grido di allarme, sì, ma anche un invito all’azione. Alla comunità vibonese, ai giovani, agli intellettuali, alle associazioni culturali, ai semplici lettori: fatevi sentire. Chiedete, rivendicate, partecipate. Perché se un servizio pubblico cade, non cadono solo porte e scaffali: cade la dignità culturale di un territorio. E alle istituzioni: sappiano che ogni giorno in più senza risposte è un giorno che la fiducia si assottiglia. I cittadini sanno contare anche i giorni in cui le luci in biblioteca restano spente. La cultura, come l’acqua, non può essere riserva privata o corpo secondario: è necessario che rientri nell’agenda, non come ornamento ma come fondamento. Il Sistema bibliotecario vibonese può diventare di nuovo fucina di idee, motore di conoscenza, polo territoriale di aggregazione. Ma serve volontà. E coraggio. Ora».

Tags: Michele PetullàPalazzo Santa ChiaraSistema bibliotecario vibonese
Precedente

Giunta regionale della Calabria, Occhiuto annuncia: «Spero prima di lunedì»

Successivo

I Musei Civici di Pizzo protagonisti alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum

Articoli correlati

Vibo, appello di Tarantino per salvare il Sistema bibliotecario dalla chiusura: «C’è già un protocollo, approviamolo»

Sistema bibliotecario vibonese, le volontarie: «Rimane chiuso il fiore all’occhiello della città»

31 Ottobre 2025
Rombiolo accoglie “Cenere e Mandorli. Poesie per Gaza e per la pace” di Michele Petullà

Rombiolo accoglie “Cenere e Mandorli. Poesie per Gaza e per la pace” di Michele Petullà

17 Ottobre 2025
Vibo. Leggere&Scrivere, Murmura: «Non abbiamo saputo tutelare un bene della città»

Vibo. Leggere&Scrivere, Murmura: «Non abbiamo saputo tutelare un bene della città»

5 Ottobre 2025
Sistema bibliotecario vibonese chiuso. Parla Romeo: «Realtà complessa e gravosa. Ma… »

Elezioni in Calabria. «Il Sistema bibliotecario vibonese dimenticato dai politici»

2 Ottobre 2025
Successivo
I Musei Civici di Pizzo protagonisti alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum

I Musei Civici di Pizzo protagonisti alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum

Il palo crollato a Pizzo che ha colpito un ceramista

Crolla un palo dell’illuminazione a Pizzo: ceramista ferito, interviene l’elisoccorso

3 Novembre 2025
Museo dedicato a Steven Tyler in Calabria: scoppia il caso, la figuraccia è servita

Museo dedicato a Steven Tyler in Calabria: scoppia il caso, la figuraccia è servita

3 Novembre 2025
Disordini durante una partita di calcio in Calabria: ferita una tifosa

Disordini durante una partita di calcio in Calabria: ferita una tifosa

3 Novembre 2025
Scoperto “compro oro” abusivo in Calabria: sequestrati 4 kg di gioielli -VIDEO

Scoperto “compro oro” abusivo in Calabria: sequestrati 4 kg di gioielli -VIDEO

3 Novembre 2025
Gasponi ha il suo defibrillatore salvavita: l’installazione in piazza Giovanni XXIII

Gasponi ha il suo defibrillatore salvavita: l’installazione in piazza Giovanni XXIII

3 Novembre 2025
Chiusa la Villa comunale. L’ira di “Cuore Vibonese”: «Città abbandonata, nessun controllo»

A Vibo Ville e Parchi chiusi. Il gruppo “Cuore Vibonese”: «I cittadini aspettano risposte»

3 Novembre 2025

La voce autentica della regione

 

Pubblicom S.r.l.
Via Provinciale snc
Tropea – Capo Vaticano di Ricadi (VV)

[email protected]

Menù

  • ECONOMIA
  • POLITICA
  • CRONACA
  • SVILUPPO
  • SANITÀ
  • LAVORO
  • TERRITORIO
  • TURISMO
  • SPORT
  • ALTRO
    • FOOD&WINE
    • MUSICA E SPETTACOLO
    • AMBIENTE
    • SOCIETA’
    • CULTURA
    • OPINIONI
    • RITRATTI

Informa Calabria

  • Chi siamo
  • Note Legali
  • Pubblicità
  • Contatti
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
Iscriviti al nostro canale whatsapp

Free Press

© 2024 Informa Calabria - Pubblicom Srl - P.I. 03057570792 R.O.C. 39435 – Reg. Trib. VV Nr.1 del 20/02/2018 – Direttore: Francesco Mobilio

  • ECONOMIA
  • POLITICA
  • CRONACA
  • SVILUPPO
  • SANITÀ
  • LAVORO
  • TERRITORIO
  • TURISMO
  • SPORT
  • ALTRO
    • FOOD&WINE
    • MUSICA E SPETTACOLO
    • AMBIENTE
    • SOCIETA’
    • CULTURA
    • OPINIONI
    • RITRATTI

© 2024 Informa Calabria - Pubblicom Srl - P.I. 03057570792 R.O.C. 39435 – Reg. Trib. VV Nr.1 del 20/02/2018 – Direttore: Francesco Mobilio