Il tema della carenza di personale, presso i presidi sanitari vibonesi, torna ad essere affrontato da Alessia Piperno, medico del Suem 118 (servizio emergenza ed urgenza medica) e delegata del Sindacato Medici Italiani di Vibo.
A tal proposito, la rappresentante dello Smi di Vibo, ha messo in evidenza la connessione che intercorre tra questa problematica e quella dei non pochi reparti chiusi. Infatti, per effetto del recente pensionamento di vari medici, il sistema sanitario vibonese continua a registrare una tendenza negativa con tanti reparti inattivi, nonché con la mancanza di un sistema di assunzione a lungo termine. Effetto inevitabile di tutto ciò, è anche il pesante e attuale blocco di tanti servizi, soprattutto nei due presidi sanitari di Tropea e di Serra San Bruno.
Il paradosso di un medico con competenza avanzata, ma mai assunto
Alquanto emblematico è il caso di un internista che, oltre ad essere stato vincitore di concorso, aveva dato subito la propria disponibilità all’Asp di Vibo, senza però ottenere il contratto di assunzione. In relazione a questo specifico esempio, Alessia Piperno dichiara: «Un medico pronto a servire, ma la burocrazia lo ferma. Un concorso vinto, una firma mai arrivata. E mentre i reparti si svuotano, la Regione Calabria paga medici stranieri e gettonisti più di quanto costerebbe assumere un medico italiano. In una terra in cui mancano sanitari, reparti e persino speranza, un medico vincitore di concorso non viene assunto. Non per mancanza di fondi o per errori procedurali – spiega la Piperno – ma per un paradosso amministrativo che definire assurdo è poco. L’Asp di Vibo Valentia parla di “pianta organica completa”, eppure i corridoi degli ospedali di Serra San Bruno e Tropea sono sempre più vuoti, i turni saltano e gli ammalati aspettano per una visita».
Il caso sollecitato più volte dal Sindacato dei Medici Italiani di Vibo
«Il protagonista di questa storia – scrive Alessia Piperno – è un medico internista in formazione con competenza avanzata in Medicina d’Urgenza, Ecografia clinica e Medicina interna, vincitore del concorso unificato bandito dall’Asp. Il 19 marzo 2024 gli arriva la proposta di assunzione a tempo pieno; il 22 marzo la accetta, rispettando ogni termine di legge; il 24 aprile l’Asp conferma la volontà di procedere. Poi, il silenzio. Da allora, il nostro sindacato ha chiesto più volte, insistentemente di risolvere l’anomalia riguardante il collega. Ogni cambio di commissario ha comportato una nuova riesamina, un nuovo tavolo, un’altra promessa, ma nessuna firma. Nel frattempo, una collega dello stesso concorso e della stessa disciplina, è stata regolarmente assunta dall’Asp di Catanzaro. A Vibo, invece, si dorme e cittadini e sanitari ne pagano le conseguenze. Mentre le carte si accumulano negli uffici, la realtà esplode».
Sei posti di internisti da rimpiazzare tra Tropea e Serra San Bruno
La delegata Smi, rileva poi la mancanza gravosa di medici internisti, in riferimento anche ai disagi dei pazienti in dialisi. «Negli scorsi mesi – precisa la Piperno – sei medici internisti sono andati in pensione o si sono dimessi dagli ospedali di Serra San Bruno e Tropea e i servizi di Dialisi arrancano, con colleghi medici che a fatica riescono a coprire i turni. Eppure, chi è pronto a lavorare resta fuori. Una decisione che ha privato i cittadini vibonesi di oltre 150 turni di assistenza in un anno, tra visite, guardie, urgenze, e ore di cura mai erogate. Un diritto negato per una penna ferma. In una realtà dove, anche un solo medico in più o un solo turno in più, può fare grande differenza».
La necessità di assumere personale con radici e competenze nel territorio
Alessia Piperno, sempre in merito alle mancate assunzioni, analizza ulteriori aspetti e afferma: «L’Asp di Vibo sostiene che non può assumere perché “l’organico è completo”. Completato da chi? Forse dai colleghi cubani? Quella completezza è un’illusione costruita sulla presenza temporanea di medici che sono sfruttati. Come è stato detto più volte, infatti, dal loro lavoro percepiscono circa 1.200 euro al mese, mentre la Regione Calabria versa oltre 4.000 euro per ciascuno ad una holding intermediaria. Così, – fa notare Alessia Piperno – si spendono milioni di euro pubblici per mantenere personale provvisorio e straniero, mentre si nega un contratto ad un medico italiano formato qui, in università italiane, il cui percorso è costato allo Stato decine di migliaia di euro. Un medico che, oltre alla specializzazione, ha reputato di formarsi a proprie spese, per portare ai cittadini calabresi competenze diagnostiche e cliniche al livello dei migliori centri del Nord. Ma tutto questo, per l’Asp non basta. Meglio pagare tre volte di più, tanto a farne le spese e a non ricevere i servizi sono sempre i cittadini. La sanità – prosegue la Piperno – non può diventare un esercizio contabile. Ci batteremo affinché il diritto alla salute non venga negato e affinché si assumano medici, con radici e competenze nel territorio».
L’appello finale ai commissari dell’Asp di Vibo
Lanciando un ulteriore messaggio all’Asp, Alessia Piperno sottolinea: «Lo Smi ricorda che, a prescindere dal fatto che un concorso vinto ed una proposta di assunzione siano oro colato, in una situazione com’è quella attuale vibonese che stenta ad attrarre professionisti validi e capaci, trattenere un giovane medico qualificato sul territorio è sempre un investimento: un ritorno per i cittadini, per la rete sanitaria, per il futuro. C’è un paradosso che racconta più di mille numeri: mentre si spendono milioni per medici temporanei, chi ha scelto di restare in Calabria viene lasciato a casa. E se la burocrazia chiama questo “equilibrio”,allora la sanità vibonesenon è solo inefficiente: è ingiusta. Perché ogni medico non assunto per inerzia amministrativa è un turno saltato, un paziente non visto, una vita a cui si volta le spalle. In conclusione, il medico e sindacalista vibonese, si rende aperta al confronto costruttivo. In tal senso, dichiara: Confidando in una collaborazione più efficiente ed onesta con l’attuale triade commissariale della nostra Asp, restiamo come sempre disponibili ad un confronto».

























